Ovviamente la risposta per molti di voi sarebbe semplice: beh, l’Italia e la Spagna hanno una grande tradizione calcistica. I loro campionati sono fra i migliori del mondo (‘nzomma), e alla fine ci sta che la coppa d’Europa se la giochino queste due nazioni e non anche la Germania o la Francia, o l’Inghilterra.
Vero. Però è davvero curioso – e non ha nulla di esaltante – vedere la Germania perdere sul fronte calcistico e assumere il ruolo dell’asso pigliatutto sui fronti economico e politico. Perché è su questi due fronti che si gioca il vero campionato europeo. Quello che conta, quello che assegna punti in “potere” e “denaro”. Quello insomma del quale beneficiano non già solo 21 giocatori, strapagati e rimpinzati di euro, soubrette e belle macchine, ma tutti i cittadini: dallo studente al pensionato, dalla casalinga all’impiegato, dall’artigiano all’operaio.
Sinceramente ieri sera avrei voluto che l’Italia perdesse 3 a 0 e nel mentre vincesse 4 a 0 sul fronte dell’Europa che conta (e non parlo certo di quella calcistica), piegando la Merkel e il governo tedesco a un approccio meno egoistico e meno germanocentrico dell’Europa. Avrei voluto che l’Italia fosse “brocca” con una dannata sfera di pelle gonfiata e un gigante ai tavoli del potere.
E invece dobbiamo accontentarci del niente, di una illusione che ci fa grandi solo dentro un rettangolo verde, mentre lo straniero ci svuota giorno dopo giorno della nostra identità e della nostra sovranità. Da qui l’inevitabile considerazione: il calcio è un’arma di distrazione di massa. Mentre ci tengono incollati alla TV a urlare “goal”, “grande Balo”, “raus Germania”, ecco che i signori della truffa europea ci portano via i gioielli, svuotano i nostri cassetti, aprono le nostre casseforti e se la ridono alle nostre spalle, prendendoci pure in giro.
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Povera Italia, imprigionata dentro un pallone da calcio mentre cola a picco…