Siracusa. Ritorna il silenzio sui reflui sversati nel Porto Grande. L’inquinamento, causato dai 12 milioni di mc/annui di reflui depurati, ma ancor ricchi di carica batterica, che vengono sversati dal 1985 nel Porto Grande, non interessano né l’amministrazione comunale né la SAI8, la società che gestisce le acque. Negli ultimi anni i reflui hanno causato continui processi di eutrofizzazione riconoscibili per le macchie rosso-marrone alla foce del canale con cui sono addotti al porto. La situazione di degrado ha assunto anche dei connotati “spettacolari” giacché i fanghi in sospensione sono visibili a occhio nudo e sono stati ripetutamente oggetto di video e servizi fotografici. Dunque solo chi è incapace di intendere e di volere non arriva a sospettare che la SAI8, la società di gestione, risparmia sullo smaltimento dei fanghi. La soluzione al problema c’è ed è alla portata di un’amministrazione comunale costituita da uno schieramento politico che governa la città da più di 10 anni, un’amministrazione che ha pensato solo a sprecare ingenti risorse economiche per realizzare il G8 Ambiente, un’utopistica barriera arborea antismog, un servizio di bike sharing oggi inesistente, e altri progetti dalla consistenza paragonabile a quella dell’aria fritta. Come risolvere il problema? Semplice. Riutilizzando i reflui depurati per scopi irrigui e industriali. Il problema, superabilissimo con una richiesta, è che per usarle in agricoltura bisogna avere l’autorizzazione della Regione. Per conferirle alle industrie, invece (le rifiutano in quanto cariche di cloruri), bisognerebbe completare l’impianto di ottimizzazione in progetto per il depuratore di Priolo. Si tratta di un impianto, progettato dal Consorzio ASI (Area di Sviluppo Industriale) nel 2005 per un costo di 40 milioni di euro: il 30% a carico dell’ASI e il 70% della Regione. Incapace di avere circa 12 milioni di euro, l’ASI ha avuto la capacità di trasformare in un flop il progetto risolutivo. In attesa del riuso per scopi irrigui e industriali, i reflui si possono convogliare al depuratore di Priolo, attraverso la condotta già esistente dell’acquedotto Ciane, di proprietà dell’ASI. Il mancato accordo tra l’ASI e il Comune-SAI8 per il pagamento di due custodi, li incoraggia a credere che possano essere giustificati dell’inquinamento che causano alle acque del porto. In ognuno dei casi, i reflui non verrebbero sversati nel Porto Grande e ridarebbero dignità a un luogo protetto solo sulla carta. Il Presidente
Digestore fanghi alla Sai 8 mai entrato in funzione?
Fabio Morreale