Niente di certo ancora a proposito del futuro della griffe italiana.
The future of the Italian fashion house is still uncertain.
Brioni, il marchio di abbigliamento maschile di lusso fondato nel 1945 da Nazareno Fonticoli e Gaetano Savini e attualmente controllato dalle rispettive figlie, le sorelle Anna Maria e Maria Vittoria Fonticoli con le loro figlie e Gigliola Savini con il marito
Nessuno dei tre rami familiari ha commentato la notizia riportata dalla stampa specializzata ma hanno fatto sapere che “da due anni stanno lavorando per cercare un investitore che possa affiancare la griffe da un punto di vista finanziario”.
Nel febbraio scorso, d’altra parte, Brioni aveva incaricato gli advisor Leonardo&Co. e Lucciola&Partners di trovare capitali per la crescita, dopo essersi indebitato 4 anni fa con l’uscita dell’amministatore delegato Umberto Angeloni e della moglie Gabriella De Simone, situazione che si è aggravata a causa del momento di crisi. Nel 2009 il gruppo abruzzese è andato in rosso per 8,5 milioni di euro su un giro di affari di 152,5 milioni di euro e nel 2010 il fatturato della società è stato di 190 milioni di euro con un ebitda del 25% e un indebitamento di 90 milioni di euro. A dicembre è stata varata, inoltre, la ristrutturazione del debito originario di 65 milioni di euro.
Comunque, tra le ipotesi, ci sarebbe quella di una cessione in più tranche, com’è accaduto per la maison romana Fendi, passata all’epoca a LVMH: un modo per dare continuità al percorso di una realtà fortemente radicata nel territorio di proprietà di una famiglia numerosa e ramificata, presupposti che non renderebbero facile e veloce un’eventuale operazione.
Per ora, però, anche il polo che fa capo a François-Henri Pinault ha preferito non rilasciare dichiarazioni.