Pompei crolla e l’università brucia. Questo è il valzer del moncherino

Creato il 01 dicembre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
È crollato un altro pezzo di Pompei. Stavolta, e non è un caso, è toccato al muro della casa del “moralista”. Sembra che nella Pompei pre-vesuviana, ci fosse un tizio particolarmente bacchettone che invitava gli ospiti della sua domus a scrivere frasi moralizzatrici sulle pareti. Novelli Keith Haring, i viandanti oltre a scrivere parole, avevano anche la possibilità di illustrare i loro pensieri con schizzi e disegni. Poi arrivò la furia devastatrice del Vesuvio e la casa subì la sorte di tutte le altre abitazioni di Pompei, finì sommersa da un’onda anomala di lava, ceneri vulcaniche e lapilli schizzanti. Riportata alla luce dopo anni di scavi archeologici, sulle pareti della casa del “moralizzatore” erano ancora visibili le frasi, gli schizzi e i disegni che la furia dell’eruzione non era riuscita a cancellare. Così, fra un “via i ladri dal senato”, “Messalina è una zoccola” (con un ministro della cultura come quello attuale sono inutili le esattezze storiche), “meglio gay che plebeo”, “Cleopatra la da a tutti” e “Giulio Cesare è impotente”, il “moralizzatore” era riuscito a tramandare ai posteri quello che i suoi contemporanei pensavano della società e dei personaggi dell’epoca. Dopo 2000 anni anche questo pezzo della cultura italiana è andato in frantumi. “Tutta colpa della pioggia” ha detto Bondi, come se per due millenni non avesse mai piovuto e per la serie “alla faccia della siccità”. Il Vate cantore del Vate², è ancora al suo posto, immoto, statuario, indefesso, quasi assente. E mentre i bulgari chiedono le dimissioni del loro ministro della cultura per un guaio causato da Bondi, lui è ancora saldamente abbarbicato alla poltrona intento a sistemare gli affari di famiglia (della compagna). Cultura per cultura l’università non sta certamente meglio di Pompei. Anche lei sta crollando miseramente e non a causa della pioggia, più semplicemente sotto i colpi di piccone di Maria Stella Gelmini che, ad un primo impatto, tutto sembra meno un manovale. Gli ultimi giorni sono stati un gran casino. Città militarizzate, stazioni ferroviarie occupate, autostrade bloccate, pendolari imbufaliti, pensionati in crisi di astinenza da giri in tram, taxisti con in mano cric, poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa, cariche sui manifestanti, scalate di edifici e sit-in sui tetti, lancio di uova in Senato, tentativi di assalto a Montecitorio e a Palazzo Grazioli e un clima da guerriglia urbana di altri tempi. Il tutto per sentire Berlusconi dire: “I bravi ragazzi sono a casa a studiare, qui ci sono solo i facinorosi dei centri sociali”. Detta da Silvio, la frase non ci fa nessun effetto, ripetuta a qualche chilometro di distanza da Chiamparino, qualche problema ce lo crea. Ma lui non è uno dei futuri candidati alle primarie del Pd? Spiegata la ragione per la quale Vendola aumenta di settimana in settimana nei sondaggi di Enrico Mentana. Comunque, nonostante le manifestazioni degli studenti e dei ricercatori, il decreto legge sull’università è passato. Fini lo ha definito come “una delle cose migliori di questo governo”, omettendo per carità di patria le peggiori che però sono sotto gli occhi di tutti esattamente come le rivelazioni di Wikileaks. A proposito, ora tocca alle banche, chissà cosa verrà fuori sulla Credieuronord. Che diavolo è? Chiedetelo a Bossi e per risposta aspettatevi un medio a caso.

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