E’ in queste notti insonni,
infestate dai fantasmi del giorno,
che la mia croce si fa più pesante.
Buio, silenzio, solitudine.
Il mio cuore si perde,
in un oceano infinito di paura.
La speranza s’infrange,
sugli scogli del dubbio.
Basterebbe un tuo segno,
una paterna carezza,
e la mia piccola anima spaurita
s’involerebbe con ali d’arcangelo
e la mia mano nuda
potrebbe brandire la spada
di una fede perfetta,
più perfetta di quella dei santi.
*
E’ in queste albe livide
che mi vergogno della mia superbia.
Non ali d’arcangelo,
non spade fiammeggianti
ho meritato io, indegno peccatore.
*
E’ in questi giorni d’accidia
che mi perdo.
Perché la luce risplende
e i miei occhi non vedono,
perché la tua voce squilla
e i miei orecchi non sentono,
perché le porte della mia anima
sono chiuse.
*
Ti prego, mio Dio,
fa’ che i miei occhi vedano,
che i miei orecchi sentano,
che le porte della mia anima
si aprano.
Ti prego, mio Dio,
fa’ che non torni la notte.
Illustrazione: Crocifisso di Giotto, fonte http://it.wikipedia.org/wiki/File:The-crucifix-192%D0%B4%D0%B6%D0%BE%D1%82%D1%82%D0%BE.jpg