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Poi che si fa?

Creato il 11 marzo 2011 da Tnepd
Poi che si fa?Facciamo un patto. Stabiliamo che siamo d’accordo su una premessa, anche se non la crediamo vera o del tutto vera: il mondo e’ integralmente ed efficacemente controllato da un’Elite – qualsiasi essa sia – il cui obiettivo primario e’ portare ad un picco insopportabile di disgrazie l’esperienza del genere umano sul pianeta Terra allo scopo di instaurare un governo planetario globale, in genere definito Nuovo Ordine Mondiale. In quest’ottica dobbiamo quindi cercare di vedere sempre il lato oscuro, il fine peggiore che le principali tendenze geopolitiche attuali possono suggerire perche’ questi non sbagliano mai, quanto meno nella pratica.
Pensiamo ad esempio a Chavez e a Morales che in Venezuela e Bolivia hanno nazionalizzato le risorse primarie, incassato montagne di miliardi di dollari ed avviato, con quelli, riforme sociali sconosciute a buona parte del continente Sudamericano. Parrebbe un ottimo risultato. Possibile che i fautori del Nuovo Ordine Mondiale abbiano permesso che cio’ accadesse impunemente? Se partiamo dal presupposto che nulla sfugge all’Elite e che cio’ che non e’ provocato e’ quanto meno permesso, allora ci deve essere una ragione se Chavez e Morales stanno ancora al loro posto.
La loro situazione suggerisce un parallelismo con quella di Gheddafi in Libia, almeno fino a qualche settimana fa. I loro Paesi tendono a rappresentare un esempio di progresso per i confinanti piu’ prossimi e sono dipinti come una spina nel fianco degli Stati Uniti che, non si sa bene perche’, sembrano costretti a sopportarli. Possiamo definire queste nazioni anomale come infezioni potenziali. Ma e’ mai possibile che l’Elite non debelli il virus prima che si diffonda? Perche’ in effetti pare ovvio che un’infezione del genere sia destinata a mietere vittime ben oltre i confini nazionali entro cui si materializza. Il Nordafrica ne’ un esempio, attuale e lampante. Potrebbe accadere in Sudamerica cio’ che sta accadendo oggi sulle coste mediterranee? Probabile, i presupposti ci sono. Dando per scontato che all’Elite non sfugga nulla, allora tutto cio’ e’ voluto, provocato o quanto meno temporaneamente permesso. Perche’?
Poi che si fa? La sola spiegazione logica che mi viene in mente parte da una considerazione. Pensiamo ai moti in corso sulla sponda sud del Mediterraneo. In effetti, senza un briciolo di sviluppo socio-educativo, sarebbe stata dura mettere insieme un movimento rivoluzionario che realizzasse qualcosa piu’ che guerriglie tribali, movimenti secessionisti o cellule integraliste armate. Tutta gente che urla e spara ma che non ti fa della sana e robusta comunicazione integrata col vicino Occidente tanto ansioso di intervenire a portare la democrazia. Un twittarolo di Soros vale 10.000 guerrieri beduini da questo punto di vista.
Tra l’altro, per convincere tutti i contadini del continente nero a mollare la terra, a vivere in una baracca in citta’ e – in ultimo - ad imbracciare le fionde al momento dato, bisogna pur fargliela provare questa televisione, bisogna darglielo il telefonino. Senno’ se ne stanno in campagna a piantar semi e mungere vacche per altre duecento generazioni. I due agenti patogeni, televisione e telefonino, sono stati ampiamente introdotti e diffusi negli ultimi anni grazie alla collaborazione brevimirante degli indiani e dei cinesi. Le sinapsi degli indigeni erano del tutto impreparate all’impatto col consumismo occidentale. Ora questi ne vogliono ancora, ne vogliono di piu’. Lo so che quel che segue e’ poco credibile, ma io conosco uno che vive in una capanna con pareti e tetto di paglia, quasi non ha da mangiare, non ha l’acqua corrente ma ha un televisore e un Blackberry. Curioso, nevvero?
Ma non divaghiamo... parlavamo di Venezuela, Bolivia e Libia. Questi Paesi con un indice di sviluppo ‘socio-economico’ superiore ai loro confinanti si dice fungano da esempio. Non ci si chiede mai se sia un buon esempio perche’, tutto sommato, noi siamo i primi ad esserci dentro fino al collo. Il problema e’ che on e offline si parla pomposamente di democrazia, ma a ben vedere la democrazia non c’entra nulla con cio’ che sta accadendo. Se esportazione c’e’ stata, questa e’ bella che fatta. Non di democrazia pero’, ma di capitalismo in versione consumer. C’e’ voluto un decennio buono, ma alla fine sono riusciti ad esportare la voglia di spendere anche dove non c’era. E’ stato sufficiente quel briciolo di ‘civilta’ sviluppata’ che facesse da catalizzatore alla nascita di nuove esigenze. Parliamoci chiaro. A questi qua il telefonino non serve a una mazza, o se vogliamo essere diplomatici diciamo che qui, piu’ che altrove, non e’ assolutamente necessario. Ebbene, so che non ci si crede, ma nelle citta’ – e siamo in Africa - il telefonino ce l’hanno tutti: giovani, vecchi, uomini, donne, i disgraziati che tirano il riscio’, praticamente tutti. Davvero. Lo so perche’ li vedo coi miei occhi. Tutto questo non ha alcun senso ma se e’ accaduto in forma tanto acuta deve essere stato voluto dall’Elite. E torniamo ai massimi sistemi.
Poi che si fa? Il capitalismo e’ stato esportato, ormai il dio denaro assilla le menti degli africani quanto quelle degli europei (gli americani sono fuori concorso). Si puo’ discutere se questi twittaroli rivoluzionari siano al soldo di Soros oppure no (pare ovvio, ma c’e’ chi lo mette in dubbio), ma non si accenna a discutere se il modello perseguito sia poi il migliore sulla piazza. Noi occidentali di certo non ne discutiamo. Avere piu’ farmacie, piu’ commercio, piu’ produzione, piu’ soldi in tasca, piu’ prospettive di carriera, piu’ chances di successo... lo so, sembrano tutte cose buone ad una prima occhiata. Eppure si potrebbe non essere d’accordo, ma sorvoliamo. Sta di fatto che questo capitalismo indotto sta provocando effetti deleteri da anni ed ora i nodi stanno venendo al pettine. Insomma, ad occhio l’erosione dei vaolri tradizionali operata dall’Elite cosa ha prodotto nel Nord Africa? Proteste a sfondo politico-sociale che tanto piacciono all’opinione pubblica occidentale ma che altro non sono se non sommosse, accenni, preludi di rivoluzioni in cui chi combatte, da entrambe le parti, lo fa per i soldi. I mercenari li prendono subito. I soldati con le mostrine ed i ribelli per la democrazia contano di prenderli successivamente, in comode rate mensili. Sarebbe avvenuto tutto cio’ senza l’infezione del capitalismo che negli anni ha stratificato le societa’ originali secondo nuovi paradigmi?
Non si sottovaluti la portata del fenomeno. L’esportazione del modello consumistico e’ stata feroce ed i suoi benefici materiali – esattamente come da noi – sono ricaduti su mediocri e ristrettissime caste economico-politiche locali. A tutti gli altri e’ stato concesso soltanto un assaggio. Ora pero’ anche le masse del Terzo Mondo sembrano cotte a puntino, tant’e’ che dopo la tivvu’ e il telefonino vogliono la Playstation. E qui son dolori perche’ questi non sono infeltriti quanto noi occidentali. Questi, se s’incazzano, menano. La spina attraente della civilizzazione occidentale ha infettato il ricettivo metabolismo africano alterandone le percezioni, deformandone la morale, deviandone con ciò la rotta. L'innocenza infantile è irrimediabilmente perduta mentre la credulità che l'ha distinta, detratta e vilipesa, attende i tempi maturi della riabilitazione.
Non mi stupisce che nessuno segnali il fatto che le rivolte del “pane” siano in realta’ rivolte per il credito telefonico o per un abbonamento satellitare, ma purtroppo la situazione e’ questa. Cio’ non toglie che, per far colore, sia stato anche fatto lievitare il prezzo del pane, se non altro per dare un nome caratteristico all’evento. Dove vivo io, proprio questa settimana, e’ stato dimezzato il prezzo del riso per garantire un rientro tranquillo ad un paio di ex dittatori pronti a candidarsi alle elezioni presidenziali prossime venture. Il problema non e’ il prezzo del pane, il problema e’ che i soldi per il pane sono andati da un pezzo in suonerie del cellulare e il tetto della capanna e’ sempre di paglia. La corsa dei poveri al consumismo e’ stata sostenuta dalle ONG e dalle chiese di ogni estrazione che svolgono localmente il ruolo di ‘esempio’. Lo stesso esempio che nazioni come Libia e Venezuela rappresentano a livello geopolitico. Tante persone semplici, del tutto impreparate all’impatto con le perversioni del sistema occidentale, ci prenderanno una facciata clamorosa. E se tutto questo accade, ripetiamolo, e’ provocato o permesso dai fautori del Nuovo Ordine Mondiale. Non ci si scappa.
Poi che si fa? E’ a questo punto, mi pare, che si sia incagliata la blogosfera (l’unico luogo in cui si approfondisce il tema del NWO). Nel corso dell’ultimo decennio migliaia di bloggers hanno realizzato una poderosa opera d’investigazione, analisi e condivisione delle loro intuizioni. Le contraddizioni del sistema sono state sviscerate e continuano ad esserlo in una cavalcata senza posa. Temo purtroppo che questo lavoro lungimirante non ricevera’ il meritato encomio. La spina puo’ essere staccata in qualsiasi momento - i detrattori del Nuovo Ordine Mondiale dovrebbero essere i primi a rendersene conto - e probabilmente accadra’. Poco prima del taglio, i grandi media, i mainstream che oggi tacciono, cominceranno ad invadere l’argomento, allora si’ che assumera’ senso compiuto il termine Gatekeeper. E saranno dolori.
Temo che sia arrivato il momento in cui gli studiosi che paventano il prossimo imperio di un Nuovo Ordine Mondiale si decidano a tirare le somme, a concedersi un atto di fede e la smettano di cercare ossessivamente nuove prove a carico della loro intuizione se cio’ li distoglie dalla questione principale ossia che, assunto per fede il paradigma del Nuovo Ordine Mondiale (come si assume per fede qualsiasi altro paradigma religioso, scientifico o morale), non c’e’ speranza di arrestare il processo. Guardiamoci in faccia... ma chi li ferma?    Cio’ non toglie che al contempo ci si deve in qualche salvare il sederino. Di “materiale” ce n’e’ a iosa, di prove ce ne sono a bizzeffe, ben piu’ di quelle che un individuo e’ in grado di assimilare. Diciamocelo, che a tirare piu’ fili o l’ultimo filo sia la Massoneria o che siano i Gesuiti o una cricca di petrolieri armati fino ai denti o di banchieri nei palazzi di vetro o una famiglia di consanguinei schifiltosi o una setta di satanisti o di guru new age o tutti i precedenti messi insieme... tiro il fiato... comunque sia, il problema e’ che tutte le strade portano nella stessa direzione: tragedie, disastri, disgrazie e poi Nuovo Ordine Mondiale. Fare opposizione non e’ concesso alla Libia, ne’ all’Iran, ne’ alla Russia, ne’ alla Cina e nemmeno agli Stati Uniti. Ci sono tutti dentro fino al collo e non ne escono piu’. Volenti o nolenti (ma i piu’ volenti) finiranno per fare il gioco previsto in cabina di regia.
Poi che si fa? Forse, per trovare una soluzione all’impasse, e’ necessario utilizzare la stessa impostazione logica che muove le scelte dell’Elite dominante, ossia la dialettica hegeliana secondo la quale una tesi ed un’antitesi portano ad una sintesi. La blogosfera sta imparando tutto il possibile sulla sua antitesi - la cricca di cattivi che vuole soggiogare l’umanita’ - e poco, per adesso, si preoccupa di comprendere quale tesi opporle e quale sintesi ottenere dall’incontro delle due. Insomma, mi pare che i liberi ricercatori (che ringrazio di esistere e senza i quali questa umanita’ non avrebbe davvero alcun senso) si siano incantati ad indicare la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non vedano la trave nel proprio. Un po’ come i piddini che passano la giornata a raccontarsi di quanto Mussoloni sia cattivo e ne faccia una dietro l’altra. In entrambi i casi, fino ad ora, molto e’ stato spiegato, ma nulla e’ stato risolto. D’accordo, l’abbiamo capito, se Nuovo Ordine Mondiale dev’essere, che sia!
Poi che si fa?
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