Ancora una RedBull mostruosa a Shanghai, ma non quella di Vettel, come era lecito attendersi visto l’esito delle qualifiche, ma piuttosto quella di Mark Webber.
L’australiano parte 18esimo (!), come gomme dure (!!) e, dopo una furibonda cavalcata, agguanta un podio stratosferico. Roba d’altri tempi, e viene da chiedersi quale altro pilota tra quelli in pista ieri sarebbe stato capace di fare altrettanto. Che Webber sia un tipo veloce e determinato non lo scopriamo oggi, ma la performance della RedBull c’ha messo del suo. Il fatto, poi, di fare il secondo e terzo stint su gomme morbide, di cui l’ultimo treno anche nuovo, ha aggiunto la ciliegina sulla torta. Applausi a scena aperta e sorpassi a iosa!
D’altronde, se Vettel non avesse palesemente sbagliato la strategia (2 soste ai box), avremmo assistito a un epilogo diverso, e per sua stessa ammissione. Il tedesco, infatti, ha detto candidamente di essere stato costretto a risparmiare le gomme. Perche’ la RedBull abbia scelto una strategia sulla carta piu’ conservativa non si sa: paura degli avversari, probabilmente, e soprattutto della McLaren, che oltre ad aver visto entrambi i piloti partire a cannone in avvio (KERS?), ha messo un super aggressivo Lewis Hamilton sul gradino piu’ alto del podio. E’ sempre un mangiagomme, ma ha vinto e ha vinto meritatamente, quindi tanto di cappello e tutti zitti. Anche Button si e’ comportato bene, e ha pure tentato di difendere il terzo posto, ma con quel Webber li’ che ha piazzato tempi da qualifica fino al traguardo c’era poco da fare. In ogni caso, un weekend memorabile per il team di Woking. La RedBull invece deve tornare a concentrarsi sul KERS, perche’ a loro dara’ pure fastidio averne uno a bordo, ma questo aggeggio, quest’anno, puo’ incidere eccome.
La Mercedes compie un vero balzo in avanti, almeno in apparenza, perche’ mette in pista un velocissimo Rosberg e un sufficientemente veloce Schumacher. Questa pero’ e’ stata la classica gara che ha messo un po’ in dubbio la capacita’ del Kaiser di fare ancora la differenza. E’ vero, partiva 14esimo mentre Rosberg era quarto, ma non ha dato mai l’impressione di riuscire ad andare forte come il giovane compagno. Mah!
E veniamo alle note dolenti, quelle che iniziano con la F e finiscono con errari.
Che malinconia. La Rossa di Maranello e’ l’unica che va indietro. Ha voglia Domenicali a dare la colpa alla galleria del vento (questa pero’ come scusa e’ nuova, quindi almeno gli riconosco la creativita’…). La verita’ e’ che la monoposto mostra enormi limiti aerodinamici, il che non solo e’ causa di immenso sottosterzo (e si vede a occhio), ma non consente ai piloti di sfruttare a dovere le coperture, dure o morbide che siano! E’ vero che queste Pirelli devono ancora migliorare, perche’ cedono di schianto, ma quelle della Ferrari muoiono di infarto alle coronarie senza preavviso.
Alonso e’ stato mediocre (pare che abbia fatto anche un errore nell’uso del DRS), al punto tale da riuscire a fare peggio di Massa, che invece, dal canto suo, ha mostrato di poter competere con i migliori per alcuni giri. Insomma, non ci si capisce nulla: Alonso va forte e Massa va piano… Massa va forte e poi piano di nuovo e Alonso non si schioda. D’altronde che la scuderia sia allo sbando si vede anche dalla scelta strategica di fare solo 2 soste. E’ vero che quando sei nei guai le devi tentare tutte, ma cosi’ e’ davvero deprimente.
Mi viene da dire che questa 150th Italia sia l’ombra della monoposto dell’anno scorso (a proposito, ma la galleria del vento non e’ sempre la stessa??), mentre somiglia molto di piu’ alla sfigatissima F60 del 2009…
Sono preoccupato, urge cambio al vertice per cercare di riacchiappare il Mondiale per i capelli. Intanto il divario dalla vetta e’ gia’ notevole.
Commento gara precedente: Gran Premio della Malesia.