Come se quarant'anni fa pendessero tutti dalla penna di PPP, come se nei bar non si parlasse d'altro che di lucciole scomparse o Valle Giulia, come se ci fosse la fila a vedere i suoi film distribuiti in migliaia di copie o i suoi libri fossero in tutte le case. Per onestà va detto che una volta erano popolari i Beatles e Piero Focaccia, oggi vende caterve di dischi Tiziano Ferro che per forza di cose rende singhiozzante il cervello di chi lo ascolta. Ma di chi è la colpa?
Se gli studenti universitari misurano la difficoltà dei loro esami tramite il numero di pagine da studiare, o peggio, facendoti segno con indice e pollice di quanto è spesso il loro libro, di chi è la colpa?
Il dramma cari miei è che siamo passati da Pasolini ai bignami su Pasolini, ai "Best Of" di Pasolini, alle scene migliori viste e riviste su YouTube e poi postate su Facebook (il quale, per qualche assurdo motivo, successivamente ti bombarda con la pubblicità dell'ultimo film di Checco Zalone), dialoghi e monologhi che ci ripetiamo a vicenda mentre ci rolliamo l'ennesima sigaretta. A bandiera, che si fuma meno carta.