Magazine Maternità

Post-card della vacanza.

Da Suster
E' risaputo da ché mondo è mondo e da ché l'uomo ha inaugurato la curiosa abitudine di delegare a pezzi di carta il compito di mantenere vivi i contatti con le persone lontane, è risaputo, da ché la scrittura ha sopperito in parte all'inconveniente della distanza visiva e tattile, ponendosi come surrogato dell'inarrivabilità vocale, è appurato e statisticamente comprovato che le cartoline, ovvero le postcards (per dirla alla maniera anglosassone, che fa sempre figo, soprattutto quest'anno che siamo in tempo di olimpiadi), che le cartoline arrivano sempre dopo la persona che le ha spedite.
Ora, senza arrivare ai casi estremi in cui il timbro postale denuncia una chiara volontà fraudolenta del mittente, che pur scrivendo "Qui è tutto bellissimo, ci stiamo divertendo un mondo e ci dispiace che tu non sia con noi", poi finisce per affrancare e imbucare a vacanza finita, dalla buca delle lettere del tabaccaio sotto casa, all'angolo, senza arrivare, dicevo, a questi casi estremi, dovrete convenire con me che questo curioso fenomeno è insindacabilmente inconfutabile: prima arriva il mittente, abbronzato oppure no, poi arriva la cartolina con le smancerie scritte a penna sul retro, il francobollo di sbieco per non coprire il nome del destinatario e l'immagine sul retto di un mare azzurro che più non si può incorniciato da scogliere frastagliate e faraglioni affioranti, a chiudere una caletta di sabbia bianca paradisiaca su cui non si scorge l'ombra di un bagnante, di una sdraio, o di un'anima viva che sia, luogo ovviamente puramente ideale, in cui il vacanziere, se interrogato, dovrà ammettere di non essere mai stato, ma era così pittoresca l'immagine che non mettiamoci a sottilizzare, l'ho presa e basta.
Tutto ciò per giustificare il fatto che anche questo mio post-card arriva con un leggero scarto rispetto all'effettivo rientro fisico della Suster nella sua sede consueta, al tavolo della cucina, sull'incerata fiorata dove è adagiato il suo portatile.
Spero però che apprezzerete almeno l'onestà intellettuale delle mie immagini, tutte rigorosamente ritraenti solo e unicamente luoghi da me personalmente e dal mio piede calcati, e se questo non vi basta ve ne darò la prova.
Dunque, il nostro Luogo della Vacanza, quest'anno, si presentava così, dalla veranda della casa sulla collina:
Post-card della vacanza.
Una striscia di mare all'orizzonte, dietro un paesaggio di macchie di oleandri e bouganville, tra quinte di rami d'ulivo. Villette residenziali sparse. La collina ventosa, sempre arieggiata, dove travasi la Casa. Teli stesi ad asciugare dall'umido della spiaggia. La nostra vacanza: tutta qui. Un'alternanza continua di spiaggia e casa, mattine e pomeriggi cadenzati dai sonnellini pomeridiani di pupe. Su tutto, la sagoma inconfondibilmente testudinea dell'isola di Tavolara, leit-motive dei luoghi da noi abitudinariamente frequentati.
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.
Il turista che oserà spingersi su questi lidi non potrà fare a meno di notare l'inconfondibile stile "vacanziero" dell'architettura e dell'urbanistica di quaggiù. Sulla collina antistante al nostro punto di osservazione avete un bell'esempio di tipico insediamento vacansiensis, nel particolare carattere edificativo proprio di questa popolosa civiltà itinerante migratoria, che qui si insediò in ere geologiche individuabili tra i 20 e 10 anni or sono, scegliendo come propria culla queste lande assolate, unicamente nei mesi estivi, più adatte alle esigenze sollazzive di queste genti, per il resto dell'anno stanziali in maniera più o meno permanente nelle regioni centrali dell'Italia peninsulare.
C'è da supporre che, se da giugno a settembre, queste colonie vacansiensis arrecano un certo contributo demografico alla zona, per il resto dell'anno essa si presenti quasi o del tutto spopolata, e questo conferisce al luogo una certa aria di non-luogo, un luogo che non vive esattamente di vita propria e attiva, quanto di vita sonnolenta e intermittente, un luogo che si alimenta in virtù delle proprietà estetiche e rilassanti del suo mare, ma che per il resto si riduce ad una serie di aggregati di villette a schiera e complessi abitativi per i pendolari della vacanza.
Chi vorrà esplorare queste lande potrà imbattersi facilmente negli strumenti e nelle suppellettili più in uso da queste particolari popolazioni, le cui misteriose origini non sono ancora a noi del tutto note. Essi si servono soprattutto di calzature dalla suola in gomma che sono soliti chiamare "ciabatte", unguenti e copricapi per proteggersi dal sole inflessibile di questi lidi, alla cui esposizione continuamente si prestano più che volentieri, e di una vasta serie di accessori finalizzati alla comodità e al passatempo.
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.
A giudicare dal ritrovamento di alcuni curiosi sostegni per indumenti, pare che questi esemplari siano soliti espletare alle proprie abluzioni nella parte esterna delle loro abitazioni vacansiensis.


Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza. Post-card della vacanza.
I piccoli di homo vacansiensis sono soliti andare incontro ad un progressivo inselvatichimento nelle settimane immediatamente successive alla migrazione del gruppo umano nel Luogo della Vacanza, eliminando ben presto e successivamente tutti i capi di abbigliamento precedentemente in uso nel  contesto civile di origine, e andandosene in giro per terreni impervi seminando oggettistica varia e pipì un po' dove capita.
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.
Può capitare che i piccoli di questa specie, presentino inspiegabili tendenze all'insonnia mattutina, reiterando risvegli sempre più anticipati. Nel qual caso sarà possibile assistere all'irripetibile e ineguagliabile spettacolo dell'alba dall'isola di Tavolara.
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.
La luce caratteristica di questo spettacolare fenomeno astronomico, solo in questa particolare ora del giorno genera ombre tali che persino una formica riesce a proiettarne in terra di notevoli.
Post-card della vacanza.
Allora tutto diventa un po' più arancione, e persino una giornata che avreste giurato iniziare stortissima, mostra di possedere il suo perchè, se riuscite a trovare qualcosa di bello persino nell'accordanza tra il vostro smalto e il colore delle vostre ciabatte.
La piccola intanto, esegue una danza improvvisata al sole, generata dalla scoperta dell'eccezionale rivelazione: "Mamma, guadda: si è vvegliato il tole!"
Post-card della vacanza.
Post-card della vacanza.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :