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A cura della Dottoressa Anna Chiara Venturini, psicologa psicoterapeuta a Roma
Diciamocelo francamente, ognuno di noi ha dei lati oscuri, dei segreti che non condividerebbe con nessuno e tantomeno col partner.. Paura di essere giudicate? Paura di essere abbandonate? Paura di essere fraintese? Indipendentemente dalla motivazione ognuno di noi ha dei segreti ed è importante che rimangano tali. Da un lato è vero, se il partner è un libro chiuso con i sigilli è un estraneo e la coppia non va da nessuna parte perché non ci si fida; dall’altro lato però è necessario avere anche una certa “distanza”. Si è e si rimane infatti due individui a sé stanti che decidono di percorrere insieme un tratto di vita, due persone differenti che saranno comunque divisi dai confini della propria individualità. E’ vero, ci sono momenti di fusione quasi totale come è giusto e sano che sia, ma con la costante di essere due individui distinti, due persone separate che in modo sano e maturo scelgono di darsi reciprocamente amore. Molti di voi penseranno “Ma come, in coppia non si deve dire sempre tutto?” Partiamo dal presupposto che il “sempre” , come il mai, sono assolutizzazioni che ledono ogni tipo di rapporto perché impediscono la scelta da parte di ognuno di emettere o meno un determinato comportamento; per quanto riguarda poi la totale e assoluta trasparenza in coppia… spiacente ma non è sempre così, o meglio non è tutt’oro quel che luccica.
Molto spesso, dietro ad un’esigenza di rivelare tutto immediatamente, c’è un tentativo di deresponsabilizzarsi, poiché, rendendo l’altro partecipe del nostro segreto è un po’ come dire… “mal comune mezzo gaudio”, e non ci si sente soli ad affrontare la situazione, un po’ come fa un bambino con i genitori.
Anzitutto è necessario quindi comprendere la “gravità” del non detto: se è un segreto importante per la coppia ( riguardante per esempio la casa o il lavoro) è necessario parlarne col partner perché riguarda la vita della coppia e anche la loro come singoli individui. Diverso invece il caso in cui si rivela all’altro qualcosa di “nostro”, inteso come qualcosa di estrema importanza per noi, qualcosa che abbiamo finora custodito gelosamente. A questo punto, prima di aprire bocca, è importante chiedersi
Perché ora e perché proprio a lui?
Sono pronta ad accettare tutte le conseguenze della rivelazione? Anche le più negative ( critiche, abbandono, etc..)?
Cosa cambierà e come affronterò, se ci sarà, un nuovo assetto?
Se andiamo poi ad osservare l’altra faccia della medaglia, ovvero la necessità del partner di sapere, lì entriamo nella dimensione del controllo. Mi ricordo una paziente che, riferita al suo partner mi disse “Sapeva tutto di me, così tante cose che non ero nemmeno più libera di pensare perché credevo mi privasse anche dei pensieri”. A quel punto è necessario riflettere sul perché non riusciamo a imporre il nostro volere e su come il nostro atteggiamento passivo favorisce il potere ed il controllo dell’altro.
Purtroppo sembra cinico fare queste considerazioni, ma in realtà è solo un modo per proteggersi dai danni che il falso mito del “doversi dire sempre tutto” fa ogni giorno. Questo non vuol di certo essere un invito a raccontare frottole o a inventare la scusa delle sigarette da comprare per uscire e tradire,quando magari nemmeno fumate!
Si tratta semplicemente del fatto che “un solo corpo e una sola anima”, può essere una piacevole esperienza momentanea, ma di certo non può essere la ricetta di un sano e soprattutto duraturo rapporto; nell’immaginario collettivo questo significa che, se non abbiamo segreti siamo molto vicini e uniti, altrimenti siamo distanti e a volte anche egoisti. Non è facile dire ciò che sia giusto o sbagliato e non siamo qui per deciderlo noi, sta di fatto che in un rapporto serve equilibrio anche per questo: non si può sostenere in assoluto la bontà del “dover sempre dire tutto”, come di certo non si può dire che “meno diciamo all’altro meglio è”, dipende dalla situazione ma soprattutto dipende da noi e dal nostro partner. Un rapporto di coppia non ha lo scopo di assicurarsi un bastone della vecchiaia, né quello di far contenti gli altri. Il vero fine è quello di realizzare il benessere dei due partner. Se stiamo con una persona è per una serie di motivi che ci hanno fatto credere che fosse “quello/a giusto/a”, o almeno lo fosse in “quel momento della nostra vita” . Cerchiamo allora di capire perché sentiamo la necessità di rivelare quella nostra parte profonda o dall’altro lato, perché vogliamo sapere i segreti del nostro partner ( tipico caso in cui c’è chi vuol sapere tutto del passato del proprio compagno quasi per soffrirne!) a tutti i costi, magari potremmo renderci conto che dietro c’è dell’altro rispetto alla semplice curiosità o voglia di condividere.
Ricordiamo dunque 3 elementi fondamentali per maneggiare con cura i segreti all’interno della coppia:
1) Non è possibile sapere “tutto” dell’altro: una persona è di per sé un segreto che va rispettato
2) “dover sapere” tutti i segreti dell’altro è un tentativo di controllarne pensieri, emozioni e comportamenti. DOVER RIVELARE ALL’ALTRO TUTTI I SEGRETI SIGNIFICA NON ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ DI SE’ STESSI.
3) Sappiamo scindere, dopo un’attenta e responsabile valutazione, i segreti buoni o cattivi: i primi sono necessari allo sviluppo della persona e non danneggiano il partner, i secondi ingannano il nostro compagno, gli negano le informazioni necessarie e lo manipolano
In definitiva sentire l’esigenza di raccontare tutto subito all’altro è un segno di immaturità che trasforma il partner in un genitore, dall’altro però la necessità di sapere tutto dimostra che si vuol esercitare potere e controllo. Ciò che resta compromesso tra il dire e il sapere è tuttavia l’amore adulto di due partner che sono alla ricerca della giusta distanza tra il se stessi ed il noi.
(Ultimo articolo pubblicato “Alla scoperta del senso di colpa e come superarlo: perché trasgredire ad una regola interna ci fa stare così male” )
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