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Ponte Treviglio-Dubai, quando gli sceicchi si innamorano del mobile d’arte

Creato il 13 febbraio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Credenze, vetrine, poltrone, finemente intarsiate in ebano, avorio o madreperla e con finiture dorate. E’ questo il biglietto da visita nel mondo di Treviglio, seconda città della provincia di Bergamo, situata nella Gera d’Adda, cioè nel basso territorio fra l’Adda e il Serio. 

Un laboratorio che lavora il legno (wwwvalgardenait.blogspot.com)

Un laboratorio che lavora il legno (wwwvalgardenait.blogspot.com)

Circa 100 imprese di artigiani locali, infatti, danno vita a una produzione di altissimo livello venduta quasi esclusivamente all’estero e in particolare nei Paesi Arabi e, più di recente, anche a Mosca. A clientela, ovviamente, molto esclusiva (un mobile può costare anche diverse migliaia di euro) come gli sceicchi. ”Abbiamo puntato tutto sull’internalizzazione – spiega a Labitalia Francesco Ghilardi, capo Polo di Treviglio dell’Associazione Artigiani di Bergamo – appoggiandoci alle Camere di commercio lombarde. Da anni siamo presenti a eventi fieristici a Dubai, a Monaco e a Mosca per intercettare i buyer dei piccoli numeri, quelli che cercano la qualità dell’eccellenza e non i grandi numeri. Non possiamo essere competitivi coi colossi dell’industria, ma i nostri sono pezzi unici e chi li apprezza si trova in tutto il mondo”.

Il 2014, dice Ghilardi, “per ora segna un -5% di fatturato rispetto al 2013″. “Non sarebbe una gran perdita, se non fosse che il 2013 si è chiuso con un -40% rispetto all’anno precedente, ancora da recuperare”, sottolinea. Sembra strano, ma in questo polo dell’eccellenza del made in Italy, c’è un problema serio che affligge gli imprenditori ed è quello di trovare personale, specializzato o da formare, soprattutto giovane.

Con la crisi hanno chiuso anche molte piccole botteghe dell’indotto che costituivano il serbatoio naturale di manodopera per la lavorazione artistica del legno – aggiunge Ghilardi – e ora dobbiamo addirittura tremare se squilla il telefono per una commessa consistente perché c’è il rischio, a causa della mancanza di personale, di non poterla portare a termine“. E la carenza, spiega Ghilardi, riguarda anche altre categorie come edili, idraulici e elettricisti.

L’artigiano di oggi – conclude Ghilardi – deve essere anche manager di se stesso. Per questo, insieme all’Università di Bergamo abbiamo dato vita alla scuola per ‘dottori artigiani’, ossia alla Scuola Dirigenti Artigianato. Un’iniziativa che – conclude – ci auguriamo che avvicini tanti giovani ai mestieri d’arte”.

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