A seguito della pubblicazione del nostro articolo “Premio Immagini Amiche… di chi? Le nostre vincitrici”, che si poneva come obiettivo l’analisi delle “immagini amiche” in lizza all’interno dell’evento promosso dall’UDI nato per premiare la creatività socialmente responsabile, riceviamo la seguente lettera che ci spiega “dall’interno” alcune dinamiche riguardanti l’Associazione. Volentieri diffondiamo:
A tutte le donne UDI
Alle donne interessate
Alle Responsabili della sede Nazionale
(Vittoria Tola – Grazia Dell’Oste)
Al Comitato di Garanzia UDI
Al Coordinamento Nazionale UDI
Pc
Clara Albani Direttora Ufficio di Informazione in Italia P.E.
Oggetto: Premio Immagini Amiche Edizione 2013
La Campagna “Immagini Amiche” inaugurata a Roma l’8 marzo del 2010, venne promossa e fortemente voluta dall’UDI di allora : diversa nella politica e nella struttura dall’UDI 2013. Differenti i momenti storici e differenti le donne che abitano la sede Nazionale e che dell’associazione né tracciano le linee guida.
Nel 2010, nella stessa sede Nazionale si costituisce,come peraltro abbiamo avuto modo più volte nel corso degli ultimi due anni di ricordare, il gruppo nazionale Immagini Amiche. L’attenzione intorno alla Campagna è vivacissima, prenderanno il via numerose iniziative territoriali e Nazionali con l’obbiettivo di contrastare gli stereotipi femminili e le immagini violente, volgari, irrispettose della dignità femminile nella comunicazione e ovunque. Con questa Campagna l’UDI si impegna a porre l’accento su tutta la comunicazione fatta per immagini mettendo in evidenza l’indifferenza di donne e uomini di fronte allo svilimento quotidiano della loro immagine, spesso a causa dell’azione persuasiva esercitata dalla televisione. La Campagna Immagini Amiche ha il merito di aver reso visibile una reazione a questo stato di cose, che certamente esisteva anche prima ma faticava a trovare spazi di emersione. La diffusione dei principi alla base della Campagna Immagini Amiche ha riscontrato l’esigenza di donne, e di una parte di uomini, verso la diffusione di una cultura differente sollevando richieste chiare di una regolamentazione puntuale dell’utilizzo mediatico della rappresentazione femminile nella comunicazione tutta.
L’impegno profuso dalla donne dell’UDI a sostegno della Campagna è stato riconosciuto dalle massime cariche dello Stato, la Campagna Immagini Amiche ha infatti ottenuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, incontrando la condivisione e il sostegno del Ministero per le Pari Opportunità e del Parlamento Europeo per l’Italia.
Una parte importante della stessa Campagna è costituita dal Premio Immagini Amiche: ideato per dar vita ad una interazione con creative e creativi desiderosi di impegnarsi a costruire una comunicazione capace di contrastare la tendenza comune e diffusa di svilire il ruolo delle donne, in grado di compiere uno sforzo di creatività per infondere una modalità nuova di comunicare. “L’UDI attraverso il Premio ha inteso incoraggiare una generazione di creative e creativi più responsabili socialmente,passando dalla denuncia di ciò che non ci va alla valorizzazione di pratiche ed esempi positivi”.
…. C’era tutto questo nella carta d’intenti ideale che l’UDI ha stilato quando ha deciso di impegnarsi a sostegno di una cultura differente della comunicazione. C’era ancora tutto questo nei numerosi incontri e nelle varie iniziative che a questo fine si sono svolte nelle diverse città che le donne dell’UDI abitano. C’era ancora tutto questo nelle parole che abbiamo rivolto alle giovani studenti e ai giovani studenti che nel corso di questi anni abbiamo incontrato.
La Campagna Immagini ha costituito un importante percorso politico per tutte le donne che hanno collaborato a realizzarla e che si sono impegnate nella diffusione, in casa UDI è nato addirittura un libro “Bellezza femminile e verità”(Serena Gibbini Ballista, Judith Tissi Pinnock) che se ha un pregio è quello di, in mancanza di parametri ufficiali che dicano quando una pubblicità è sessista e quando non lo è, mettere a sistema una proposta di modalità di lettura critica delle immagini pubblicitarie che, però, sembra essere lontanissima dall’essere rilanciata dall’ UDI stessa in occasioni istituzionali come quella del Premio 2013.
Che né è stato di tutto questo nella Terza edizione del Premio Immagini Amiche?
Abbiamo il timore che si stia radicando un approccio culturale parziale, cioè che l’immagine femminile che i media presentano sia corretta quando non è volgare e quando mostra una donna attiva. Non basta. Gli aspetti da considerare sono vari:
1. comunicazione riguardante il corpo delle donne. E’ necessario che le immagini amiche mostrino modelli fisici diversificati e non stereotipati (come fa Dove, unica marca che se ne occupa, da svariati anni, e che è il marchio di prodotti di cosmesi, articoli che sono particolarmente dediti ad un uso improprio dell’immagine femminile). Il premio attribuito a Femminile reale va bene, ma, non si tratta della pubblicità commerciale di un prodotto bensì di una sorta di pubblicità progresso, quindi non serve a dare indicazioni chiare al mondo del marketing.
2. comunicazione riguardante il ruolo familiare delle donne. Qui è necessario che venga mostrata la condivisione dei lavori di cura. Troviamo preoccupante che per il secondo anno di seguito vengano premiate pubblicità che mostrano donne con super poteri (Vezzali prima, donna e campionessa olimpionica, e quest’anno con Continental una donna che guida mentre compagno e figlio dormono). Va bene che si tratta di un’immagine di autonomia e non sudditanza rispetto all’uomo, ma perché non preferire uno spot, come quello della Chicco, che mostra padre e madre che allattano i propri figli? E perché premiare lo spot Enel insistendo sul tema della maternità? Possibile che ancora venga esaltato in questo modo il ruolo riproduttivo? Come si devono sentire le poche donne che hanno il coraggio di scegliere di non avere figli se non sentono la maternità come un loro obiettivo? E sulla maternità, non dovremmo come UDI tenere alta l’attenzione sul tema della medicalizzazione della gravidanza, del parto, dell’allevamento dei bambini? Ma questo spot mostra il classico parto in ospedale, il padre naturalmente non è presente al parto ma aspetta fuori passeggiando nervosamente come nelle migliori e stereotipate tradizioni, il bambino è irrealisticamente pulito e ben paffuto….
3. comunicazione di genere. Non ci sembra che le trasmissioni televisive si contraddistinguano per adottare un linguaggio di genere.
Non è arrivato il momento di dettare delle regole perché una pubblicità, trasmissione o spot possa accreditarsi nel premio?
A noi non è stato concesso di prender parte ai lavori di questa edizione del Premio.
Noi siamo state arbitrariamente estromesse dal Comitato d’onore del Premio Immagini Amiche.
Noi non siamo state informate su come procedevano i lavori.
Noi abbiamo scritto, più volte e non abbiamo ottenuto risposte.
Noi crediamo che forse la Campagna Immagini Amiche potrà pur sparire dal sito dell’UDI Nazionale, ma la storia non si cancella con un semplice click.
Noi continuiamo a credere nel lavoro creativo diffuso sul territorio attraverso progetti ed iniziative rivolte alla cittadinanza e vogliamo continuare a confrontarci con le e gli studenti senza sentirci a disagio perché le nostre parole vengono smentite dalle scelte di conferire la “nostra” foglia rosa a prescindere dai principi che sono alla base della nostra idea di comunicazione differente.
Noi crediamo che sia doveroso e fondamentale aprire una nuova parentesi della Campagna Immagini Amiche, che per esser tale non può prescindere dal contributo di tutte le donne dell’UDI che desiderano partecipare a questo processo.
12 Marzo 2013
Serena Ballista (UDI Modena)
Angela Catania (UDI Genova 25Novembre 2008)
Judith Pinnock (UDI Modena)
Arianna Martignon (UDI Venezia – Mestre)