Potatura ficus benjamin
Il Ficus benjamin è una pianta molto presente nelle nostre case. Dal valore ornamentale innegabile, questa pianta è in realtà un albero perenne sempreverde originario dell’Asia. Amante dei climi tropicali, il Ficus benjamin può raggiungere anche i trenta metri di altezza. In appartamento, però, coltivato in vaso, si “limita” a raggiungere al massimo i due metri. La pianta può ottenere dei benefici da adeguati interventi di potatura. Bisogna dire che questi interventi non sono sempre necessari, perché tutte le piante generalmente sanno come orientare il loro portamento e la loro produzione. Nel Ficus benjamin, la potatura ha un valore puramente estetico e decorativo, ma anche pratico, qualora si debba procedere ad operazioni di rinvaso. Gli interventi di potatura di questa pianta comprendono tagli e cimature.
Caratteristiche

Come procedere
Il Ficus benjamin va potato nei primi due, tre anni di vita, con la cosiddetta potatura di formazione. In questi anni si cerca di impostare la forma ideale della pianta, togliendo quei rami che rischiano di alterarla o che sembrano disordinati. Questa potatura non va effettuata in maniera drastica, perché la pianta deve crescere secondo la sua direzione naturale. In tal senso si può affermare che la potatura di formazione ha solo lo scopo di guidare e di accompagnare la crescita naturale della chioma. Dalla stessa vanno eliminati i rami rotti, secchi e spezzati o quelli troppo lunghi che sporgono troppo in alto, in basso o ai lati, rovinando l’originaria simmetria dell’albero. La potatura di formazione si effettua eliminando prima i rami secchi, spezzati, rotti o malati e poi quelli con crescita disordinata o asimmetrica. L’eliminazione dei rami disordinati consiste in una vera e propria sfoltitura della chioma, dove vanno tolti anche dei rami molto sottili e secchi che crescono all’ombra e che non ricevono abbastanza luce. Durante la potatura di formazione o di allevamento si può praticare la cimatura, ovvero l’asportazione dei germogli apicali. Questa operazione favorisce l’emissione di nuovi getti laterali che donano alla pianta una classica forma a cespuglio. Nella pianta adulta non è sempre necessario potare. Gli interventi vanno fatti, come già accennato, solo al bisogno, per eliminare rami malati, vecchi, rotti o spezzati. Un’altra potatura si può eseguire durante il rinvaso della pianta. In questo caso si procede ad eliminare la massa radicale in eccesso. Ci si accorge di dover rinvasare quando le radici del Ficus sporgono all’esterno del vaso, sollevando lo strato di terreno, o al di sotto dei fori di drenaggio. La potatura da rinvaso consiste nell’eliminare le radici secche, spezzate o malate e poi quelle in eccesso. La potatura delle radici può asportare anche la metà delle stesse. Quelle sane si possono anche usare per la propagazione di nuove piante di Ficus.
Quando potare
La potatura del Ficus benjamin, essendo praticabile al bisogno, si può effettuare in qualsiasi momento. In genere, il periodo migliore per potare la pianta è a fine inverno, cioè all’inizio della primavera, quando il Ficus riduce l’emissione di latice e resiste meglio ai tagli. La rimozione delle parti malate, secche o spezzate può comunque avvenire in qualsiasi stagione. Anche il rinvaso e la rimozione delle radici in eccesso vanno effettuati in primavera. I tagli si effettuano con forbici o cesoie ben affilate e disinfettate. Per i rami più robusti si può usare anche il seghetto. Gli attrezzi devono essere puliti e disinfettati sia prima che dopo l’uso. Nei rami più grandi, le ferite di taglio vanno coperte con mastice per evitare la trasmissione di funghi, virus e batteri. Nel caso in cui il Ficus benjamin adulto dovesse apparire sano e senza particolari problemi, la potatura si può tranquillamente rinviare. In genere, gli interventi nella pianta adulta vanno effettuati al bisogno o a cadenza pluriennale. I tagli di potatura vanno effettuati in maniera netta e decisa, ma non violenta. Si deve tagliare delicatamente, in maniera soft per intenderci, ma senza lasciare sfilacciature nel legno. Queste, infatti, rendono più difficile la cicatrizzazione delle ferire e favoriscono la trasmissione di malattie vegetali.