Poscia, più che l'amor, poté il sonno...
Creato il 03 luglio 2012 da Fredy73
@FedericaRossi5
Dopo avervi ammorbato con post intimisti e un po' deprimenti (ma, in fondo, visto il periodo, ci stava), torno ai miei racconti più leggeri. Perché la vita continua. E la mia non ne vuole sapere di cambiare direzione e abbandonare la leggerezza... nonostante gli inevitabili colpi che il destino assesta.
Ultimamente sto approfittando dei weekend per andare con il mio amico B da qualche parte. In genere siamo a caccia di un po' di cultura, ma visto il poco tempo (a volte solo la domenica) le mete si stanno concentrando quasi sempre verso Napoli. Una Napoli meno conosciuta, ma estremamente suggestiva e affascinante per chi, pur avendoci vissuto, non ha mai visto le catacombe di San Gennaro, o la grotta di Seiano... O la pinacoteca di Capodimonte. Rimanendone sorpresa per l'estrema ricchezza e per quella possibilità - negata - di competere con i principali musei europei.
Solo una volta ci siamo spinti verso altre mete, avendo a disposizione ben tre giorni. Quindi pieno di carburante e musica di sottofondo e pronti per la partenza. Destinazione: Da qualche parte in Puglia. Nel Salento. Andando, senza prenotazioni, a sperderci in una terra accogliente e sorprendente. Prima tappa Alberobello, perchè io non c'ero mai stata. Da un trullo all'altro fino al quartiere storico: metà borgo - atipico - antico e metà eurodisney, invasione di turisti compresa nonostante il periodo non proprio di alta stagione (era maggio). Poi ancora verso sud, con l'unica certezza di fermarsi, prima o poi, a Lecce. Per la prima sera la superiamo e ci fermiamo ad Otranto. Il mio Ipad diventa navigatore, mappa, guida turistica e strumento indispensabile per prenotare un posto dove deporre le stanche membra. E' così che scoviamo un B&B tenuto da una francese italianizzata. Le pagine web ci rimandano foto di una camera con vasca idromassaggio ai piedi del letto. Un'occasione troppo ghiotta per due curiosi in cerca di esperienze per non andare a ficcare il naso in quello che sembra, sempre di più, un boudoir. Nella sua accezione di stanza per incontri intimi, of course.
La sensazione ci è confermata dalla francese che, appena scendiamo dall'auto, ammiccante porge un accendino al mio amico B. "Questo è per le candele" gli dice complice. Noi non abbiamo né voglia né tempo di spiegare che non siamo una coppia. Un po' perché si è fatto davvero tardi. Un po' perché non vorremmo deludere la signora.
La stanza è esattamente come nella foto. Una camera arredata con gusto e con qualche stravaganza dall'aspetto confortevole e intimo. Ai piedi del letto, la vasca a idromassaggio ha già tutte le candele posizionate sui bordi. Di fianco si staglia un gradevole doppio lavabo in vetro, con specchi, accessori e ancora candele. A pensarci bene le candele sono presenti ovunque, tranne in quello che abbiamo ribattezzato "il cesso in una stanza". Un buco di un metro quadrato occupato interamente da due scalini e dal trono dei popoli. Impossibile andarci comodi, evitando che le ginocchia urtino contro la poco discreta porta a soffietto. Per fortuna che entrambi siamo abbastanza intimi da non farci problemi. Nonostante ciò, ringrazio mentalmente la mia "stitichezza da viaggio breve" che sospende per un paio di giorni qualsiasi mal di pancia molesto. Decidiamo di andare a cenare, prima che chiudano tutti i ristoranti. Siamo stanchi e affamati e un locandiere ci fa accomodare come se fosse il più grande dei favori concessi. Dopo di noi la cucina chiude. Ma mangiamo bene. E beviamo di conseguenza. Lui libero, finalmente, dalla necessità della guida. Io da quella dell'attenzione. Si fa mezzanotte e abbiamo intenzione di goderci questa immersione rilassante. La francese ci ha avvisato di non utilizzare una determinata funzione perché fa troppo rumore e potrebbe disturbare l'inquilina del piano di sotto. Ci tocca accontentarci delle bolle laterali. Mi infilo un costume. O meglio, tento di farlo chiusa nel "cesso in una stanza". Operazione degna di una contorsionista del circ du soleil. Lui, intanto, accende le candele e crea l'atmosfera. Ma rimane in mutande. Perché il costume non lo ha messo in valigia (non me ne voglia, ma il particolare risulterà importante nella prossima puntata).
Sebbene tra me e il mio amico B sia ben chiaro - anzi, fin troppo chiaro - che non accadrà mai nulla, segretamente mi sento un po' a disagio. Perché siamo sempre un uomo e una donna. Seminudi. In una vasca a idromassaggio. Con le candele accese. In un boudoir.
Abbiamo dormito molte volte insieme, in camere d'albergo, negli stessi letti. Ma l'atmosfera della stanza - in cui campeggia anche una maschera alla eyes wide shut - grida sesso un po' ovunque. E sembra esigere il suo tributo anche da chi, francamente, non ha proprio intenzione o si sente legato all'altro da una familiarità quasi consanguinea.
Sarà la natura del nostro rapporto, sarà il vino o la stanchezza, ma il mio consiglio è questo: Se volete evitare di fare sesso col vostro migliore amico fate un bell'idromassaggio insieme. Vi ritroverete, dopo dieci minuti, quasi addormentati e a un livello di pace dei sensi che sfiora il nirvana. Passivi. Inermi. Quasi asessuati. Con buona pace di mia sorella che ci ha sempre sperato.
Con molta fatica, siamo riusciti a infilarci un pigiama e a svenire sul letto tramortiti dalla stanchezza e dal rilassamento. Giusto il tempo di cadere tra le braccia di Morfeo ed essere svegliati - nel buio pesto - da un violentissimo rumore da tubo rotto e allagamento garantito. Era ripartito l'idromassaggio nella vasca senza più acqua. Chissà cosa avrà pensato l'inquilina del piano di sotto. Di certo noi, staccati tutti gli interruttori, abbiamo pensato solo a dormire...
Continua...Articolo originale di Federica Rossi per Poco sex e niente city.
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