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Presadiretta il buco delle pensioni

Creato il 02 febbraio 2015 da Funicelli
Lo stato dei conti dell'Inps: il buco causato dall'evasione dei contributi da parte dello stato, la cattiva gestione del patrimonio immobiliare, le pensioni d'oro e i vitalizi dei politici. Le diseguaglianze tra i pensionati di oggi e i giovani precari di domani. Il servizio di Presa diretta sull'Inps ha toccato tutti questi argomenti che troveranno chiaramente poco spazio sui giornali di oggi, troppo presi dalle elezioni di sabato. Si è partiti dalla condanna dell'ex governatore Scopelliti: 7 anni di pena, anche per il mancato versamento dei contributi per la pensione dei suoi dipendenti. L'ente tratteneva i contributi ma non li versava: ma questo succede solo a Reggio? Solo in Calabria lo stato è evasore? La signora Depetris è un insegnante di scuola elementare: ha scoperto che tre anni di contributi non sono stati versati, persi dalla regione Lombardia. E ora la signora non può andare in pensione perché l'ufficio scolastico, nei vari traslochi delle sedi, si è perso i faldoni. Molti faldoni erano depositati al liceo Leonardo da Vinci: in realtà molto materiale è stato proprio buttato, come fosse immondizia. E' degno di un paese civile?” - ha chiesto Procaccianti all'ex provveditore: ma sono scomparsi solo i faldoni o non sono stati pagati i contributi? La Cisl Lombardia dice che non sono stati pagati i contributi a molti altri contribuenti: una bomba, tenuta nascosta. Con un aspetto più grave: per i supplenti, la pratica di non pagare i contributi, è diffusa. I contributi inpdap erano usati per altre spese, ha spiegato al giornalista una supplente in anonimo: “così fan tutti”, era una cosa risaputa. Senza troppi mezzi termini, Luigi Angeletti ha indicato nello Stato il più grande evasore contributivo. Sui contributi pubblici l'Inps è cieca: questo dicono le fonti interne all'istituto. Dal 2012 la cassa dell'Inpdap (dei dipendenti pubblici) è finita dentro l'Inps (dipendenti privati), che oggi è in rosso. Il buco dell'Inpdap è frutto dell'evasione dello stato: i soldi per ripianare il buco furono trasformati in prestito da Prodi. Un camuffamento del debito e del bilancio, sostiene Cazzola, che è stato nel consiglio di sorveglianza della cassa. Un maquillage di bilancio che ha affossato i conti dell'Inpdap: ma il colpo di grazia l'ha dato Monti con la riforma Fornero. Sia per le centinaia di migliaia di esodati, ma anche per la soppressione dell'Inpdap, entrata nell'Inps. L'ex direttore Mastrapasqua lanciò l'allarme nel marzo 2013, ma né Letta né Saccomanni lo presero in considerazione. Nel 2013 la perdita è stata di 7 miliardi, in 3 anni si arriva a 30 miliardi . Un vero buco, dice il giornalista del sole 24 ore che ha controllato i conti dell'ente assieme a Presa diretta: la differenza tra entrare e uscita è di 124 miliardi. “Se fosse un'impresa sarebbe fallita”: ma non si può fallire perché sarebbe un fallimento dello Stato. Il buco si riproporrà ancora e ogni anno lo stato trasferisce somme crescenti nell'Inps per ripianarla: solo la previdenza è un quinto della spesa pubblica italiana. Un capitolo in crescita. La colpa è dei conti sballati della previdenza pubblica, di come è gestita, di come è nascosta. Per molto meno gli imprenditori privati rischiano la galera. Come il signor Ricceri, che non ha pagati i contributi ai dipendenti per pagare gli stipendi: gli è stato revocato un finanziamento europeo e ora l'azienda del catanese è in difficoltà. Presa diretta ha raccontato i casi di altre aziende che non riescono a pagare i contributi e il DURC (il documento dell'Inail) diventa negativo, anche per colpa dei crediti non pagati dallo Stato stesso.
Ma non è solo colpa della previdenza pubblica: ci sono anche le pensioni non proporzionate ai versamenti, dove cioè escono fondi superiori a quanto si è versato.
Come gli ex dirigenti d'azienda: avevano una cassa che stava fallendo, ogni anno perdono 3 miliardi di euro. La scorsa settimana Iacona aveva raccontato la storia dell'avvocato Cartasegna, ex avvocato di Perugia. Tra i pensionati super c'è l'ingegner Sentinelli, ex manager della Telecom, il pensionato con l'assegno più alto: 90000 euro al mese. Vito Gamberale, anche lui ex Telecom: 44000 euro al mese, tre volte una pensione minima al giorno. Lo scandalo, dice il direttore Giordano, è che pensioni superiori a quello che uno ha versato nella vita, a scapito di quelli che un giorno non prenderanno pensione. Nel 2013, Renzi in epoca di primarie, parlava di pensioni retributive e di pensionati d'oro che avrebbero meritato dei tagli.
Ma nel 9 settembre 2014, sempre da Vespa, si è rimangiato la parola data: niente tagli alle pensioni superiori ai 2000 euro. Ma nemmeno su quelle più alte: “per non suscitare panico”.
Il taglio alle pensioni alte è stato pure bocciato dalla Corte Costituzionale, altri pensionati d'oro.
Il sistema pensionistico dei politici: i vitalizi d'oro.
La regione Sicilia spende ogni mese 60 ml di euro per le pensioni: la regione è anche la patria delle baby pensioni. Gli ex consiglieri, spiegano che è tutto in regola, hanno solo rispettato la legge che la regione si è data.
Russo era un dirigente della regione, in pensione a 47 anni, ma il governatore Lombardo l'ha chiamato in regione come assessore. Doppia entrata. Altro campione dei doppi incarichi è Cosimo Aiello: in pensione a 51 anni per assistere la madre, ma poi ha iniziato a collezionare altri incarichi. Al teatro di Catania, commissario orchestra siciliana, commissario Ersu, commissario ente portuale Catania, presidente dei revisori dei conti del com. di Palermo. L'autonomia regionale ha permesso di non applicare subito la riforma Dini: la Sicilia l'ha applicata 11 anni dopo, così i centomila assunti in regione vanno in pensione con un assegno più favorevole rispetto agli altri italiani. Ora i conti in Sicilia non sono sostenibili: sono 600 ml di euro spesi all'anno, di fronte ad un incasso di 40 ml di euro. I vitalizi sono aboliti nel futuro, ma quelli del passato si continuano a pagare: si pagavano anche a Totò Cuffaro. Oggi gli è stata tolta, ma non per l'accusa di mafia, bensì per quella di rivelazione d'ufficio. A Cagliari, all'assemblea della regione, mesi fa era scoppiato lo scandalo di Claudia Lombardo: in pensione dopo 4 legislature, a 41 anni, prende un vitalizio da 9000 euro. I soldi li sta già prendendo: una che in politica ha affermato di aver tagliato i costi di politica. Ha versato 230000 euro di contributi: in pochi anni li recupererà e ci guadagnerà sopra. Anche il padre della Lombardo è stato in regione e prende un vitalizio. Cosa fanno in regione per evitare altri casi Lombardo: stanno innalzando a 65 anni l'età per chiedere il vitalizio. Ma con calma. Sergio Rizzo, intervistato da Procaccianti, ha parlato dei vitalizi nel suo ultimo libro: sono indipendenti del reddito e della pensione, e dunque si cumulano. I politici che prendono doppio vitalizio sono circa 300: Ripa da Meana prende la pensione da commissario europeo, prende due vitalizi dalla regione Lombardia e Umbria. Mentre i giovani precari di oggi non prenderanno un'unica pensione. Per non parlare di ex politici che non avrebbero bisogno di quei soldi, avendo già una disponibilità personale. Merloni, che ha venduto la Indesit agli americani. Benetton, 2 miliardi di patrimonio. Santo Versace, ex deputato. Antonio Patuelli, presidente Abi. Nessuno di loro ha rinunciato al vitalizio. Il vitalizio non si nega nemmeno a Dell'Utri, condannato per concorso esterno: 5000 euro anche a lui. Silvio Berlusconi prenderà 8000 euro di vitalizio. E in queste settimane, l'emendamento di SC che voleva tagliare i vitalizi in forma retroattiva, ma è stato bocciato. L'inchiesta sui falsi invalidi.
Napoli quartiere S Lucia: arresto dei falsi invalidi (centinaia di casi negli ultimi anni): finti ciechi, finti invalidi .. Ottenere pensioni false era facile fino a pochi anni fa: le falsificazioni avvenivano negli uffici comunali.
Più ne arresti più ne escono fuori: sono circa un milione le pensioni da invalidità, quasi un migliaio a Napoli. Si giustificano tirando in ballo la miseria e i grandi furti di Roma. I medici sono venuti a proporre le carte false”, dicono al quartiere di Pallonetto. Ma non sono finiti in carcere. Un ex consigliere municipale del PDL si comprava i voti, con i falsi certificati per gli invalidi: carte che avevano valore retroattivo. Non era l'ASL che faceva le pratiche: era un ufficio parallelo che faceva le carte. A chi ha denunciato il malaffare sono arrivate minacce, proiettili, lettere minatorie. Anche i clan erano interessati a questo business, con un danno stimato in 30 ml di euro. Le false pensioni erano un sistema per i clan per creare consenso, in un territorio dove non c'è lavoro. Presa diretta è andata in prov. di Ragusa: qui le segreterie dei politici si facevano promotori per dare un aiuto, con medici compiacenti, per far avere delle pensioni di invalidità false. La partita dei falsi invalidi vale 16 miliardi l'anno. Oltre a migliaia di voti. La gestione del patrimonio dell'Inps. Il patrimonio dell'Inps vale 3,2 miliardi, ma l'istituto è in perdita: come mai? Il giornalista è andato a visitare i palazzi e le case oggi abbandonate: come a Venezia al centro vacanza dell'Inpdap, oggi abbandonato. Fai della Paganella, Dolomiti: anche qui una colonia abbandonata dell'Inps. La gestione immobiliare dell'Inps non ha trasformato le colonie da un costo ad una risorsa: anche se in posti bellissimi, per il turismo. Come a Cesenatico: qui la colonia sarebbe appetibile per imprenditori locali privati, che vorrebbero valorizzarla. Ci sono i palazzi dell'Inps abbandonati a Milano e a Roma: qui lo stabile è stato occupato da famiglie senza casa. Tutto abbandonato e tutto pagato con i contributi nostri. La cosa grave è che oggi, pur avendo questo patrimonio, l'Inps paga gli affitti per le sedi che occupa. Tutto questo grazie alla cartolarizzazione voluta dal ministero dell'economia anni fa: i palazzi che erano dell'Inps sono stati scippati all'istituto e dati ad un fondo immobiliare, in cui figuravano banche d'affari. Oggi l'Inps paga 53 ml di euro l'anno per affitti: in 10 anni è scomparso l'effetto della vendita. Poi c'è lo scandalo dei palazzi svenduti: palazzi di pregio venduti ad un prezzo inferiore.
L'intervista a Tito Boeri, fatta a Danilo Procaccianti. Il ricercatore de La Sapienza di Roma, Reitano, ha raccontato che, per come sta andando il mercato del lavoro, un domani, dopo una vita contributiva, i pensionati si dovranno aspettare una pensione da minimo. Anche dopo 45 anni di lavoro, a 70 anni: dopo un salario da niente, avranno una pensione da niente. I co co pro, pagano tanto, ma non hanno diritti: paradossalmente la loro cassa è in attivo. La loro cassa sta finanziando le pensioni di chi oggi incassa pensioni che non si meriterebbe. Un'ingiustizia che coinvolge 2 ml di giovani. Di seguito l'intervista a Boeri, presa dalla pagina FB di Presa diretta: C’è un problema di fondo con il fatto che abbiamo in passato fatto delle promesse previdenziali eccessive e permesso a delle persone di andare in pensione a 40 anni in condizioni di salute ottima per cui potevano benissimo continuare a lavorare. A queste persone abbiamo garantito delle pensioni piene e questo oggi grava sui giovani che hanno già pagato lo scotto delle riforme pensionistiche. Si è detto sempre che le riforme pensionistiche hanno colpito i pensionati, in realtà le riforme pensionistiche fatte dal ’92 in poi hanno colpito soprattutto le generazioni più giovani che hanno già pagato tantissimo e continuano a pagare”.
Per il neo presidente dell’Inps: “Ci sono delle iniquità pazzesche nel sistema pensionistico” come il caso “dei vice comandanti dell’Arma dei Carabinieri che per anni si sono praticamente raddoppiati i trattamenti previdenziali, queste persone ricevevano una promozione l’ultimo anno della loro carriera, prima di andare in pensione e in virtù di questa promozione, di fatto, questo ha portato quasi a un raddoppio della loro pensione, questo è un esempio ma se ne potrebbero fare tantissimi”.
A Presadiretta Tito Boeri consegna la sua ricetta: “Molte persone hanno ricevuto molto di più di quello che hanno versato, allora andiamo a calcolare qual è la differenza tra quello che queste persone ricevono e quello che avrebbero ricevuto con le regole del sistema contributivo, su questa differenza andiamo a introdurre un prelievo ma attenzione, lo facciamo solo a chi ha delle pensioni di un certo importo, da tremila euro in su. Parliamo al massimo di un contributo del 20, 30% su questa differenza, quindi sul totale della pensione il contributo sarà al massimo del 10%. Sulla base di diversi dati di cui disponiamo noi calcoliamo che si possano ottenere più di quattro miliardi ogni anno con questa operazione”.
Ma Renzi non andrà avanti col prelievo sulle pensioni d'oro, lo ha messo in chiaro alla conferenza di fine anno. E chissà se Boeri rimarrà all'Inps: non è certo che venga confermato. Le pensioni d'oro e i vitalizi che non ci possiamo permettere possono dormire sonni tranquilli.

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