Torino, Cafè Liber.
Nata da una collaborazione tra Zapping Productions e FOAD Records, la serata vede protagonisti i “local heroes” Tutti I Colori Del Buio e i veterani dell’hardcore punk Poison Idea.
Penso che Torino sia una città che si presta bene a ospitare un evento di questo tipo: ricca di contraddizioni e di lotte, fulcro di quell’economia industriale che per anni è stata al centro dello scontro tra la nuova borghesia e la working class e, proprio per questi motivi, uno dei più importanti centri per l’affermazione dell’hardcore old school italiano. Il mondo oggi si interroga sul come riuscire a creare nuove manifestazioni di dissenso, ma la risposta è sempre stata lì, dove l’avevamo lasciata: la musica è uno dei più efficaci strumenti espressivi della nostra epoca e proprio a essa, fin dai primi anni Ottanta, i Poison Idea hanno affidato la diffusione del loro pensiero. Fra i capostipiti di quel passaggio tra il punk e l’hardcore che trasforma la musica in un momento riflessivo, filosofico e morale, la band di Portland s’è sempre caratterizzata per l’uso della propria composizione sonora come strumento di antagonismo politico e socioeconomico che contrappone il nichilismo, l’approssimazione musicale e una certa vena di ironia ai modelli capitalistici imposti dal post-reaganismo. In questi giorni sono stati in Italia per far conoscere il loro nuovo lavoro Confuse & Conquer e la tappa torinese è la terza ed ultima, dopo Poviglio e Roma.
Ad aprire le danze Tutti I Colori Del Buio – dei quali già abbiamo parlato più volte – che anche questa sera ci dimostrano che l’hardcore in questa città è più presente che mai. L’esibizione parte con “Stop Your Fun With A Bullet”, brano contenuto nell’omonimo ep del 2014 e già diventato uno dei pezzi più amati del gruppo. Forti di un suono monumentale e allo stesso tempo estremamente frenetico (al punto da contagiare i loro stessi corpi, in continuo movimento), propongono un live secco e sfrontato, senza sfumature, presentando anche alcuni brani del loro primo disco che vedrà prossimamente la luce, interamente registrato e mixato da Danilo Battocchio (loro chitarrista, già al lavoro sul primo ep) presso l’OFF Studio di Torino.
Tra il calore di una folla sempre più numerosa il palcoscenico viene lasciato ai Poison Idea. Senza troppe presentazioni il live inizia con “Cop An Attitude”, brano estratto dal loro primo lp Kings Of Punk del 1986, dal quale riproporranno anche “Got Not God” e “Lifestyles”. L’esibizione lascia in disparte i pezzi del nuovo album, fatta eccezione per “Rhythms Of Insanity” e “Cold Black Afternoon”, dando spazio ai grandi classici contenuti in Feel The Darkness o Record Collectors Are Pretentious Assholes, come “Deep Sleep” o “Say Goodbye”. Ci sono due cose che mi colpiscono: da un lato, nonostante l’età (fatta eccezione per qualche “new entry”, ad esempio il giovanissimo batterista), il sorriso stampato sul loro volto durante tutta l’esibizione, dall’altro vedere tra il pubblico un bambino di dodici anni e un anziano signore che all’opposto ne avrà almeno sessanta, mi fa capire come questo genere sia ancora un mezzo di unione generazionale. Perché è tra questo pubblico che vedo ciò che nel mondo reale manca: nell’hardcore quando cadi a terra, ci sono dieci braccia pronte a rialzarti. Ed è proprio questo il messaggio che questo tipo di musica cerca di diffondere. E così, tra capriole e abbracci della gente, la band di Portland ci regala il momento che tutti stavamo aspettando: “Plastic Bomb”, vero e proprio manifesto che richiude in sé tutta quell’etica profondamente nichilista dai quali molti hanno tratto ispirazione.
E a guardarli sudati e contenti, non si può non pensare che i kings of punk siano proprio loro.
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