Da oltre un anno, uno degli aspiranti principali attori dell’automotive elettrico, sta utilizzando il web per informare ma ancor più per capire, decidere e programmare.
Una strategia quasi consolidata; inizialmente usata dai grandi brands del consumo, si sta via via diffondendo anche ai beni di investimento non solo per vendere quanto per ricevere le indicazioni necessarie per poterlo fare.
Eccoci così invitati singolarmente o in gruppo ad esprimere pareri diversi: colori, forme, style… che personalmente ritengo preziose tendenze - motivazioni di acquisto ottenute quasi esclusivamente a titolo gratuito, talvolta anche premiate sotto forma di gara, concorso o tesi on line.
Evito per correttezza ed a scanso di improbabili problemi, di esplicitare i nomi dei protagonisti di questi artefizi ormai giunti alla pubblicità di prodotto ma mi ritengo libero pari loro, di esprimere opinioni soggettive che rappresentano oggi l’essenza di qualsiasi comunicazione politica, industriale e commerciale.
Da tempo, penso di proporre in questa sede un approfondimento tecnico ed economico di quanto ho già anticipato essere la problematica più importante in relazione alla mobilità elettrica: l’accumulatore elettrico.
Lo farò certamente ma approfitto di una precisazione appena vista per anticiparne brevemente un aspetto di natura economica.
Ciò che la conoscenza dello stato dell’arte di questi componenti elettrici rende evidente, trovava già piena conferma nel fatto che si proponesse non già l’acquisto del serbatoio energetico con la vettura quanto il suo renting ad un costo imprecisato ma banalizzato simile a quello di uno smart phone.
Alcune citazioni attribuite da persone famose ai gestori del denaro talvolta, oltre che simpatiche possono ritornare utili e qui val la pena trascriverle.
"Dare alle banche la possibilità di creare la moneta è come darsi in schiavitù e pagarsela pure". (By Sir Josiah Stamp, vecchio governatore della banca d’Inghilterra).
"Che cos’è una rapina in banca a confronto della fondazione di una banca ?" (By Bertolt Brecht).
"L’attuale creazione di denaro dal nulla operata dal sistema bancario è identica alla creazione di moneta da parte di falsari. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto". (By Maurice Allais, nobel per l’economia).
“Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perche’ se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione" (By Henry Ford.
Dicono il vero?
Se lo fossero, potrebbe fallire chi confida nell’ignoranza e nella disinformazione per fare profitti o per risolvere problemi di farli?
Possiamo provare disdegno, offenderci, arrabbiarci e protestare anche, ma questa è la strategia da sempre vincente.
Con i tempi moderni, cui dovrebbe corrispondere migliori istruzione e conoscenza, ancora di più!
Chi infatti, nelle società sviluppata, bada seriamente quindi non credendo di farlo, a quanto si spreca, si spende?
Chi sta in guardia dal trovarsi indebitato, capace di prevenire una realtà già in grado di coinvolgere quasi senza saperlo ogni schiavitù dal bisogno di comprare un’immagine per apparire come si deve per l’essere considerati?
Denaro, moneta sempre più virtuali, la possibilità a debito, sono armi vincenti.
La reale differenza tra le manette ed il promuovere l’acquisto di beni o servizi anche di rilevante valore con ridicole rate mensili sta solo nella sofisticazione dello strumento. Non una citazione ma un mio credo.
Comportamento irrazionale dunque impossibile - come sempre più frequentemente accade - non corrisponde alla realtà che vede invece siffatte strategie fare molti proseliti: persone spesso incapaci di pensare alla necessità di gestirsi e di gestire il proprio futuro, che danno valore all’apparenza, al bisogno di avere, probabilmente poco specializzati in logica e la matematica.
La prove di questa diffusa creduloneria? Diversamente non potrebbe esistere questo asfissiante incremento dei prestiti al consumo se fosse incapace di dare il risultato auspicato.
Nello specifico, ci ritroviamo quindi invitati a comprare auto anche senza serbatoio perchè lo danno in affitto così che sia un pelino difficile capire il reale costo del veicolo e quanto pagherai per utilizzarlo.
Come dicevo, si è appena sollevato un velo: eccoci dunque al semplice calcolo-confronto che motiva questo intervento.
Il renting rate annunciato, corrisponde ad un minimo di 0,072 €/Km e penso potrà anche raddoppiare per veicoli più potenti.
Un litro di gasolio costa circa 1,4 € ed a parità di veicolo si dovrebbe correlare ad una percorrenza di 30 Km/l cui corrisponde un costo chilometrico di 0,047 €/Km perchè il costo del serbatoio è poca cosa.
Vale la pena anche ricordare che l’accumulatore va caricato e che il costo dell’energia elettrica non è stato considerato in questi calcoli mentre quello del gasolio sì.
L’autonomia poi...rimandiamola alle promesse.
L’automotive di tipo tradizionale a trazione elettrica è come un dolce: senza i giusti buoni ingredienti è poco appetibile se non addirittura ad oggi immangiabile.
Si è dunque costretti ad incentivare una realtà che potrà risultare vincente solo segmentando il mercato, in forza di nuove scoperte ovvero riducendosi ad un terzo dell’attuale il costo dell’accumulatore.
Una panoramica dei giusti ingredienti?
- Immagine di nuova tecnologia quando non lo è affatto.
- Promuovere solo i plus (zero emissioni, elevato rendimento, costi ridotti) attingendo a piene mani da verità parziali ed adeguando la comunicazione alla realtà solo via via che si è costretti.
- Promuovere l’intervento dello stato, giustificato e dovuto per considerazioni di parte, per garantirsi finanziamenti irrazionali-sconvenienti ed altre agevolazioni.
- Sfruttare il bisogno di essere e molto più spesso apparire verdi.
Pensate che recentemente il Comune di Parma, noto per bilanci economici di scarsa virtù, è stato citato dalla stampa come paladino della mobilità elettrica.
Come ha fatto?
Ha annunciato il piano ZEC (zero emission city) che prevede una spesa totale di 9 milioni di euro, di cui 1,9 milioni nella prima fase di strat up con un incentivo all’acquisto di un’auto elettrica di 6.000 euro. All’elettrico inoltre è garantita la circolazione comunale, il parcheggio gratuito e l’installazione di 300 colonnine di ricarica.
Se nel 2009 sono state vendute 69 auto elettriche, nel 2010: 103 (pari allo 0,01% del mercato automobilistico italiano) di cui in maggioranza un piccolo quadriciclo leggero a due posti, ci sarà una ragione?
Comunque sia le prime Smart sembrano già arrivate e le colonnine saranno installate: lo standard andrà bene a tutti?
Il problema è: giusto e virtuoso cercare e dosare ingredienti per drogare questo mercato?
Questo intendevo indagare in bacheca, la vostra opinione, visto che a parer mio:
1. Il settore automobilistico è in crisi per ragioni di bassa capacità di acquisto non certo di inquinamento (pochi ricavi per mancanza di lavoro e minor redditività per l’ex classe media).
2. L’automotive tradizionale elettrico non risolve praticamente alcun problema perché non cambia nell’impostazione quindi è tutt’ora non competitivo e non configura investimenti.
3. Renderlo vendibile rimediandone la non concorrenzialità necessita di incentivi governativi quindi di risorse ricavate dalla tassazione: come già verificato per le rinnovabili, non è mai virtuoso sperperare il bene comune anzi, configurandosi scelte di maggior danno alla classe meno abbiente di azioni criminali si dovrebbe parlare più che di virtù.
4. In Italia ormai non si producono più nemmeno le batterie al piombo acido e non certo perché dediti a tecnologie migliori, qualcosa di motori e poco della filiera in questione: non ho conoscenza di alcuna politica di ricerca e industriale al riguardo per cui a chi le nostre poche risorse?
Una speranza comunque c’è e voglio proprio citarla:
"Potrete ingannare tutti per un pò, potrete ingannare qualcuno per sempre, ma non potrete ingannare tutti per sempre" (By Abramo Lincoln).
Per questo scrivo.
Sergio Capraro