Scusate se non aggiorno: sono stanca. È la campagna elettorale. Per quanto mi riguarda la politica, che riassumendo considero come l’attività di amministrazione della cosa pubblica e la presa di decisioni riguardo ad essa, ha tutto un contorno di attività collaterali e necessarie che non mi piacciono per niente (fatto salvo qualche siparietto umoristico). Non sono fatta per queste cose. Non sopporto i discorsi tanto per fare i discorsi. Non sopporto l’attività di promozione, mia o altrui. Soprattutto, non sopporto la vanità, l’ambizione, i casi quasi patologici di arrivismo e presenzialismo, i tentativi indefessi di attrarre l’attenzione su di sé molto più che sul proprio messaggio.
Mi piace invece vedere che c’è gente che si fa in quattro e poi scompare, e lo fa solo perché ci crede davvero. Mi piace lo spirito di servizio. Mi piace incontrare anche chi è candidato in concorrenza con me e non percepirlo nemmeno lontanamente come un rivale. E inoltre, forse più di tutto, mi piace la complessità del mondo. Per esempio mi piace capire che niente è semplice come credevo persino dopo averlo approfondito per anni, che bisogna stare a sentire tantissima gente per scoprire da quello da cui meno te lo aspetti un dettaglio fondamentale e, soprattutto, mi piace capire che non è mai per niente chiaro chi ha veramente il potere (ricordate quando parlavo di Guerra e pace?). Sto leggendo questo articolo, se avete pazienza ve lo consiglio. Si dice, del presidente degli Stati Uniti, che sia l’uomo più potente del mondo. Ma il mondo non funziona così come appare.