L’evangelizzazione del Papa via twitter (@Pontifex) è pane per gli esperti del marketing e sociologi dell’ultima ora. Per me, credente (non molto) praticante e cittadino impegnato in una quotidiana battaglia contro i «mostri» di ogni colore, razza e religione, un bel segnale positivo.
Come giovane (ehi, ho appena 42anni!), devo necessariamente osservare come l’Italia sia diventato un paese ammuffito. La metafora incalza: uno yogurt scaduto? Una busta di latte andata a male? Un vecchio scarpone bucato?
A Voi l’antifona, a me i dati (anagrafici).
Consideriamo le cinque maggiori cariche dello Stato (a dimostrazione di un paese arretrato, da notare l’assenza di donne dall’elenco che – detto tra noi – mi aiuta a rivelare l’età degli okkupanti senza offendere il buon gusto)
- Giorgio Napolitano (1925): Presidente della Repubblica Italiana, 87 anni;
- Mario Monti (1943): presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana e allo stesso tempo di Ministro dell’Economia e delle Finanze, 69 anni;
- Renato Schifani (1950): presidente del Senato, 62 anni;
- Gianfranco Fini (1952): presidente della Camera dei deputati, 60 anni;
- Alfonso Quaranta (1936): presidente della Corte costituzionale della Repubblica Italiana, 76 anni.
Da una semplice formula matematica, segue una spietata sentenza priva di interpretazioni ambigue tipiche del nostro bel paese: l’età media delle cinque maggiori cariche dello Stato è pari a
(87+69+62+60+76)/5 = 354/5 = 70,8 anni.
Se rievochiamo la data di nascita dei due futuri candidati alla Presidenza del Consiglio post-Monti (Pier Luigi Bersani nato il 1951, 61 anni e Silvio Berlusconi del 1936, 76 anni – sorpresa, ancora due uomini!) il dato è – se possibile – ancora più deprimente.
Dunque, l’account twitter del Pontefice (un uomo del 1927!) va controcorrente: finalmente un potente scende tra noi comuni mortali, twitta, pubblica, condivide, chatta, naviga.
Proprio come un giovane qualunque: in un paese di mummie, non è poco.
MMo