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Polemiche in Spagna per il libro italiano Sposati e sii sottomessa. Un Ministro chiede il suo ritiro

Da Rottasudovest
C'è un libro italiano, che non ricordo abbia suscitato dibattito e/o interesse in Italia, che sta suscitando invece molte polemiche in Spagna. Si intitola Cásate y sé sumisa (Sposati e sii sottomessa), lo ha scritto la giornalista del TG3 Costanza Miriano e, per avere qualche idea sul libro, sul perché del titolo & C, su un blog di repubblica.it c'è un'intervista all'autrice e su un blog de linkiesta.it c'è una recensione del libro, che lo considera "ironico e divertente". In Spagna, invece, non è piaciuto per niente, a cominciare dal titolo, che suggerisce la sottomissione della donna al marito, e sta creando maretta tra la Chiesa Cattolica e il Partido Popular. A pubblicare il libro è stato l'Arcivescovado di Granada, il che ha aumentato la diffidenza nei suoi confronti, viste le posizioni conservatorissime dell'arcivescovo Francisco Javier Martinez. Tra i primi a reagire negativamente, il segretario generale andaluso del PP José Luis Sanz, che ha definito la pubblicazione di Cásate y sé sumisa "un autentico sproposito", mentre il consigliere di IU a Granada Maite Molina si è chiesta se non ci sia un reato di "apologia della violenza contro le donne". Il PP andaluso ha chiesto il ritiro del libro, IU invece ha chiesto l'intervento della Procura perché "difende apertamente la servitù delle donne rispetto agli uomini, proprio quando è la credenza della superiorità degli uomini sulle donne una delle cause di violenza domestica". Anche la direttrice dell'Instituto de la Mujer Carmen Plaza ha inviato una lettera all'Arcivescovado di Granada, un paio di settimane fa, per chiedere di riconsiderare la pubblicazione del libro, dato che non rispetta i valori di uguaglianza che le istituzioni pubbliche devono difendere. Martinez si è difeso con un comunicato molto commentato. "Né quest'opera né alcuna dichiarazione mia, mai, hanno giustificato e meno ancora promosso alcun atto di violenza contro le donne" ha scritto. E poi ha chiarito polemicamente, attirandosi gli strali delle femministe e della stampa progressista: "Sì, favorisce la violenza contro le donne, invece, la legislazione che liberalizza l'aborto, così come tutte le misure che indeboliscono o eliminano il matrimonio, nella misura in cui tendono a far cadere tutta la responsabilità di un'eventuale gravidanza sulla donna, lasciata a se stessa, senza alcuna responsabilità da parte dell'uomo". L'idea che l'aborto sia causa di violenza contro le donne non è nuova per l'arcivescovo. Tre anni fa aveva suscitato furiose polemiche per aver affermato che la nuova legge sull'aborto voluta da José Luis Rodriguez Zapatero "dava agli uomini la licenza assoluta, senza limiti, di abusare del corpo delle donne, perché poi lei è l'unica che deve fare i conti con le conseguenze". L'arcivescovado si è difeso assicurando che non si può criticare un libro senza averlo letto, ha assicurato che non ha intenzione di ritirare Cásate y sé sumisa, dato che lo considera "molto interessante dal punto di vista cristiano", e ha ricordato il suo successo in Italia, dove ha venuto 50mila copie. Ma adesso le cose potrebbero mettersi male per Martinez: a chiedere il ritiro del libro, oggi pomeriggio, nella Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, è stata il ministro della Sanità e delle Pari Opportunità Ana Mato. Lo ha fatto perché non condividere "né il titolo né il contenuto" e perché lo considera "una mancanza di rispetto verso le donne". "Mi piacerebbe che fosse ritirato e l'ho chiesto, credo non sia affatto adeguato al sentire delle donne e della maggior parte della società". Da Granada, per ora, nessuna risposta.


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