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Power Ranking Western Conference: il meglio del meglio nelle prime otto ad Ovest!

Creato il 20 agosto 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

La Western Conference rappresenta senza ombra di dubbio il meglio che la NBA possa offrire. Dopo aver analizzato le sette squadre che, sulla carta, resteranno fuori dalla lotta per i playoffs, vediamo ora le otto che invece si daranno battaglia per strappare il pass per i playoffs 2016. Considerando Draft e mercato dei free agent, non c’è dubbio che la qualità delle singole contendenti si sia alzata, con i Warriors che faranno fatica a confermarsi e che vanno reinseriti in tutti i discorsi i Thunder, l’anno scorso falcidiati dagli infortuni di Durant e Ibaka e comunque ad un passo dalla post season col solo Westbrook. Ecco il Power Ranking delle migliori ad Ovest.

#8 Dallas Mavericks

Saremmo qui a parlare di tutt’altro, a proposito dei Mavericks, se l’affare DeAndre Jordan fosse andato in porto. Ed invece ora Dallas è rimasta con un pugno di mosche in mano, Zaza Pachulia come centro titolare ed un futuro che non sembra per nulla roseo all’orizzonte. Deron Williams è arrivato dai Nets a dare man forte ad una squadra che ha perso Monta Ellis, ma quanto peserà l’assenza sotto canestro di un giocatore come Jordan è incalcolabile. Wesley Matthews aggiungerà qualità al quintetto texano e ha lasciato anch’egli il deserto venutosi a creare ai Blazers, mentre da Chandler Parsons ancora si attendono le magnifiche prestazioni mostrate a Houston e su cui Dallas ha puntato non poco a partire dall’anno passato. Rimane sempre il buon (buonissimo), vecchio Dirk Nowitzki, capace di un’altra stagione da record e sempre più leggendario con la sua maglia numero 41. L’arrivo di Jeremy Evans dai Jazz non aiuta, però, una panchina non esageratamente portentosa. Occhio, la post-season è tutto meno che assicurata.

#7 New Orleans Pelicans

145 milioni di dollari? 145?! In cinque anni, una media di 29 a stagione, per farne, ovviamente, l’uomo più pagato della NBA. Sarà questa la paga di Anthony Davis che, per altro, non è soltanto l’uomo più pagato, ma anche il giocatore in prospettiva più dominante ed incredibile che la Lega abbia trovato di recente. Il problema dei Pelicans è che, purtroppo, a roster un altro come Davis, o anche soltanto vicino al suo livello, al momento non c’è. Jrue Holiday, Eric Gordon, Tyreke Evans e Omer Asik, cui andranno 60 milioni di dollari per le prossime 5 stagioni, non sono certamente cattivi compagni di viaggio, ma non sono abbastanza per superare le altre franchigie della Western Conference, che fanno di sostanza e ricchezza i loro principi cardine a livello di squadra. La panchina, poi, è quanto mai povera di talento (soprattutto se non dovesse tornare Norris Cole) e per i Pelicans sperare in qualcosa in più dei playoff pare davvero esagerato. Potere all’Eyebrow, sperando che prima o poi New Orleans riesca a costruirci intorno un fortino inespugnabile.

#6 Memphis Grizzlies

Sembra incredibile dover lasciare i Grizzlies al sesto posto. E lo è. Nella Western Conference, però, nulla è mai scontato e Memphis ha tutte le carte in regola per balzare molto più in alto nella graduatoria. Il profumato rinnovo di Marc Gasol per 5 anni e la bellezza di 110 milioni di dollari lascia quasi senza fiato, ma il futuro della franchigia passava dalla conferma dello spagnolo. Confermato quasi tutto il resto della squadra ed acquisito un guerriero combattente ed astioso come Matt Barnes, per i Grizzlies la chimera da sfatare si chiama destino: l’anno passato sono stati gli unici a tenere davvero testa ai Warriors ad Ovest e nel 2012 arrivarono in finale di Conference, mentre nel 2011 e 2013 le stagioni di Memphis furono un mezzo disastro. Con un Mike Conley quanto mai decisivo nella scorsa post-season, un Tony Allen in crescita anno dopo anno ed uno Zach Randolph dominatore sotto canestro e maestro di doppie-doppie, oltre a Jeff Green da sesto uomo, però, confermarsi non basta. Sognare non è blasfemia, nel Tennessee.

#5 Oklahoma City Thunder

Non vi sarete dimenticati di loro? Se Kevin Durant torna il miglior giocatore della Lega visto due stagioni fa, i Thunder possono anche non porsi limiti per il futuro. Russell Westbrook ha giocato un basket di un’esplosività terrificante l’anno passato, diventando re di triple-doppie e prestazioni mostruose. Senza KD, però, OKC è rimasta fuori dai playoff nel combattutissimo Ovest, pur se per un’inezia di distacco dai Pelicans. Serge Ibaka, dopo una stagione non sugli standard delle precedenti, cerca vendetta per tornare tra i migliori difensori della Lega, mentre una conferma fondamentale è stata quella di Enes Kanter, pur all’altissima cifra di 70 milioni di dollari per i prossimi 4 anni, che ha lasciato i Thunder appena al di sotto della luxury tax. Il tempo dirà se il giocatore vale l’investimento profuso. La panchina è profondissima, ma forse manca un sesto uomo di spicco sopra agli altri, qualcuno in grado di fare la differenza oltre il quintetto titolare. Ad Oklahoma City non resta che augurarsi che la quantità valga più della qualità.

#4 Houston Rockets

Quando sembrava che i Rockets non avessero ancora inteso la lezione riguardo le loro recenti manchevolezze in termini di playmaker, ecco che arriva Ty Lawson dai Nuggets e la situazione cambia radicalmente. Patrick Beverley, confermato in estate a 25 milioni di dollari per i prossimi 4 anni, è certamente tra le migliori guardie in termini difensivi, ma offensivamente è poco l’aiuto che può dare ad una squadra che gira sempre e comunque intorno alle lune di James Harden. Lawson è uomo che può spingersi a 20 punti a partita con un ottimo numero di assist a corredo, il che potrebbe aiutare Harden a togliersi parte del fardello dalle spalle. Dwight Howard, nonostante dei playoff in crescendo di prestazioni, non è ancora nemmeno un lontano parente dell’uomo che portò i Magic alle Finals e a Houston tutti si augurano di poter riassaporare con lui i momenti da Superman. Partito Josh Smith verso i Clippers, è stato invece confermato Corey Brewer. Lo scoglio da superare è una Western Conference sempre più accesa e competitiva. Le carte in regola, i Rockets, le hanno tutte per poterci riuscire.

#3 Golden State Warriors

Non fraintendete la scelta, i Warriors, non essendo cambiati più di un Jason Thompson (arrivato dai 76ers in cambio di Gerald Wallace, scambiato a sua volta per David Lee ai Celtics), sono ancora la squadra più forte in questa NBA. Si parla, però, di motivazioni. Un gruppo fantastico, solido e giovane come quello costruito da Steve Kerr intorno al suo fenomeno assoluto, Steph Curry, non lascerà certo spazio a molti passi falsi e, anzi, vorrà ripetere quanto di incredibile fatto l’anno passato, cercando il secondo anello consecutivo. E’ certo, però, che Golden State non avrà la stessa spinta emotiva della scorsa annata e, almeno in regular season, questo potrebbe significare una frenata dall’irripetibile marcia da 67 vittorie fatta segnare nel suo anno da record. Certo bisognerà fermare un Klay Thompson voglioso di cancellare alcune prestazioni alle Finals non al suo livello usuale, un Harrison Barnes in crescita esponenziale dopo il disastroso 2013 ed un Draymond Green sempre più abile nel dominare entrambe le fasi del gioco (e fresco di rinnovo contrattuale milionario). Ecco, volendo fare una critica, il ruolo di centro è leggermente scoperto con la partenza di Lee. Il classico ago in un pagliaio, però.

#2 San Antonio Spurs

Quanta bellezza c’è nel vedere, in un mondo sportivo sempre più spesso e volentieri guidato soltanto dalle leggi dettate dal portafoglio, due campioni straordinariamente infiniti come Tim Duncan e Manu Ginobili tagliarsi lo stipendio per poter restare ancora un paio d’anni nella squadra che amano e con cui hanno vinto, rivinto e stravinto. Nel vedere David West che accetta il veteran’s minimum, a fronte di laute offerte per gli ultimi anni della sua vita sportiva, soltanto per giocare a San Antonio. Nel vedere due stelle tra le più brillanti dell’intero palcoscenico NBA come Kawhi Leonard e LaMarcus Aldridge accettare contratti certamente molto onerosi, ma di certo inferiori a quelli che la metà delle altre squadre avrebbero proposto loro per accasarsi ai propri lidi. Certo, è vero, gli Spurs hanno perso molti tasselli importanti di quella che era la loro panchina, ma, nello spirito, sono sempre il gruppo più forte e più di squadra che questa Lega conosca. C’è ancora spazio, sulle dita di Gregg Popovich, per un anello. Mai sottovalutare gli Spurs.

#1 Los Angeles Clippers

La scelta è criticabile, ma, nel florido quadro delle migliori franchigie della Western Conference, nessuno ha più fame dei Clippers. E, a parità di talento, è spesso la determinazione, la passione e la voglia con cui si scende sul parquet a fare la differenza. Dopo gli arrivi di Lance Stephenson, Paul Pierce e Josh Smith l’imperativo è uno soltanto: vincere. Non soltanto in regular season, anche se non farebbe comunque male chiuderla al primo posto per avere uno sguardo migliore di quello dell’anno scorso sui playoff, non soltanto fin quando la serie è sul 3-1, ma fino alla fine. L’anello è l’unico obiettivo della squadra di Doc Rivers, riuscita nell’impresa di riportare indietro dal Texas il figliol prodigo DeAndre Jordan e di riformare, quindi, il trio, con il magnifico Chris Paul e la sempre più splendente stella della squadra, Blake Griffin, che tanto aveva fatto sognare fino a Gara 5 contro i Rockets. Ora anche la panchina è da titolo e i Clippers non possono esimersi dal diventare finalmente grandi. Resteranno comunque sempre la seconda squadra di Los Angeles. Un titolo mentre i Lakers annaspano, però, avrebbe il sapore più dolce che ci sia.

 

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