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Poveri Maya: catastrofismi d’autore

Creato il 17 dicembre 2012 da Davide

Ormai il 21 – 12 – 2012 si avvicina e sarà bene che scriva questo post prima che diventi datato!! Secondo una delle più diffuse vulgate della New Age catastrofista il 21 dicembre 2012 il mondo finirà in quanto si concluderà il 13° bak’tun.
A questo punto bisogna spiegare qualcosa del calendario maya.
Poveri Maya: catastrofismi d’autoreIl calendario maya consiste di due cicli intersecantisi: il calendario cerimoniale (Tzolk’in) e il calendario civile (Haab).
Poveri Maya: catastrofismi d’autore
Lo Tzolk’in consisteva di 260 giorni generati dall’interagire di una sequenza di numeri da 1 a 13 con i nomi di 20 giorni o kines. I numeri 13 e 20 sono di fondamentale importanza nel mondo maya. Il calendario sacro Tzolk’in comincia con il giorno 1 Imix, seguito da 2 Ik’ e così via fino a 13 Ben cui segue lo 1 Ix, il 2 Men ecc. Il ciclo di 260 giorni finisce sempre con 13 Ahaw (Ahau grafia italiana) e poi ricomincia il ciclo con 1 Imix. Ogni singolo giorno ha i suoi significati, presagi e associazioni magico religiose. Poveri Maya: catastrofismi d’autore
Ingranato con il calendario Tzolk’in vi è il calendario Haab, o civile, di 365 giorni che definisce l’anno solare (uinales.jpg). L’Haab consiste in 18 mesi di 20 giorni ciascuno, più un gruppo di 5 giorni infausti aggiunti alla fine. In primo giorno di questo calendario inizia con 1 Pop, segue 2 Pop ecc., finché non arriva il ventesimo giorno. Poiché i numeri maya vanno da 1 a 19, Poveri Maya: catastrofismi d’autore
Poveri Maya: catastrofismi d’autore
il ventesimo giorno viene indicato non con un numero, ma con il simbolo di “seduto” sul glifo del mese successivo dato che i maya credevano che l’influenza di un particolare lasso di tempo riverberasse nel periodo prima che esso iniziasse realmente e persistesse anche dopo la sua apparente fine. Poveri Maya: catastrofismi d’autore
Unendo i due calendari un determinato giorno del calendario Tzolk’in aveva il suo corrispondete nel calendario Haab, così un giorno era chiamato con due nomi, uno per ciascuno dei due calendari: ad esempio 1 K’an 2 Pop. Bisognava attendere per 52 anni solari (anni Haab, ovvero 18.980 giorni) prima che si ripresentasse un altro giorno 1 K’an 2 Pop. Questo era il Ciclo degli Anni e aveva la durata di 52 anni solari. Questo ciclo di 52 anni era comune a tutti i popoli della Mesoamerica, ma i Maya avevano un altro conteggio dei periodi di tempo,il cosiddetto Conto Lungo, che permetteva di fissare univocamente un particolare giorno, cosa che il Ciclo degli Anni non permetteva di fare.
La ritualità maya era collegata al mito della creazione e al culto degli antenati, perciò era importante che le date fossero univocamente identificate. Questo spiega la cosiddetta “ossessione” dei maya per il calendario e la continua raffigurazione di datazioni nelle loro opere (vasi, stele, pitture).
Il Conto Lungo non si basa né sul Tzolk’in, né sul Haab, ma usa come unità il tun, un periodo di 360 giorni e i suoi multipli secondo la serie:
Kin = 1 giorno
Winal = 1 mese (20 giorni)
Tun = 360 giorni (18 mesi)
K’atun = 7.200 giorni (20 Tuns)
Bak’tun = 144.000 giorni (20 Ka’tuns or 400 Tuns)

Ma esistono altri periodi di tempo oltre il Bak’tun ed esattamente:
“Piktun” = 2.880.000 giorni (20 Bak’tuns, 8.000 Tuns)
“Kalabtun” = 57.600.000 giorni (20 “Piktuns”, 160.000 Tuns)
“K’inchiltun” = 1.152.000.000 giorni (20 “Kalabtun”, 3.200.000 Tuns)
“Alawtun” = 23.040.000.000 giorni (20 “K’inchiltun”, 64.000.000 Tuns
(i nomi sono tra ” perché sono definizioni date dagli archeologi, in quanto il reale nome maya è sconosciuto).
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Come in tutti i calendari vi deve essere un punto di inizio, che può coincidere con la “Creazione” o con una “Rivelazione”. Ad esempio il calendario cristiano inizia con la data di nascita di Gesù Cristo, quello islamico con l’Egira (ovvero il 622 C.E.1), il calendario ebraico inizia col giorno della Creazione biblica (identificato con il 6 ottobre 3761 B.C.E.) e non possiede l’anno zero.
Anche i Maya iniziavano il loro Conto Lungo con il giorno e l’anno della Creazione, o meglio dell’ultima creazione, infatti i maya credevano che questa creazione fosse stata preceduta da tre tentativi e che le creazioni precedenti fossero state distrutte dagli dei, insoddisfatti del loro lavoro. E’ importante ricordare però che nel pensiero maya il futuro influenza il passato e viceversa, perciò la fine di una creazione pone le basi per l’inizio dell’altra.
Il Popol Vuh (il grande libro della genesi dei Maya K’iche’ del Guatemala, scritto dopo la Conquista spagnola) dice che gli dei creatori furono Xpiyakok e Xmukane. Xmukane (o Xumucane, non conosciamo il nome in maya classico) è la dea madre o Prima Madre, il cui avatar è la Luna. Il marito Xpiyakok (Ixpiyacoc) viene chiamato in maya classico Hun-Nal-Ye (Uno Mais Rivelato) ed è il Dio del mais che presiede la nuova creazione del cosmo.
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Nel sito di Koba vi è una magnifica stele che presenta forse il più lungo numero finito scritto da esseri umani. Questo numero indica la data esatta della creazione del nuovo cosmo e del mondo così come lo conosciamo, il giorno è il 4 Ahaw 8 Kum’u. In quel giorno tutti i cicli del calendario maya furono resettati a 13 (ovvero tutti i cicli di 400 anni, 8.000 anni, 160.000 anni e 32.000.000 anni). Nel nostro calendario questo giorno viene identificato con l’11 agosto 3114 B.C.E. (13 agosto 3114 B.C. secondo Shele). Questa data è indicata nel Conto Lungo come 13.13.13.0.0.0.0. 4 Ahaw 8 Kumk’u. Dopo questa data il Bak’tun ricomincia e continua per altri 20 Bak’tun. Così per esempio il 15 novembre 2720 B.C. mostra la data di Conto Lungo 13.13.1.0.0.0.0 5 Ahaw 13 Ch’en, dopo di che il conto riparte e torna ad essere 13.0.0.0.0 il 21 dicembre 2012 C.E. (23 dicembre 2012 d.C. Shele). Questa data, il 13.13.13.0.0.0.0, ovvero il 21 dicembre 2012, è la fine del ciclo attuale dei primi 13 bak’tun (il nostro è il back’tun numero 12 ovvero il 13° bak’tun) all’interno di un ciclo di 33 bak’tun (13+20). Essa è indubbiamente una data importante perché riprende la data del bak’tun del 11 Agosto 3112 B.C.E., ma questa è la seconda parte del ciclo ricorrente dei bak’tun che non ricominciano, ma passano al bak’tun 14°.
Una cosa da notare è che la fine del 12° bak’tun (17 settembre 1618 C.E.) non mostrò nulla di significativo (niente fine del mondo, a voler essere eurocentrici in Europa nel 1618 scoppiò la guerra dei Trenta Anni).
Il ciclo successivo, il piktun che inizia ora è composto non da 13 ma da 20 bak’tun. Alcuni affermano che i Maya pensassero che il mondo venisse distrutto e ricostruito alla fine di un piktun, pertanto mancherebbero ancora 7 bak’tun alla fine del mondo, assumendo che il mondo sia stato ricostruito alla fine del piktun precedente ovvero sia stato creato l’11 agosto 3112 B.C.E. Secondo questa teoria la fine del piktun cadrebbe il 13 ottobre 4772 C.E., ovvero il 13.1.0.0.0.0.0 10 Ahaw 13 Yaxk’in.
Tutte queste elucubrazioni sulla data del 21 Dicembre 2012 hanno tuttavia ragione di essere se effettivamente il nostro cosmo fosse nato l’11 Agosto del 3112 B.C.E., ma come ben sappiamo il nostro cosmo è nato parecchio tempo prima. Se accettiamo la Teoria del Big Bang il nostro universo sarebbe nato circa 13,72 miliardi di anni fa, se invece pensiamo solo alla “nascita” del pianeta Terra essa sarebbe stimata a 4,540 miliardi di anni fa, e poi via a scendere finché arriviamo alle cosmogonie sumere, vediche ed egiziane, ognuno ha una sua data di inizio del mondo. La stessa religione ebraica, come si è detto, pone la creazione nel 3761 B.C.E. per cui per ciascuna di queste date il conteggio di bak’tun e piktun fa sballare ogni coincidenza con il 21 dicembre 2012. Perché è ovvio che se si accetta una data profetica per la fine del mondo, si deve anche accettarne la data mitica dell’inizio.
Quello che invece è interessante (e qui torna la questione dell’astronomia e delle teorie dell’allineamento dei pianeti e del solstizio di inverno) è perché i Maya abbiano fissato questa data e cosa essa rappresentava.
Sgombrato il campo dal solstizio di inverno che cade il 21 dicembre alle ore 11h 11m UT e dall’allineamento dei pianeti che il 21 dicembre sono sparpagliati un po’ dovunque nel cosmo,
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cerchiamo di capire cosa avvenne nel cielo dei Maya in quel fatidico 11 Agosto 3112 B.C.E.
Nel loro splendido libro Maya Cosmos. Three Thousand Years on the Shaman’s Path, Linda Shele, David Freidel e Joy Parker, esposero i risultati di uno studio durato anni e squarciarono il velo che copriva la storia della creazione maya. Decifrando steli, iscrizioni sulle ceramiche e i tre codici sopravvissuti alla furia distruttrice del vescovo De Landa, gli autori scoprirono che il racconto della creazione è la rappresentazione metaforica della volta celeste quale compariva alle latitudini dei Maya nell’Epoca Classica e degli spostamenti dei principali attori (la Via Lattea, le costellazioni dell’Orsa Maggiore, dei Gemelli, dello Scorpione e di Orione, il movimenti della stella Polare etc.), che avvengono nella volta celeste in una perenne ierofania.
Poveri Maya: catastrofismi d’autore
Nella stele C di Quirigua viene detto che nel giorno della Creazione “apparve la prima immagine della tartaruga, il grande signore dio“. Ora secondo le leggende maya il dio creatore, il Primo Padre fu ucciso dagli dei dell’Oltretomba, lo Xibalba, e il suo corpo fu sepolto in una campo del gioco della palla mentre la testa fu appesa ad un albero di Zucca da Vino (Crescentia cujete). La testa inseminò una delle figlie dei signori dello Xibalba sputandole in una mano e la fanciulla, cacciata dall’Oltretomba, generò gli Eroi Gemelli, Hunapu e Xbalanke, che fecero risorgere il padre come dio del Mais dal carapace spaccato di una tartaruga.
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Sempre la stele C di Quirigua riporta che nel giorno della creazione “furono poste le tre pietre, essi piantarono la pietra, il Rematore Giaguaro, il Rematore Trigone” e ciò avvenne quando si erano conclusi i 13 bak’tun e ciò avvenne al “Luogo delle Prime Tre Pietre Cielo Sdraiato (Ch’a-Chan Yax-Oz-Tunal) e fu fatto dal Signore che Alza il Cielo (Wak-Chan-Ahaw o Signore Sei Cielo)”.
Poveri Maya: catastrofismi d’autore
Secondo la Tavola della Croce di Palenque, la Prima Madre nacque sei anni prima della Creazione il 12.19.13.4.0.8. Ahaw 18 Tz’ek (7 dicembre 3121 B.C.) e il Primo Padre, Hun-Nal-Ye, nacque poco dopo. il 16 giugno 3122 B.C., quando stava per finire il ciclo dei 13 bak’tun. Successivamente, 542 giorni dopo, Hun-Nual-Ye “entrò nel cielo o divenne il cielo“(och ta chan) e ciò avvenne il 15 febbraio 3112 B.C.
Questa stessa frase “entrò nel cielo” viene usata anche in un famoso vaso che rappresenta l’umiliazione da parte dei due Eroi Gemelli del mitico uccello Itzam-Yeh, o Sette Macaw. Questo evento, avvenuto il 12.18.4.5.0 1 Ahaw 3 K’ank’in (28 maggio 3149 B.C.), è l’ultimo atto eseguito durante la precedente creazione ed è necessario perché questo mondo possa prendere vita nel giorno della creazione.
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Sempre dalla Tavoletta di Palenque veniamo a sapere che il Primo Padre Hun-Nual-Ye “entrò nel cielo” 542 giorni dopo che era apparsa l’immagine nel Luogo delle Tre Prime Tre Pietre Cielo Sdraiato e che nel farlo egli creò una casa nel nord e creò le otto ripartizioni.
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Il nome della casa è “Cielo che si Alza” ed è chiaramente opposta a “Cielo Sdraiato“, ma “Cielo che si Alza” (Wakah-Chan) è anche il nome dell’Albero del Mondo, dell’asse del mondo.
Mentre studiava queste informazioni e ne collezionava di nuove, Linda Shele venne a sapere che Dennis e Barbara Tedlock avevano identificato Itzam-Yeh con la costellazione dell’Orsa Maggiore (Tedlock, 1985:330,360) e che Tedlock supponeva che la costellazione di Orione identificasse le tre pietre che nella casa maya classica rappresentano le tre principali pietre del focolare “Oggi [le stelle Alnitak, Saiph e Rigel] vengono chiamate le tre pietre centrali del focolare tipico delle case Quiché, pietre che sono sistemate in forma di triangolo e l’area fumosa che esse includono (la Grande Nebula M42) è chiamata il fumo dal fuoco” (Tedlock in Shele, 1993).
Poiché in molte raffigurazioni Itzam-Yeh tiene nel becco un oggetto, il cuore del cielo, e poiché l’uccello era stato identificato con l’Orsa Maggiore, l’ipotesi che il Cuore del Cielo si identificasse con la Stella Polare era plausibile. Infatti alle latitudini dei Maya il punto della Stella Polare cade in una zona “vuota”, una zona oscura, una descrizione plausibile per il “cuore del cielo” attorno cui sembravano ruotare le stelle, quello che i glifi descrivevano come un fenomeno derivante dall’Alzarsi del Cielo. Di conseguenza l’innalzare del cielo ad opera di Hun-Nual-Ye che così lo separava dal mare primordiale, non solo creava il cielo stesso, ma lo metteva in moto, conferendogli vita e dando inizio al tempo poiché attraverso il moto degli astri viene calcolato il tempo.
Riassumendo il Primo Padre, Hun-Nual-Ye (Uno Mais Rivelato) poneva le tre pietre (il centro della Creazione o il focolare) in un luogo chiamato Cielo Sdraiato, e formava l’immagine del cielo. Poi egli ‘entrava nel cielo’ creando le otto partizioni celesti (i punti cardinali e semicardinali) e innalzava l’Albero del Mondo in modo che la sua chioma fosse a nord e così conferiva moto al cielo, stabilendo il tempo.
Poiché in alcune raffigurazioni Itzam-Yeh si mostra mentre sta per appollaiarsi sull’Albero del Mondo (Wakan Chan) ai cui piedi si trova uno Scorpione, David Freidel suppose che lo Scorpione in questione fosse una rappresentazione della costellazione dello Scorpione, una delle poche costellazioni che per la sua forma, è identificata allo stesso modo presso quasi ogni popolazione, e che, se Ytzam-Yeh, che si trovava sulla chioma dell’Albero, era identificato col Nord (l’Orsa Maggiore e poi la stella Polare), le radici potevano essere identificate col sud e con lo Scorpione. Linda Shele ipotizzò che gli antichi Maya a causa della loro latitudine vedessero il cielo come un tunnel il cui asse univa il nord (l’Orsa Maggiore e la Stella Polare) con lo Scorpione a sud. Provando a vedere cosa compariva nelle mappe stellari tracciando questo asse, Shele scoprì che lungo questo asse si stendeva la Via Lattea. L’Albero del Mondo era rappresentato nel cielo dalla Via Lattea.Lungo questo asse la Via Lattea incontrava l’eclittica, che fu identificata con il Serpente dalla Doppia Testa dell’iconografia maya.
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(Nell’immagine Wakah-Chan, la Via Lattea, è indicato in rosso, il Serpente a due teste, l’eclittica, è in azzurro, il Mostro dell’Olteretomna in verde; dalla Tomba di Pakal, tempio delle Iscrizioni, Palenque.)
Prendendo come base i cartigli della scena del giudizio delle pitture murali di Bonampak, Linda Shele provò a verificare la posizione delle stelle all’alba del giorno della battaglia, il 6 agosto 792 d.C. (tra l’altro un giorno molto vicino all’11 agosto, il giorno della Creazione). Come essa stessa afferma “Fui colpita dai risultati. Nelle ore prima dell’alba le costellazioni dei Gemelli e di Orione apparivano sopra l’orizzonte orientale con Saturno e Marte sopra e tra loro. I cartigli di Bonampak mostravano due pecari che copulavano a sinistra, una tartaruga con tre stelle a destra, e tra loro due figure antropomorfe che gettavano segni di stelle sulla scena.” (Shele, 1993:80). Osservando la carta celeste relativa a quel giorno, il 6 agosto 792 d.C., Linda Shele osservò subito che vi era una perfetta corrispondenza tra la costellazione dei Gemelli e i ‘Pecari Copulanti’ e tra Orione e la ‘Tartaruga con le tre stelle sul carapace’ (la Cintura di Orione), le cui stelle erano poste con la stessa angolazione delle stelle della Cintura di Orione nella carta stellare.
La descrizione del giorno della creazione pertanto, trasportata in un passato mitico in cui il tempo veniva “azzerato”, ricostruiva i movimenti del cielo e della via Lattea quali apparivano nel periodo classico maya conferendo legittimità divina agli eventi significativi della vita dei signori delle città stato, alle loro ascese al trono e alle loro vittorie, niente a che vedere con la fine del mondo, ma molto con la volontà di potenza della caste delle città stato maya.

Note
Le datazioni sono oggi indicate in modo politically correct come date C.E (Common Era) e B.C.E (Before Common Era = Prima dell’era attuale) e corrispondono con i vecchi sistemi di A.D. (Anno Domini, ovvero il nostro d.C , dopo Cristo) e B.C (Before Christ = Prima di Cristo, il nostro A.C.). La scelta è stata fatta per non includere valenze religiose alle date.

Bibliografia essenziale
Coe Michael D., The Maya, London 2001
Freidel D., Schele L., Parker J., Maya Cosmos. Three Thousand Years on the Shaman’s Path, New York, 1993
Tedlock D., Popol Vuh. The Definitive Edition Of The Mayan Book Of The Dawn Of Life and The Glories Of Gods And Kings, New York, 1985

http://makinapacalatxilbalba.blogspot.it/2011/08/longest-count-stela-one-coba-yucatan.html

http://www.universalworkshop.com/MayaCalendar.htm

Maya vases roll-outs © Justin Kerr. http://www.mayavase.com/


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