Scritto da: Pierpaolo Molinari 21 gennaio 2014 in Attualità, Cronaca, News Inserisci un commento
Il Gup Filippo Steidl ha condannato Luigi Preiti a 16 anni di reclusione. Preiti, nell’aprile dello scorso anno, si era recato davanti a Palazzo Chigi e, impugnando una pistola, ha sparato ferendo tre carabinieri, di cui uno in modo grave.
Un gesto folle, dettato dalla disperazione di un disoccupato che probabilmente aveva in mente un bersaglio diverso ma i suoi proiettili hanno colpito, appunto, le persone sbagliate.
In aula oggi erano presenti sia Preiti che la figlia di Giuseppe Giangrande, il carabiniere più grave, Martina. Dopo aver ascoltato la sentenza, l’imputato ha chiesto scusa, asserendo che avrebbe preferito essere al posto di Giangrande, in ospedale.
Soddisfazione da parte di Martina Giangrande: «Siamo davvero soddisfatti di questa sentenza, sono venuta qui a Roma a sentire con le mie orecchie cosa sarebbe accaduto. Tra poco lo dirò a mio padre, che è a Prato, visto che per il momento non sono riuscita a sentirlo».
Dalla perizia psichiatrica a cui è stato sottoposto Preiti è emerso che l’uomo, al momento dell’aggressione, era capace di intendere e di volere. Forte bevitore e consumatore di cocaina, secondo l’accusa era in cerca di un palcoscenico. I legali dell’aggressore hanno cercato di trovare motivazioni per la non processabilità dell’imputato ma lo psichiatra Piero Rocchini ha smontato la difesa. Resta da capire chi abbia dato a Preiti la pistola con la matricola abrasa e quali siano i reali motivi che lo hanno portato al gesto.
Preiti era cosciente mentre impugnava la Beretta e faceva fuoco contro i carabinieri e sapeva quello che stava facendo.
Via | Repubblica
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