"I politici sono come i pannolini: bisogna cambiarli spesso, e per lo stesso motivo"
Robin William in "'L'uomo dell'anno" (2007)
Matteo Renzi, sindaco di Firenze del Pd, ci è andato giù duro con il suo partito: un partito di sbadigli dove "è ora di rottamare i vecchi dirigenti". Polemizza, lui classe 1975, e chiede l'applicazione dello statuto del Pd. "Lo statuto del Pd parla chiaro - spiega -, anche se ovviamente è rimasto inapplicato: dopo tre mandati parlamentari, giù dalla giostra. Se davvero si va alle elezioni anticipate, anche se personalmente ci credo poco, alla prima assemblea nazionale per le candidature vado alla tribuna e lancio il seguente ordine del giorno: facciamo riscoprire il piacere della semplice militanza ai nostri parlamentari che hanno varcato la soglia delle tre legislature. E, potendo, anche a Di Pietro, un altro che da 20 anni pontifica su tutto, e abbiamo visto i risultati".
Lui, che faceva il liceo quando Berlusconi andò la prima volta al governo, ieri in una radio ha spiegato che alle primarie non avrebbe votato Bersani perchè lo ritiene inadatto alla sfida e perchè, dopo aver partecipato a tante competizioni, si è stufato: non vuole solo partecipare, ma anche vincere. Insomma largo ai giovani nel Pd, e mentre Bersani bofonchia un "ci vuole affetto alla ditta", in molti si chiedono: in politica cosa conta?
Essere giovani, avere delle belle idee o avere esperienza?
Questo blog, sul tema, ha lanciato due sondaggi che trovate qui a destra. Il primo serio, l'altro più ironico. Il primo proiettato verso il futuro, l'altro inchiodato alla realtà dove i giovani sono funzionali solo se sono fighi o se portano la quarta di reggiseno.
Come la penso io? Che le idee, quelle buone, in politica non hanno età, che si può essere vecchi fuori e giovani dentro. Conta costruire il consenso sulle idee e non sugli uomini, che è giusto che cambino perchè non si sentano troppo monarchi. E i giovani? Beh, dalle nostre parti votano Lega e Pdl, ma questa è un'altra storia. Un altro degli ampi pascoli lasciati liberi da un centro sinistra che incede con una rotta incerta in un mare in burrasca...
"Ecco, io preferisco uomini brillanti ed estrosi, anche se un po' mascalzoni, a uomini grigi, noiosi, ma onesti. Perché, alla fine, il grigiore, la noia, e anche l'eccessiva onestà, faranno senz'altro più danni al Paese".
Nanni Moretti, ministro Botero, in Il portaborse (1991)