Pothos (o Pothus) era il dio del desiderio sessuale ma soprattutto la personificazione del dolore nostalgico per la lontananza della persona amata.
Figlio di Afrodite e Crono o, secondo alcuni scrittori classici tardivi, figlio di Zefiro (il vento di ponente) e Iris (l’arcobaleno), Pothos, rappresentando le passioni variegate dell’amore, è considerato uno degli dèi alati noti come Erotes (1).
Le rappresentazioni di Pothos sono molto numerose e presentano una discreta varietà di motivi e atteggiamenti. Una statua nota in più copie e attribuita a Skopas lo raffigura come un giovane nudo, dallo sguardo sognante, appoggiato mollemente a un tirso, con un’oca ai piedi. Altre figurazioni su vasi a figure rosse lo mostrano nel corteo di Afrodite o di Dioniso.
I tre eroti Pothos, Himeros (folle desiderio amoroso) e Eros, nella pittura vascolare greca, sono spesso raffigurati insieme.
(1) Gli eroti sono, nella mitologia greca, un gruppo di divinità alate associati con l’amore e il sesso. Fanno parte del seguito di Afrodite. Eroti è il plurale di Eros (“Amore, desiderio”), che, come una divinità singolare ha una mitologia più complessa.
In alcune tradizioni gli eroti hanno un’influenza particolare sull’omoerotismo (parola composta dal termine greco “omoios” – “simile”; “analogo”, che appare nella parola “omosessualità” – e da “erotismo”).
Gli eroti, diventati un motivo dell’arte ellenistica, possono apparire nell’arte romana in forma alternativa di più Amorini o Amorini e Psiche.
tratto da: http://www.tanogabo.it/mitologia/greca/Pothos.htm