Ancor prima di sederci a tavola – eravamo stati invitati a pranzo da parenti – mio marito si è sentito male.
Avevo avuto appena il tempo di togliermi il giaccone, fare un filmatino col cellulare al presepe e consegnare i regali, che è diventato pallido come uno straccio, accusando nausea e crampi allo stomaco ed ai muscoli dorsali.
Per un po’ ha cercato di resistere, poi, per non guastare il pranzo ai parenti, abbiamo preferito farci accompagnare a casa.
Visto che non stava meglio, anzi peggiorava, ho chiamato un taxi (la macchina nostra è in un garage piuttosto distante) e l’ho accompagnato al pronto soccorso di un noto ospedale.
Devo dire che già anni addietro – sempre in occasione di un malore di mio marito – ho avuto modo di verificare la professionalità dei medici di questo ospedale, e pure questa volta l’hanno subito visitato facendogli pure varie analisi.
Mentre stavano effettuando gli esami, un assistente è uscito per avvisarmi che le cose andavano un po’ per le lunghe, ma che con tutta probabilità era un virus di natura intestinale e che avrebbe potuto essere rilasciato subito dopo.
Non mi è rimasto che attendere in sala d’aspetto che dimettessero mio marito. Avrei voluto mangiare almeno un toast, ma il bar interno non era agibile.
Così il mio favoloso pranzo di Natale è constato nel mangiare una barretta al mousli ed un caffè al distributore automatico all’ingresso; per “commensale” – medesimo menu – un simpatico signore ultraottantenne che aveva accompagnato lì la moglie, ed aspettava pure lui.
Sempre durante l’attesa, gli auguri di mio figlio via Skipe dalla casa dei suoi suoceri con visione della tavola imbandita.
Dopo oltre due ore finalmente mio marito è uscito: una flebo gli aveva calmato i dolori, poi una ricetta per un paio di medicinali antispastici e la ricerca di una farmacia di turno. Il che, spostandoci in taxi, è costato quanto un pranzo luculliano in un locale alla moda.
Ieri, santo Stefano, abbiamo passato in casa l’intera giornata, lui è rimasto quasi del tutto a digiuno, ma almeno i crampi si erano molto attenuati.
Oggi, finalmente, è riuscito a mangiare qualcosa, in compenso credo di star covando qualcosa io, dato che ho un fortissimo mal di gola.
Un Natale da dimenticare.
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