Trionfo bianconero in scena all’Olimpico e sesta supercoppa conquistata dai bianconeri nella loro storia. Grande risposta degli uomini di Conte ad un precampionato sotto tono: i problemi evidenziati finora, scarsa concentrazione difensiva e poca motivazione, sembrano già lontani ricordi.
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Partita dalla trama imprevedibile e non lineare. Primo tempo equilibrato, nonostante il guizzo di Pogba, subentrato in corso a Marchisio infortunato, su ottimo schema di punizione. La girata di sinistro del giovane francese porta i bianconeri in vantaggio e costringe la Lazio a stravolgere la propria impostazione tattica di base cercando il fraseggio piuttosto che la ripartenza veloce. Biglia, Ledesma ed Hernanes, soprannominati i “tre registi”, hanno in effetti piedi molto buoni, ma pochissima corsa questa sera. Di conseguenza, Klose rimane troppo isolato davanti, e i pericoli per Buffon arrivano soprattutto da conclusioni dalla distanza. Nella Juve prima frazione, grande compattezza ma scarsa intesa tra Vucinic e Tevez, che troppe volte finiscono per fare lo stesso movimento.
Equilibrio completamente cancellato ad inizio ripresa: in 5 minuti, la Juve non solo chiude i conti, ma aumenta il passivo a quattro gol di scarto. Prima Chiellini, stoico nel recuperare una palla in difesa e riproporsi in ripartenza per sfruttare a tu per tu con Marchetti il secondo assist del match di Lichsteiner. Poi è ancora il treno svizzero a concludere una splendida triangolazione con Vucinic e battere ancora l’estremo difensore laziale. Infine, una Juve in scioltezza confeziona un’altra azione meraviglioso, i cui sviluppi portano al primo gol bianconero di Carlitos Tevez. Un black out difensivo inspiegabile dei biancocelesti, che gli undici di Conte puniscono nel più cinico dei modi. Partita chiusa e discorso Supercoppa archiviato al 60’. La Lazio tenterà almeno di rendere il parziale meno amaro, ma Buffon si oppone due volte a Klose prima ed Ederson poi.
Juventus che inizia nel miglior modo la stagione, lanciando un chiaro avvertimento a tutte le dirette pretendenti per lo scudetto: la fame c’è ancora, eccome. Lazio che aspetta Felipe Anderson per dimenticare al più presto questa sonora sconfitta.
Articolo di Marco Palladino