Era un vecchio ponte di ferro su un canale ormai dimenticato della zona industriale.
L’avevano lasciato dove si trovava benché più a monte ne fosse stato costruito uno nuovo, cosicché l’ampia statale ora evitava quel tratto di strada omessa. Era una via chiusa al traffico e anche il ponte era stato dichiarato pericolante, ma la gente continuava a usarlo e di notte le auto superavano il cartello del divieto in cerca di un parcheggio. Il marciapiede era sconnesso e la luce del lampione, dopo essersi bruciata, non era stata sostituita. Giravano voci e battute su quel lampione; si diceva che fra chi parcheggiava abusivamente da quelle parti ci fossero anche certi politici dell’amministrazione locale che preferivano l’oscurità della notte per non essere riconosciuti.
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