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Ponte sullo Stretto: torna la polemica

Creato il 29 settembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Il governo torna a valutare il progetto del ponte sullo stretto di Messina, ma solo come ferrovia. Approvata alla Camera una mozione Ncd riformulata su suggerimento del sottosegretario ai Trasporti.

Torna l’eterna polemica sulla realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Questa mattina, in aula a Montecitorio, si sono votate le mozioni sulle iniziative per la conclusione dei lavori dell’autostrada Salerno-Reggio e il potenziamento del sistema dei trasporti della regione Calabria. Sel ha presentato un testo, firmato da Franco Bordo, nel quale si chiedeva al governo di impegnarsi a «confermare che la realizzazione dell’opera relativa al ponte sullo stretto di Messina rappresenti realmente un capitolo chiuso per l’attuale esecutivo, nonché ad astenersi da qualsiasi iniziativa volta a favorire in qualsiasi modo il rilancio e la realizzazione del progetto del ponte sullo stretto di Messina». Il governo, rappresentato dal sottosegretario Pd alle Infrastrutture Umberto Del Basso De Caro, ha chiesto al gruppo di Nichi Vendola di espungere l’impegno sulla realizzazione del ponte sullo Stretto “poiché trattasi di un intervento che non è presente nell’agenda del governo e la cui complessità richiederebbe uno specifico approfondimento, che può tranquillamente essere rimandato ad altro momento”. Di fronte al rifiuto dei deputati di Sel di apportare la modifica, si è proceduto alla votazione per parti separate. La maggioranza ha bocciato il no definitivo all’opera, contrari i voti di Sel, M5S e di alcuni deputati Pd.

Parallelamente è stata presentata una mozione del Ncd, firmata da Dorina Bianchi, che sulla questione andava nel senso opposto. Dopo la richiesta di riformulazione da parte del governo, il gruppo degli alfaniani ha limitato il senso del testo all’uso ferroviario dell’infrastruttura, ricevendo così il voto favorevole dell’aula. Lo stesso sottosegretario, una volta cambiata idea, dichiara:

“Penso che la riformulazione alla quale si potrebbe pervenire sia quella che impegna il governo a valutare l’opportunità di una riconsiderazione del progetto del Ponte sullo Stretto come infrastruttura ferroviaria previa valutazione e analisi rigorosa del rapporto costi-benefici, come possibile elemento di una strategia di riammagliatura del sistema infrastrutturale del Mezzogiorno”.

Il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio frena, dichiarando: “Sul mio tavolo non c’è alcun dossier sul Ponte nello Stretto, ma se arriveranno proposte le valuteremo”. La decisione del governo suscita la netta opposizione di Sel, il cui capogruppo Arturo Scotto denuncia:

“Con un colpo di scena degno di un thriller, il governo cambia idea e per tenersi buono l’alleato dell’Ncd apre alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, anche se ad uso ferroviario. Invece di impegnarsi per finire la Salerno-Reggio Calabria e per ammodernare il sistema viario calabrese, preferisce assecondare il ministro dell’Interno Alfano, e il suo partito l’Ncd, sponsor di questa opera inutile per lo sviluppo del Mezzogiorno. Siamo alla farsa e alla presa in giro degli italiani. Ma Renzi lo sa?”.

Anche i deputati delle Commissioni Trasporti e Ambiente della Camera del M5S attaccano:

“Smentendo lo stesso ministro delle Infrastrutture Delrio oggi il governo cambia idea e, subendo l’eterna campagna elettorale di Alfano, in Aula ha appena affermato di voler riconsiderare il progetto del Ponte sullo Stretto. Ma come: non era il governo della manutenzione e non delle grandi opere? Del mettere prima in sicurezza? Contrariamente a ogni considerazione razionale e logica ritorna in auge un progetto inutile e dispendioso, voluto dal ministro Alfano che – a questo punto è chiaro – detta l’agenda del governo. Noi diciamo no a un’opera inutile: prima di passare lo Stretto e considerare un’opera faraonica come il Ponte un’infrastruttura ferroviaria, bisognerebbe poterci arrivare in sicurezza, a Reggio Calabria, e viaggiare con altrettanta sicurezza in Sicilia. Dove ci sono strade che crollano, ponti che si sbriciolano, e treni regionali inesistenti”.

S.C.

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