Magazine Cultura

Pordenonelegge: cronaca di un vecchio aficionado

Creato il 16 settembre 2015 da Temperamente

Per cosa hai mai fatto la fila? Al medico, alla posta, alla banca oppure all’università per ricevere dei documenti. Una vita fatta di file, di attese spesso per disbrighi burocratici. A Pordenone, però, si fa un’eccezione. In tutti i quattro anni in cui ho vissuto in questa cittadina del Friuli occidentale, di là da l’aghe, come è definita dai friulani di Udine, quelli che vivono al di là del Tagliamento, ho potuto fare delle file per Paolo Mieli e per Umberto Eco, per ascoltarli o per, semplicemente, sentire parlare di libri dagli autori stessi, per questo Pordenonelegge ha come sottotitolo “festa del libro con gli autori”.

Così da insegnante della provincia pugliese trasferito al Nord per lavoro, mi sono imbattuto in lunghe file di persone per entrare in palazzi storici, a teatro o nelle piazze di Pordenone la terza settimana di settembre, quest’anno da mercoledì 16 a domenica 20.
Entusiasmo a mille non solo perché si parla di libri e ce ne sono una marea in giro, ma anche per portare le classi in giro prenotando qualche incontro mattutino. Ricordo il primo incontro cui ho portato una terza di un istituto d’arte, un contest tra giovani scrittori, Roland, valutati da alcuni editor-scrittori (Giorgio Vasta, Nicola Lagioia e Giulio Mozzi, sono i nomi che ricordo). Pensavo fosse un modo per i ragazzi per vedere un romanzo dal di dentro, un ripetere ciò che è stato fatto in passato… per loro un momento per fuggire dalle quattro mura scolastiche. O quando ho portato una mia seconda del tecnico turistico ad un incontro sui narratori della provincia di Pordenone, era la presentazione di una volume di una collana di libri che coinvolgeva il Triveneto. I ragazzi mi guardavano con occhi alieni, o meglio l’alieno ero io… ma dove c’ha portato prof!

Be’ non tutti gli incontri erano esaltanti, o meglio gli incontri erano per diversi palati, ecco… ma i numeri sono tanti, per l’edizione 2015 si contano circa quattrocento ospiti che si dislocano in quarantadue luoghi siti per tutta la città, specialmente nel piccolo centro storico. Anche perché è per gli incontri più belli che c’è da fare la fila, spesso anche più di un’ora, allora per cambiare le regole e sostenere la manifestazione, l’organizzazione, la Fondazione Pordenonelegge, ha tirato fuori gli “amici” del festival, persone che comprano ingressi per un certo numero di spettacoli, nulla di nuovo sotto il sole, gli incontri sono sempre gratuiti per gli altri.

Al terzo e quarto anno allergico alle file m’imbucavo negli incontri un po’ sfortunati, quelli che seguono in pochi, oppure con un amico riciclavamo una vecchia cordicina porta pass del festival, che finiva rigorosamente in una taschina della camicia giusto per evocare il tesserino che non c’era, ed entravamo a tutti gli incontri senza fila spacciandoci per fotografi, vista anche l’attrezzatura (macchine fotografiche e cavalletto) che ci portavamo al seguito: Silvia Avallone, Paco Ignacio Taibo II, Tiziano Scarpa, Walter Siti e Geronimo Stilton.

Quest’anno non ci sarò e non vedrò David Leavitt, Azar Nafisi, Azza Filali, Ann-Marie MacDonald, Marcello Figueras, Fulvio Abbate, Federico Rampini, Corrado Augias, Francesca Archibugi, Pierluigi Cappello, Eraldo Affinati, Nicola Lagioia e tanti altri, a malincuore sono altrove.
Questa è la cronaca di chi torna da dove è venuto, e che si porta dietro questa Itaca capovolta lasciata per tornare ad insegnare in Puglia. Mercoledì per sminuire la nostalgia la chiamerò anche io ironicamente Pordenone gregge o Pordenone in fila, termini coniati un po’ per insofferenza verso questa massa di gente che si riversa in questi giorni, forse solo per riempire il tempo o perché è tempo di festa. E seppure lo fosse, che a riempirlo questo tempo ben venga siano dei libri. Viva la festa del libro con gli autori!

Giuseppe Losapio


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :