Venerdì 04 Maggio 2012 16:47 Scritto da Alessio Sgrò
C’era una volta un grosso corvo soprannominato da tutti gli animali Pontecorvo. Il perché di tale nome derivava dal fatto che permetteva di realizzare una sorta di ponte con le fronde degli alberi; egli, infatti, posandosi su un ramo lo faceva abbassare, grazie al suo peso, tanto quanto bastava per farlo avvicinare a un altro posto dall’altra parte del fiume. In questo modo creava così un passaggio che era molto comodo a tanti scoiattoli del bosco che lo usavano come scorciatoia; così ogni volta che dovevano oltrepassare il corso d’acqua non facevano altro che chiamare il corvo.
Un giorno, come accaduto tante altre volte, si sentì urlare «Pooontecooorvo mi faresti passare?» e poco dopo si vide il corvo uscire dal suo nido per vedere chi si permetteva di convocarlo, e scocciato rispose «Chi è che disturba il mio riposo?».
«Sono io» disse uno scoiattolo con voce tremolante «Cortesemente potresti aiutarmi a superare il fiume?».
«E perché mai dovrei aiutarti?» furono le parole del corvo, che era molto scontroso e non aiutava mai volentieri gli scoiattoli, la sua disponibilità non era mai certa e dipendeva dal suo umore o se gradisse il passante.
«Perché sei un nostro amico, come tutti gli altri animali del bosco» ingenuamente esclamò lo scoiattolo.
«Un tuo amico, ti sbagli di grosso, io non potrei mai esserti amico, mi sei antipatico e sei pure brutto, e io faccio passare solo chi voglio, e tu non passi». A queste parole lo scoiattolo deluso rinunciò, non fece nemmeno un altro tentativo, se ne andò via amareggiato e sconsolato a prendere il sentiero, con cui avrebbe allungato molto, ma che l’avrebbe portato ugualmente dall’altra parte. Ma quando ancora non era lontano vide degli altri scoiattoli che stavano sul ramo e con suo stupore Pontecorvo vi si posò sopra permettendogli di raggiungere l’altra sponda.
Infuriato lo scoiattolo corse, in tutta fretta, e raggiunse il ramo dove era ancora appollaiato Pontecorvo «Perché loro li hai fatti passare e a me no, questo non è giusto!» esclamò lo scoiattolo, ma proprio mentre diceva queste parole il corvo fece un cenno con l’ala di passare, sbalordito lo scoiattolo allora si precipitò, non credeva ai suoi occhi, e avanzò, finché a un certo punto SPLAFFF.
Con un colpo d’ali il corvo prese il volo, il povero scoiattolo che si trovava appena sulla punta del ramo, venne catapultato in aria lontano fino a che non si schiantò su un mucchio di foglie.
«Aha... aha… aha… te l’ho detto che non ti faccio passare, mi sei antipatico, come te lo devo dire» ridendosela a crepapelle esclamò il corvo.
Ormai avvilito lo scoiattolo abbandonò definitivamente le proprie intenzioni e cambiò strada.
Poco tempo dopo in una giornata di pioggia e lampi si udirono degli spari di cacciatori, tutti gli animali del bosco scappavano nelle loro tane per rifugiarsi, tutti tranne Pontecorvo che sceso dal suo albero per procurarsi qualche facile vermiciattolo, non vi poteva fare ritorno avendo le ali bagnate che gli impedivano di volare.
Lì vicino a Pontecorvo c’era una tana, molto grande, così vi si avvicinò per chiedere ospitalità quando si affacciò il padrone, era uno scoiattolo, anzi, era lo stesso che lui aveva deriso e umiliato sull’albero tempo prima e gli chiese «Ti prego fammi entrare, ho paura ci sono i cacciatori ho bisogno di un nascondiglio per rifugiarmi, altrimenti mi prenderanno».
«No, no non posso» rispose lo scoiattolo con fare deciso.
«Perché non puoi, la tana è molto grande c’è posto per tutti e due» disse impaurito Pontecorvo.
«Io non faccio entrare in casi gli sconosciuti e tu in più mi sei pure antipatico, anzi lo sai che c’è» ricordandosi lo scoiattolo di come era stato trattato «fai quello che sai fare meglio… attaccati al ramo» e lo lasciò lì fuori alla mercé dei cacciatori.