Ci sono porte che si devono chiudere, cerchi che devono chiudersi.Sono porte che anni addietro pensavi si fossero chiuse per sempre, ma sono porte talmente importanti che solo con il tempo ti accorgi che invece no, non erano affatto chiuse.
E anzi sei stata proprio tu, in fondo al tuo cuore, a tenerle aperte. Giusto uno spiraglio, una fessurina…ma non sei riuscita proprio a chiuderle del tutto.
Passa il tempo e senti che senza aver capito che farne di quella porta, non ti dai pace.
Se è da chiudere, la chiuderò…ma…no, io vorrei proprio tentare di riaprila e di tornare alla situazione di tanti anni fa. Diversa. Perché qualcosa si è sicuramente rotto, qualcosa è cambiato…ma riprovarci.
Perché se lasci qualcosa in sospeso con persone importanti, maledettamente importanti, senza aver parlato, capito, chiarito, tentato…non vai avanti. Resti comunque impantanato un pochino lì. E sai perfettamente che non te lo perdonerai mai. Sarà un rimpianto che ti tormenterà sempre.
Ci sono amici che non si possono perdere.
Anche dopo anni di silenzio, anche dopo mille incroci che ci hanno diviso, anche dopo 20 anni che non li senti. Ma sono sempre stati con te, nella tua testa, in quella fessurina lasciata aperta.
Sono una persona strana, taciturna, che sparisce per mesi a volte. Non chiamo, non scrivo messaggi, non mando e-mail…Quante volte mi sento rinfacciare “Non chiami mai, non cerchi mai!”. È vero, verissimo. Solo in pochissimi lo hanno capito e lo accettano senza fare domande o rimproveri. È il mio carattere. Sono fatta così. Non significa che non ci tengo. Esattamente il contrario. Nel mio silenzio penso e ripenso agli amici, a quanto mi mancano, ma a volte le condizioni oggettive o mentali prendono il sopravvento.
Mi sono resa conto ad esempio che non ho mandato praticamente a nessuno gli auguri per le feste appena passate. Una gran cafona. Ma…mi è passato di mente. E non perché fossi impegnata in chissà quali bagordi. Anzi…semplicemente non mi viene in mente.
Le cose a comando, nelle relazioni, non mi vengono bene. E gli auguri nelle feste comandate sono una di quelle evidentemente…
So che in tanti avranno pensato che fosse l’ennesima conferma al mio disinteresse o menefreghismo. Lo so bene e probabilmente farei lo stesso anch’io a parti inverse.
Ma…sono io. E sono così.
Le mie amiche più vicine sanno come vivermi. Senza crucci, senza domande, senza rinfacci. Se sparisco sanno che c’è qualcosa. Sanno che ritornerò e allora sarò io a voler raccontare e parlare. Sanno che ho il mio tempo. Sanno aspettare in silenzio e senza incalzare. Sanno che senza di loro sono niente e che ho bisogno di loro. Ma nel momento giusto.
Chi mi pressa, mi ha perso in partenza.
Chi rispetta e comprende, mi avrà con sè tutta la vita probabilmente.
Chi da anni è dietro quella porta, per anni ha fatto parte di chi senza la mia chiamata costante si sentiva tradito e dimenticato.
Poi la vita ci ha dato sonori ceffoni, a entrambi, a chi prima e a chi poi, e forse gli anni ci hanno fatto pensare in modo diverso a tutto.
Il Tempo.
La vita.
Quel richiamo in fondo alla pancia che dice “Non perderlo. Non perderlo definitivamente senza averci almeno provato a parlare. Sono Amici preziosi, sono stati la tua seconda famiglia. Non può essersi cancellato tutto. Non è così che deve andare.”
Il Tempo fa pensare, fa capire, fa mettere da parte l’orgoglio e fa chiedere scusa.
Fa mandare un messaggio, tu che non li hai mai mandati, che dice tutto. O almeno ci prova.
Fa rispondere ad una telefonata di chi ha letto il messaggio e ti saluta con un “wow”.
Ti fa pensare che nulla è cambiato. Gli vuoi lo stesso bene, sei affezionata a lui e a loro quanto lo eri anni fa e hai una voglia immensa di rivederli e riabbracciarli.
Ci sono cerchi che vanno chiusi e vanno chiusi con la stessa perfetta intensità di quando si sono aperti.
Ci sono persone che valgono e valgono tanto anche in anni di silenzi. Perché c’erano e ci sono sempre state anche nei mille semafori e ingorghi delle nostre strade lontane.
Ci sono silenzi che hanno un valore ed un peso che ti accompagnano sempre, anche quando non te ne accorgi, anche quando pensi di essere rimasta sola.
Ci sono, eccome se ci sono, e vanno ascoltati, capiti e rispettati.
Fino al momento giusto. Fino al giorno giusto.
In cui chiedi un numero di telefono che avevi ormai perso.
E decidi di buttarti, rischiando una parolaccia in risposta.
E invece ottieni un meraviglioso “wow”.
Ne vale la pena. Sempre