Pubblicato in data 15/gen/2013
Avevano messo in piedi un’ organizzazione che curava il trasferimento di centinaia di africani dal corno d’Africa al Nord Europa passando per l’Italia. Questa mattina l’organizzazione è stata smantellata da Polizia di Stato e Guardia di finanza in un’operazione diretta dalla Direzione nazionale antimafia.
Nella ricostruzione degli investigatori gli arrestati insieme ad almeno altre 23 persone denunciate a piede libero, sono accusati di aver creato una rotta italiana per il traffico di immigrati clandestini.
Attraverso il Kenya e la Libia i clandestini, quasi tutti provenienti dal Corno d’Africa, venivano prima raggruppati in Grecia e a Malta e di qui venivano smistati in alcune basi operative scelte per la vicinanza ad aeroporti con voli diretti nel Nord Europa.
Arrivati in Italia, i migranti venivano riforniti di documenti falsi e avviati verso le nazioni di destinazione. Mete preferite erano Olanda, Francia, Danimarca, Regno Unito e, soprattutto, Norvegia, Svezia e Finlandia. Anche in alcuni di questi Paesi sono venute alla luce cellule dell’organizzazione criminale.
In manette sono finiti anche un mediatore culturale dell’Ambasciata italiana di Nairobi, considerato il punto di riferimento per l’ottenimento illecito dei visti d’ingresso in territorio italiano e un collaboratore del World food program.
Imponente l’apparato investigativo coinvolto: oltre alla Direzione nazionale antimafia che ha coordinato l’attività sono coinvolte la procura di Modica, le procure distrettuali antimafia di Catania a Firenze e sul territorio hanno operato il Servizio centrale operativo della Polizia di stato, la Squadra Mobile di Ragusa, il Gico della Guardia di finanza e il Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle di Firenze.
Per i profili internazionali ci si è avvalsi della collaborazione di Eurojust che ha curato il coordinamento delle diverse autorità giudiziarie straniere.
Nelle prossime ore sono previsti numerosi sequestri preventivi di attività economiche, conti correnti, agenzie di “money transfer” ed altri beni riconducibili alla stessa organizzazione criminale, il cui giro d’affari è stimato dagli inquirenti in circa 25 milioni di euro