Il tempo del viaggio a Ponza si è concluso per me soltanto ieri. Ho finalmente recuperato il kayak!
In kayak entra sempre tutto... e oltre il punta piedi c'è un sacco di spazio!
Ero scesa in auto con Guido e dopo il periplo delle isole ponziane mi sono trattenuta qualche giorno a Napoli, mia città d'elezione. L'amico milanese, invece, è risalito solo soletto verso le brume padane. Con due kayak sul tetto, il suo ed il mio, e due pagaie nell'abitacolo, la sua e la mia: il kayak l'ho ritirato giusto ieri, la pagaia gliel'ho lasciata... dimenticata a Milano, poveretta!Finalmente si parte: si fuma, si ride e si prende il mare!
Così oggi ho trascorso buona parte della mattinata a dare aria alla tenda e al sacco a pelo, a lavare il vestiario rimasto chiuso due settimane nelle sacche stagne, a riporre la cambusa avanzata, a sistemare l'attrezzatura... sperando in una schiarita tra le piogge che ormai da giorni bagnano il nord-est...Il mio gioco preferito: impilare pietre in ogni angolo del Mediterraneo!
Ho impiegato quasi due ore a lavare a mano lo storm-cag: sul traghetto s'era completamente annerito di grasso ed olio mentre cercavo disperatamente di dormire sul ponte esterno (sotto una pioggerella autunnale) per contenere il mio solito mal di mare... è tornato pulito, di un bel rosso brillante!L'occasione è stata doppiamente proficua: ho ripulito la giacca e ho ripercorso ad occhi aperti tutte le tappe del nostro fortunato viaggio a Ponza!
Il gruppo in sosta prima della traversata da Ponza a Palmarola...
Dodici amici provenienti da ogni dove: Milano, Napoli, Salerno, Pescara e Roma. Dodici kayak diversi, vecchi e nuovi, e dodici diverse andature. Dodici esigenze differenti, a terra ed in mare, ma una sola passione per la pagaia e la vita all'aria aperta.L'esperienza di un viaggio in kayak avvicina: gli uni agli altri e tutti al mare. Si è piccoli di fronte all'immensità dell'orizzonte, poveri di fronte alla ricchezza della natura, nudi di fronte alla grandezza della vita. Non si può fingere, non più, non ci si può nascondere: dubbi e timori si stemperano raccontandosi ed unendosi al gruppo... il mare completa l'opera!
... finiscono sempre per innamorarsi tutti del Baidarka!
Nell'attesa di alcuni ritardatari dedichiamo il venerdì a visitare il porticciolo di Ponza e a perlustrare le belle anse vicine, le antiche vasche romane scavate nel tufo, le grotte nascoste sotto le scogliere rocciose, i curiosi faraglioni che incoronano l'ingresso del porto... l'acqua è così calda e trasparente che non ricordo neanche più quante capriole c'ho fatto dentro!... ma le esplorazioni più azzardate si fanno ciascuno in sella alla propria barca!
Quando il sabato finalmente ci riuniamo, concordiamo di tentare la traversata verso Palmarola.La lavatrice sotto il faro di Punta della Guardia ci emoziona tantissimo ma non ci dissuade dal raggiungere l'isola minore: dopo una pausa ristoratrice alla baia della Necropoli, alle porte di Chiaia di Luna, ci avventuriamo in mare aperto, con una bella corrente al giardinetto che ci impone più volte di correggere la rotta...
Grazie alla guida esperta di Emanuele ci siamo avventurati dove non sembrava possibile...
Una breve sosta a Cala Brigantina precede lo sbarco alla spiaggia del Porto di Palmarola, in un tramonto silenzioso e caldo che tutti apprezzato molto. La serata sotto le stelle è allietata come sempre dalle chiacchiere e dalle pietanze che si scaldano sui vari fornellini da campo. Non c'è neanche bisogno di montare le tende e la luna ci tiene compagnia quasi fino all'alba...Per non saltarne nessuna basta seguire Lorenzo, il cacciatore di grotte!
Prima di riprendere il mare ci arrampichiamo su per il sentiero che porta alle caratteristiche casupole ricavate nella parete rocciosa e più su fino alla sella tra La Forcina ed il Monte Tramontana: da lassù si gode una splendida visuale sull'isola di Ponza, illuminata dai primi raggi del sole, su un mare d'argento diventato piatto come una tavola...Uno dei tanti spettacolari profili di Palmarola: la Cattedrale!
Di nuovo in mare, la giornata si riempie di nuove emozioni.La Cattedrale è un luogo unico nel Mediterraneo: i basalti colonnari si elevano al cielo e creano un gioco di luci ed ombre che ogni volta mi lascia a bocca aperta. Il nome non può essere più appropriato.
I faraglioni policromi del versante orientale dell'isola fanno venir meno la voglia di traversare nuovamente su Ponza, che però lancia da lontano il suo inconfondibile richiamo...
Lucia è stata senza alcun dubbio la più coraggiosa di tutti!
Stefania ed Emanuele ci attendono a Chiaia di Luna e con loro proseguiamo il periplo dell'isola, passando per le famose Piscine, per la Cantina, per la Grotta del Corallo... Prima di scapolare ci godiamo un tramonto infuocato su Palmarola proprio quando l'orizzonte viene solcato da un veliero a cinque alberi che sembra uscito da un romanzo di pirati...Claudio e Ponza nel loro massimo splendore!
Infiliamo il canale tra Ponza e Gavi che è ormai l'imbrunire: il gruppo procede poco compatto ma le fitte chiacchiere notturne tengono unite le coppie che spontaneamente si sono create in navigazione. Sbarchiamo che è ormai buio ma null'altro dobbiamo fare se non sederci ad una lunga tavolata imbandita: gustiamo linguine allo scoglio ed impepata di cozze, un ricevimento indimenticabile che il gestore del resort del Frontone ha preparato apposta per noi... un fuori programma fuori stagione!Non m'era ancora mai capitato: un viaggio col 50% di presenze femminili, un record!!!
Il lunedì arriva luminoso e pigro: lezione collettiva di yoga sul patio di legno, sotto le fronde umide delle tamerici, colazione in riva al mare con cornetti caldi al cioccolato e vari esercizi di rolling nell'acqua bassa e pulita... che però presto si riempie di meduse Pelagia Nocticula, urticanti e fastidiose... ma anche di qualche esemplare di Velella Velella che, aveva ragione l'amico Riccardo, non sono meduse ma colonie di polipi blu, attaccati ad un galleggiante chitinoso munito di una "veletta" che percorre il mare seguendo il vento!Chissà poi perché ridiamo sempre tutti!?!
Il nostro viaggio non è ancora finito: il traghetto del ritorno inghiotte i dodici kayak e sulla coperta proseguono le chiacchiere e le risate. Ci raccontiamo quel che ci è piaciuto, quel che abbiamo imparato e quel che vogliamo migliorare: ci diamo un nuovo appuntamento in mare e tutti speriamo che il tempo trascorra veloce fino alla prossima uscita in kayak!Il tempo a volte è bizzarro, a momenti rallenta e a tratti corre via veloce...