Eccolo, il nuovo contest di Equazioni per l’estate! Dopo la prima edizione estiva e dopo quella invernale (di cui io avevo vinto il premio per la sezione “diario”, un bellissimo acqua-tai che recensirò tra poco…) ecco che Davide e Francesca ci propongono un nuovo contest fotografico.
Tutti i portatori sono invitati ad inviare gli scatti più belli delle vacanze in fascia, mei tai, o altri supporti… Tre premi per i vincitori, messi in palio da Equazioni e da Bellamamma.
Io nel frattempo pubblico qui il diario dello scorso anno che, non so perché non avevo più inserito nel blog…
La nostra mèta quest’anno è la stessa dell’anno sorso e dell’anno precedente: Premantura, in Croazia, poco sotto Pola, un minuscolo paesino all’ingresso di uno splendido parco naturale, il Kamenjak. Pochi ristoranti, poche gelaterie, un minimarket e un micromarket, niente lungomare con vetrine sfavillanti, pochi negozi già chiusi alle otto di sera. Da quest’anno, però, i mercatini dell’artigianato tipico e dei prodotti gastronomici cominciano a metà giugno, così facciamo in tempo a visitarli anche noi: dieci espositori in tutto nella piazzetta davanti al Comune.
Mare, sole, riposo…
Tutto ben meritato visto che le settimane precedenti sono sempre frenetiche: per risparmiare scegliamo l’appartamento, ma io mi porto via sughi e arrosti pronti per “spignattare” il meno possibile.
Quest’anno tutto è amplificato e nuovo perché, se l’anno scorso avevamo una clandestina a bordo, quest’anno abbiamo Febe, una bimba di sei mesi da portare con noi… e già non eravamo pochi: c’ero già io, mamma Tiz, poi c’erano papà Andrea, Tabita di 9 anni, Luca di 7 e Kira, il nostro beagle!
Noi abbiamo, ovviamente, un “bel” monovolume sette posti e fino allo scorso anno era facile fare stare tutto: bastava togliere tre sedili e in dieci minuti la macchina era carica, senza nemmeno dover calcolare gli spazi e gli incastri.
Ma quest’anno? Un sedile in più significa molto spazio in meno. Ci facciamo prestare la cassa da applicare al tettuccio? Lasciamo a casa la Kira? Non sia mai!
E… e il passeggino? Eh, eh, se carichiamo quello non ci basta nemmeno la cassa… portiamo solo il telaio e poi ci agganciamo il seggiolino per la macchina… ok, ma poi quando siamo là chi spinge il passeggino per la ripida salita che ci porta alla casa? E, soprattutto, chi lo tiene durante la discesa… “Te lo ricordi com’era, quell’anno a Bol con Tabita piccola… vero?”. Lì avevo capito a cosa servono i passeggini col freno!
Io lo lascerei a casa.
Silenzio. Dubbi. Bambina di sei, quasi sette mesi uguale passeggino. Sì, va bene, stà spesso in fascia, mi sono anche appena cucita un nuovo mei tai e ho comprato una fascia con gli anelli… però… però le abitudini sono dure a morire. Ma non sono nemmeno eterne.
Il passeggino resta a casa.
La valigia che una volta serviva a me e Andrea col tempo è bastata anche per uno, poi due, ora tre figli… è incredibile come le finte esigenze calino con l’aumentare delle vere soddisfazioni! Così in macchina ci sta tutto, senza bisogno di portapacchi vari. Kira nel suo trasportino compresa.
Ci accorgiamo di aver fatto la cosa giusta già appena arrivati: pensa a portare su e giù dalle scale il passeggino tutte le volte! Tra l’altro probabilmente non ci sarebbe nemmeno passato per la porta di casa.
La sera usciamo a cena e Febe si addormenta nel mei tai. Quando si sveglia ciuccia un po’ di latte, poi si guarda intorno e inizia ad ambientarsi.
La mattina seguente spiaggia. Si parte in macchina (senza dover riagganciare il seggiolino… e sapete tutti che non è cosa da poco!), si arriva alla spiaggia prescelta e lì sfodero la mia fascia nuova di zecca. Non ho problemi col mei tai, ma la fascia ad anelli mi frega, non l’ho mai nemmeno provata. Pazienza, al fresco della pineta mi cimento e dopo un po’ di tira e molla riesco a sistemarla. A quel punto, con le mie due mani libere, prendo su un paio di borsoni, chiudo la macchina e mi incammino dietro la mia tribù, verso il mare. Quando arrivo dove hanno deciso di accamparsi Andrea mi chiede le chiavi della macchina per fare il secondo giro… poi si rende conto che ho portato io quello che mancava. E un’altra volta gioiamo di questo nuovo (per noi) modo di portare i bimbi!
Così la sera sperimentiamo qualcosa di nuovo: portare col mei tai sulla schiena. Mi faccio aiutare da Andrea e questo semplifica parecchio l’operazione che io avevo tentato con qualche difficoltà a casa, ma senza mai fidarmi ad andare in giro. Febe gradisce molto la nuova posizione… dopo meno di cinquanta metri dorme!
Dopo un paio di giorni di sole arriva, anche quest’anno, la pioggia. La zona è ricca di splendide cittadine, quella che l’anno scorso ci aveva colpito di più era stata Rovigno. Così decidiamo di tornarci.
Pioviggina, ma Febe è nel mei tai tranquilla con il suo cappellino in testa, io col cappuccio della felpa sto bene. Piove, apro l’ombrello e continuiamo indisturbati il nostro giro.
Incrociamo più volte una coppia… poverini, lei tiene il figlio in braccio mentre lui spinge un triste passeggino vuoto.Ad ogni salita e ad ogni discesa la nostra convinzione cresce: il passeggino non è solo inutile, è una incredibile rottura di scatole!
Le vacanze finiscono, sempre troppo presto, noi salutiamo la “nostra” casa, il bellissimo mare e torniamo in Italia, dove il passeggino, così ben scelto fra mille proposti in internet, ci aspetta, bello impolverato, in attesa che ogni tanto i nonni lo portino a prendere un po’ d’aria!
E io continuo a chiedermi perché… perché non ho scoperto prima questo meraviglioso modo di portare i propri figli… E forse proprio perché ho fatto entrambe le esperienze ho voglia di urlare a tutte le mamme: “Lasciate a casa il passeggino! Anzi, lasciatelo in negozio! Comprate una fascia, un mei tai, un pezzo di stoffa… semplificatevi la vita!”