Vi ricordate Full Monty? Il film, uscito nel 1997, racconta la storia di due disoccupati inglesi che per tirare avanti organizzano uno spettacolo di spogliarello insieme ai loro amici.
Ieri, a Porto Tolle, è andata in onda una replica.
I dipendenti Enel e delle aziende dell’indotto hanno manifestato in boxer e canottiera davanti ai cancelli della centrale, indossando le lettere dello slogan “Sì lavoro, Sì carbone” ed esponendo lo striscione “Noi 11mila firme, voi 11 bugiardi” in riferimento alla petizione che nel mese dal 28 maggio al 26 giugno ha raccolto 11.000 adesioni a favore della riconversione a carbone ‘pulito’.
Il “voi” in questione è riferito ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste contrarie alla riconversione a carbone pulito dell’impianto. Come recitava il volantino distribuito dai manifestanti “I signori di Legambiente, Wwf, Italia Nostra e Greenpeace vogliono la riconversione a gas della centrale di Porto Tolle senza nemmeno sedersi a un tavolo con i lavoratori e chiederci che cosa vogliamo”.
L’ennesima dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che ai cosiddetti “difensori dell’ambiente” poco importa delle conseguenze delle loro azioni. Per loro, è importante solo difendere a spada tratta i propri discutibili assiomi ideologici.
Così, è toccato ai lavoratori ricordare che riconvertire a gas la centrale di Porto Tolle significa due cose: alzare la bolletta di famiglie e imprese, e portare questo impianto alla chiusura nel giro di poco tempo. Infatti, le centrali italiane alimentate a gas naturale, negli ultimi 5 anni, hanno visto diminuire le ore di funzionamento fino al 95% come nel caso degli impianti a gas metano.
Di contro, la nuova centrale a carbone pulito sarà la più avanzata del mondo nel suo genere per efficienza e contenimento dell’impatto ambientale. E sostituendo una centrale costruita 30 anni fa, abbatterà le emissioni fino all’88%. Senza dimenticare che il carbone rimane la fonte principale di energia al mondo (soddisfa il 43% del fabbisogno mondiale) e resterà la fonte dominante nella generazione elettrica fino al 2035, secondo le previsioni fatte dall’Agenzia Internazionale per l’Energia. Insomma, in tutto questo è chiaro chi siano le vere macchiette.