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Police on my back

Creato il 30 gennaio 2012 da Idispacci @IDispacci

Police on my back

“Volevo un lavoro onesto e la guardia è un lavoro onesto.”

Agli inizi del secondo dopoguerra, nella giovane repubblica italiana regnava il caos: a ristabilire l’ordine ci pensavano i celerini. E ordine, disciplina, fratellanza, sono parole che echeggiano fin da subito nelle orecchie della nuova recluta (Domenico Diele) appena arrivata al reparto.

Regole dure e ferree sono quelle del clan, regole del tutto assenti nella società. Odio e violenza diventano le uniche armi capaci di contrastare quella pericolosa realtà quotidianamente vissuta dai reduci del VII° nucleo (noto per i fatti di Genova). Il contatto con le fasce disagiate evidenzia la degenerazione, la stanchezza e il fallimento di una tribù, ancora devota a vecchi schemi ideologici, che cerca di perseguire una distorta visione di ordine pubblico.

La storia dei personaggi è continuamente influenzata dal lavoro e da noti eventi tragici italiani, generando, così, una narrazione realistica che permette allo spettatore di guardare dall’alto quei pregiudizi comunemente attribuiti alle “guardie”. Problemi sociali e dilemmi etici emergono, delineando un quadro antropologico inquietante e penetrante.

Insomma, A.C.A.B. non solo insegna che le serie tv hanno molto da regalare al Cinema italiano, ma che quest’ultimo sa raccontare e ha ancora molto da raccontare… andando oltre le chiacchiere, le etichette e le buffonate.

BKS


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