Post-gara Gran Premio di F1 del Belgio 2011
Pista meravigliosa Spa Francorchamps. Una delle pochissime ormai, insieme a Monza, Suzuka, Silverstone e, per altre ragioni, Monaco.
Un’unica scarica adrenalinica di curve e saliscendi immersi nel bosco delle Ardenne, un luogo dove il manico conta ancora qualcosina, soprattutto nella curva Raidillon: un’incredibile destra-sinistra-destra, prima in discesa e poi in salita, che solo i piu’ ardimentosi percorrono a manetta, infliggendosi accellerazioni gravitazionali e compressioni degne di un jet militare!
Spa e’ anche il luogo in cui, abitualmente, si riversano i due terzi delle acque del pianeta, sotto forma di pioggia: 250 gg all’anno!
Ma ieri no! O meglio, nel weekend si, quel tanto che e’ bastato per rovinare le prove a tutti, ma poi in gara ciccia, con buona pace dello spettacolo, che sul bagnato sarebbe stato sublime.
E invece chi ha pensato bene di scassare le palle? Hamilton, come sempre. Colui che, quando si cala nell’abitacolo perde la trebisonda (semmai ne abbia una). Colui nel cui cervello e’ installata una valvola programmata in Turbo Pascal:
begin
if abitacolo = 1
then
Follia (una funzione molto semplice da codificare)
end
Poche righe di codice che gli impogono di impazzire ogni volta che prende lo sterzo in mano. Ed e’ successo anche ieri, superando Kobayashi. Il quale, riprendendo la scia, si e’ messo al fianco, sull’esterno, del pilota inglese. Che, dal canto suo, ha pensato di avere la pista tutta per lui, si e’ dimenticato che esistono gli specchietti (e esistono pure i piloti capaci di provare a risuperare subito), si e’ allargato inspiegabilmente verso sinistra e ha cozzato contro la Sauber del giapponese.
Che botto! Negher intontito, protezioni in plastica in aria, ma niente di grave.
Quasi niente… entra la safety car, Alonso e’ secondo, dietro Vettel, e monta le gomme morbide: ha un passo a dir poco ottimo. Vettel approfitta per cambiare le gomme (ha avuto problemi di blistering per tutta la gara), ma la Ferrari decide di restare in pista.
Giusto? Sbagliato? Chi lo sa. E’ vero che chi non risica non rosica, ma alla fine la scelta ha distrutto la strategia, e quando Alonso, dopo una quindicina di giri e’ finalmente andato al pit-stop, era gia’ ora di montare la mescola media per fare l’ultimo stint. Per fare cosa? Solo per incappare nel solito problema, quello cioe’ di non riuscire a scaldare le gomme, complice anche la temperatura non proprio equatoriale e un asfalto ancora umidiccio.
Arrivederci Ferrari: Vettel si rimette davanti, Webber, dopo la solita partenza disastrosa, si mette in saccoccia il secondo posto, e Button, solito programmatore attento e vigile, compie una rimonta strepitosa (grazie anche all’ottima scelta di gomme), e arriva terzo.
Doveva essere il Gran Premio di Alonso, e invece sul podio sono andate due RedBull e una McLaren. E se Hamilton non avesse scazzato, si sarebbe messo in mezzo pure lui!
Quindi: macchina ottima con le morbide, orrenda con le dure e, come sempre, incapacita’ di gestire gli imprevisti al muretto. Come dire, solito cocktail perdente, aggravato dal tornare a casa con un set di gomme morbide nuove e impacchettate e mai utilizzate. Bravi. Il vostro Controller aziendale sara’ felicissimo che cost saving.
Vogliamo parlare di Massa? Anche no. Anzi si, solo per dire che e’ ora che cambi sport. Ha rotto! Ieri tutti superavano, lui no, ed e’ rimasto, come al solito, dietro Rosberg, per giungere a soli 53 secondi da compagno di squadra. Si, e’ vero, alla fine ha anche forato subito dopo aver messo gomme fresche, ma e’ solo sfiga che si aggiunge a una situazione molto negativa.
Schumacher, sulla sua pista preferita, non si e’ fatto attendere: 24esimo al via, quinto all’arrivo. Mica male! Pero’, non e’ tutto oro cio’ che luccica. Grazie al fatto di partire con le gomme dure, si e’ potuto sparare le morbide per gran parte della gara, fregando un sacco di gente. Button, idem. In ogni caso, onore al merito, per una volta.
Finirebbe qui di solito, ma oggi devo andare avanti, e parlare anche delle retrovie:
- Bruno Senna: vedere uno con quel cognome su una Lotus giallo-oro mi ha fatto un certo effetto, anche se lui e’ parente di Senna come io lo sono di Einstein. Il ragazzo e’ scarsino e, nonostante le buone qualifiche, ha mostrato tutto il suo potenziale arrivando lunghissimo alla prima curva incornando il povero Alguersuari (Toro Rosso). E’ anche vero che chiunque e’ migliore di Chandhok, di cui la Lotus ha detto peste e corna (ma l’avevo gia’ fatto io), prima di licenziarlo in tronco con ignominia. Senna, almeno, e’ arrivato 13esimo, a 15 secondi dai punti, e come esordio non e’ malvagio, se consideriamo che Petrov e’ arrivato nono;
- Alguersuari (vedere punto 1). Il ragazzo e’ un signore, io al posto suo sarei andato ai box e avrei coricato Senna di mazzate fino alla sfinimento reciproco. Non e’ bello vedersi rovinare la gara cosi’, considerato che partiva sesto. La Toro Rosso e’ ottava in classifica, dietro Sauber e Force India. E non va bene, perche’ si parla di un sacco di soldi, che servono (moltissimo) per la prossima stagione;
- Liuzzi: adesso che non ci sono indiani alla guida, l’ultimo e’ sempre lui. Ma dove l’hanno trovato questo? Chi e’ il riccone che lo spinge dietro le spalle (speriamo solo in senso lato)? Liuzzi e’ la vergogna storica dei piloti italiani.
In sintesi: Vettel e’ campione del mondo, la Redbull pure. La Ferrari deve, in ordine, licenziare Domenicali e pensare alla prossima stagione.
PS: Mazzoni mi ha fatto letteralmente sganasciare quando c’ha tenuto a puntualizzare che, dopo questa gara, Massa e Rosberg sono matematicamente fuori dalla corsa al titolo!
Commento gara precedente: Gran Premio d’Ungheria.