22.21: entro in camera.
22.23: in camera ci sono Alessandro, il Marco e un canadese che discutono della nostra vita sessuale.
22.24: nostra nel senso di mia e di Alessandro.
22.25: più che «discutono», «progettano».
22.26: esco dalla camera.
22.28: in cucina, a nutrirmi di briciole di tortilla.
22.31: il canadese mi offre una piccola porzione di pasta cucinata da lui.
22.32: perfettamente al dente, aggiungerei.
22.33: il canadese mi porge una forchetta pulita.
22.35: il canadese mi conduce, per consumare il commovente piccolo pasto, nella propria stanza.
22.36: nella quale trovano posto, tra le altre cose, un numero adeguato di stoviglie linde e asciutte, uno scendiletto, un pacchetto di Lindor, whiskey di buona marca, lenzuola di bucato, l’unica candela profumata di aroma gradevole che sia mai stata messa in commercio.
22. 37: fugaci considerazioni sull’opportunità di incorporare il canadese nella mia vita sessuale.
22.38: o assumerlo come governante.
11.41 «oh, ragazzi ho fatto un sogno pazzesco»
11.42: ah, non era un sogno.
11.43: niente, stanotte hanno trovato un tizio asiatico riverso nel corridoio del dormitorio.
11.44: intento a lamentarsi flebilmente.
11.45: i miei amici e una di due portoghesi della stanza di fianco hanno tentato di rianimarlo.
11.46: non riuscendoci, hanno approfittato dell’occasione per scattare una serie di foto ricordo.
11.47: (io nel mentre ero nell’unico posto in cui avesse senso essere, ossia il mio letto)
11.48: poi sono arrivati i tizi della sicurezza.
11.49: meno male che non c’ero, quindi, non avrei saputo come manifestare la simpatia in assenza di zerbini.
11.50: il collassato è stato sottoposto a una sbrigativa perquisizione.
11.51: che ha evidenziato il fatto che fosse stato derubato probabilmente anche delle mutande.
11.52: poi è stato deriso, credo.
11.53: e infine identificato approssimativamente e introdotto a braccia nella propria stanza grazie all’uso di un passepartout.
11.54: (come se io sapessi scrivere quella parola senza cercarla su google, tra l’altro)
11.55: una volta dentro, il soggetto ha sperimentato una improvvisa quanto intempestiva ripresa di coscienza.
11.56: ossia si è svegliato mentre il Marco gli levava le scarpe, si è convinto che gliele stesse rubando (oh the irony) e quindi voleva menarlo.
11.57: ma poi si è reso conto.
11.58: e tutto è bene quello che finisce con commosse manifestazioni di rimorso per i tentativi fiacchi di percosse al volto.
12.01: un breve riassunto della giornata di ieri: SKITTLES (ossia la ragione principale per cui occasionalmente espatrio)
12.02: ze spaghetti accident (la dinamica non e’ chiara nemmeno a me)
12.03: Alessandro conciato come una vedova sarda, e del vischio sullo sfondo:
12.04: il posto (buono) dove abbiamo mangiato ieri (io ho mangiato: una patata bollita affogata nello tzaziki, per il quale questo paese sembra avere una curiosa ossessione) 14.48: oggi andiamo alla fabbrica della birra Lech.14.49: dove per la modesta somma di sei zloty riceveremo un apribottiglia di latta, un tour guidato dello stablimento e una pinta di –appunto– birra.
14.50: e il bicchiere in cui è servita, se ci riesce di incularlo.
14.51: il Marco è alla sua quinta visita e sulla sua mensola fanno appiccicaticcia mostra di sé solamente due bicchieri, quindi traete le vostre conclusioni.
14.52: nota a margine, a me la birra non piace e non mi interessano i bicchieri, in compenso il levatappi omaggio mi verrà probabilmente sequestrato dalla sicurezza dell’aer… areo… aero… di Varsavia Chopin.
16.04: la nostra modesta rappresentanza qui all’estero ha lo scopo di far passare quello italiano come un popolo di gente GRANDE, se non propriamente bellissima.
16.05: (io, che sono ovviamente quella vestita da parcheggiatore, sono un metro e settantaquattro)
16.11: nella stanza da cui si possono osservare le operazioni di imbottigliamento, e con piglio serissimo, la guida mi ha interrogata sui dettagli delle fasi di produzione che ci aveva spiegato in precedenza.
16.12: diciamo un sei scarso, soprattutto perche’ non mi ricordavo come si dice in inglese luppolo.
16.46: per fortuna, tutto e’ bene quello che finisce con un attestato di partecipazione compilato in proprio.
16.47: nota: tornata in Italia, presentare in segreteria il certificato e tentare di ottenere in cambio dei crediti.
16.48: la birreria del birrificio, in cui i ragazzi giocano a calcetto e si dividono anche la mia birra.
16.49: stasera festa di compleanno (?), domani partenza e ritorno alla madrepatria.