Il sogno di cui voglio parlare è quello di Florian Kaps, disegnatore di siti internet ed appassionato di fotografia analogica ed in particolare delle Polaroid.
Florian aveva in testa un’idea fissa: far rivivere il mito della Plaroid, che negli anni 80 aveva fatto conoscere a tutti la magia dello scatto immediato.
Con l’avvento dell’era digitale e dei videofonini la mitica macchina fotografica era andata in pensione, dopo la chiusura dell’ultima fabbrica olandese nel 2008.
Dal 2005 si dedica alle sue Polaroid, crea un sito internet nel quale gli appassionati espongono le loro opere ed un altro sito nel quale commercia in macchine d’occasione, che rimette a nuovo e rivende con garanzia di un anno.
Cerca nel frattempo di trovare un punto di collaborazione con la direzione della Polaroid, senza riuscirci.
L’ultima fabbrica viene chiusa e tutto il personale si trova senza lavoro esclusi quattro operai in appoggio ad un direttore tecnico (Andrè Bosman) incaricato di vendere il vendibile e distruggere i macchinari che sarebbero rimasti.
Quando è il momento di smantellare la fabbrica olandese vengono spediti inviti ai commercianti del settore che potevano essere interessati all’acquisto del materiale in giacenza e l’invito arriva anche a Florian Kaps, in virtù del suo commercio di materiale fotografico su internet.
E’ in quella occasione che in Florian nasce l’idea per realizzare il suo sogno.
Quando incontra Andrè Bosman gli chiede di costituire con lui una società, acquistare i macchinari rimasti e far ripartire la fabbrica. Non è una scelta facile per Bosman che ha già 55 anni, ma alla fine si lascia coinvolgere nell’avventura, trascinato dall’entusiasmo di Florian.
Alla società danno un nome appropriato all’impresa e la chiamano “Impossible”.
Florian riesce a trovare investitori tra gli amici appassionati della Palaroid (uno di questi amici si ipoteca la casa per finanziarlo).
A parte il crollo della domanda, dice Florian, quello che ha obbligato la chiusura è stata la scomparsa di molti dei componenti chimici necessari alla produzione dei componenti chimici Polaroid. Per questo i due soci devono ricercare nuove soluzioni chimiche.
I finanziamenti reperiti non sarebbero sufficienti a far ripartire la fabbrica al suo standard di 1200 operai. La nuova società può assumere solo pochi dipendenti e sceglie i 12 con più competenza ed esperienza. Tutti con più di 25 anni di lavoro nella vecchia fabbrica. Persone che non lavorano per i soldi o per la gloria, ma per vincere una sfida: fare continuare a vivere le Polaroid.
Delle 17 catene di montaggio 9 ancora sono attive e dai 120 milioni di cartucce l’anno si passerà ai 3milioni nel 2010 e possibilmente ai 10milioni negli anni successivi.
Il mercato è trasformato rispetto a quando fece la sua comparsa la Palaroid ma la mitica “Pola” riuscirà sicuramente a rimanere in vita, seppure come prodotto “di nicchia”
Ad un giornalista che chiede loro che cosa li ha spinti ad imbarcarsi in un’impresa che loro stessi hanno definito “impossibile” rispondono così:
«Difficile spiegare la magia della Polaroid, anche perché ognuno la declina in maniera diversa — riflette Kaps —, ma chi nell'era dell'mp3 sta riscoprendo il vinile capirà benissimo cosa intendiamo».
«È tutta una questione di emozioni — chiarisce André —: una foto istantanea è fatta di materia, si tocca, si ammira, si attende con impazienza il momento in cui sarà sviluppata, scuotendola anche se è sbagliato. Si ascolta con piacere il suono meccanico del click quando premi il bottone. E poi c'è sempre l'imprevisto di mezzo. Sì, quello che stiamo facendo è di ricreare foto imperfette. La Polaroid piace proprio per questo»
Trovo che nella nostra civiltà tecnologica, fatta di digitale, di MP3, di cinema 3D, quello che ci manca di più, anche se forse non ce ne rendiamo conto, è proprio ciò che è imperfetto. La fotografia digitale è perfetta, la guardiamo nel pc, la possiamo ingrandire, ma difficilmente la stampiamo, non è qualcosa di tangibile,
La vecchia istantanea era il momento magico dell'attesa che sembrava lunghissima prima di vedere la fotografia.
Ricordare la Polaroid è come ricordare i vecchi film in bianco e nero proiettati al cinema parrocchiale, ricordare la musica con qualche fruscio che si ascoltava col mangiadischi. Non era perfetta ma era vera, più simile a noi che non siamo mai perfetti.
In un'epoca nella quale si comunica con gli sms potrei paragonare un'istantanea della Polaroid ad un biglietto d'auguri scritto a mano, unico ed irripetibile.
Lunga vita alla POLAROID
REPERIBILITA' DELLE PELLICOLE PER POLAROID: riporto dal blog amnesiakblog alcune informazioni relative alla reperibilità delle nuove pellicole:
I nuovi film, PXFILM, sono nati grazie alla collaborazione di ILFOD. Marchio leader nella produzione di materiali per il bianco/nero.Infatti le prime pellicole sono monocolore. Sono di due tipi molto simili ma con caratteristiche differenti:
-PX 100 Silver Shade: per tutte le macchine serie SX70 e 1000, 150 asa, manipolabile, monocolore viraggio seppia.
-PX 600 Silver Shade: per la serie 600 e One Step, 600 asa, manipolabile, monocolore bianco/nero.
Il prezzo dei nuovi film è 18 euro a pacco. Rispetto alle vecchie pellicole Polaroid ogni caricatore contiene solo 8 scatti invece dei soliti 10.
Per informazioni : http://www.the-impossible-project.com/
Marta