Vale per tutta la mia generazione: se qualcosa sappiamo dei miti greci lo dobbiamo a Pollon. Infatti ne conosciamo tutti la stessa versione, anche quando è quella sbagliata; d’altronde l’autore lo dice chiaro e tondo, non si è fatto una cultura prima di iniziare a scrivere i vari episodi, ha semplicemente incamerato le basi e poi ha lavorato di fantasia.
> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="354" width="254" alt="Pollon: il manga di Hideo Azuma e i ricordi di unintera generazione >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-54531" />A parte Pollon – Pierino la Peste al femminile, figlia di Apollo e nipote di Zeus – i personaggi più amati dell’anime erano la gelosa Era in calze a rete, che fulminava Zeus ogni volta che la tradiva con una ninfetta; Apollo, il Donald Duck dell’Olimpo; il dio Poseidone, grande e grosso e ciula (non sapeva neanche nuotare); Afrodite, la Marilyn dai capelli rossi a nuvoletta, e suo figlio Eros, lo stridulo (e orribile) dio dell’amore.
I più ferrati ricorderanno forse anche Atena, Artemide, Efesto, Teseo, Arianna e Pigmalione, Dioniso e lo scienziato Cha-cha-cha; e qualcuno ricorderà pure che da un certo punto in poi la storia prendeva una direzione molto precisa – da quando, nella fattispecie, Zeus regalava a Pollon un salvadanaio a forma di trono e una moneta d’oro per ogni buona azione compiuta (le monete d’oro facevano ingrandire il salvadanaio e Pollon sarebbe diventata una vera dea quando fosse riuscita a sedercisi sopra).
A qualcuno verrà forse in mente anche la Dea delle Dee, sorta di fata turchina protettrice di Pollon, e il fermacapelli a forma di farfalla che ogni tanto le prestava, il Miracolo Bon-Bon; nonché il meraviglioso potere di esclusiva proprietà della piccola, la polvere Coro-Coro-Pollon, con la geniale frase di attivazione che tanto ci ha fatto sognare a suo tempo: “Sembra talco ma non è-serve a darti l’allegria!-Se lo mangi o lo respiri-ti dà subito l’allegria!” (Era cocaina? Era cocaina).
Un vero peccato, perché poteva venirne fuori un bel lavoro. I disegni sono sorprendenti per un manga di quel periodo – più semplici nella prima parte, più elaborati nella seconda, quella per così dire di “contenuti speciali” – ma il livello è comunque ottimo. Il ritmo è discontinuo, ma nella media di manga come Lamù, in cui non c’è una vera e propria trama. Non consiglio il cofanetto: si monta male e non rimane dritto.
Infine, spaccato a dovere il capello, sarà bene anche dire che Pollon resta una lettura piacevole. Lo si apprezza soprattutto per la vena politicamente scorretta, a tratti più leggera a tratti decisamente tagliente; e poi per lo stesso motivo per cui si amava tanto il cartone animato – ci portava sopra le nuvole, mischiandoci alle vicende di questi semidei così umani. Un po’ come i divi di Hollywood, insomma.
Abbiamo parlato di:
Pollon #1/2 [1]
Hideo Azuma
Traduzione di Valentina Spitale
Magic Press, 2012
244 pagine/256 pagine, brossurato, bianco e nero – 7,50 cada.
Note:
- Titolo originale: Ochame shin monogatari Kolo Kolo Pollon. Data di prima pubblicazione originale: 1978 [↩]
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