Presentazione del libro, “Francis Turatello – Faccia D’Angelo – La Milano di Turatello “ Milieu Edizioni, 2012 di Antonella D’Agostino

Creato il 24 giugno 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
di Simona Zecchi
Venerdì 22 giugno, durante la presentazione del libro “Francis Turatello – Faccia D’Angelo – La Milano di Turatello”, è successa una cosa insolita. A dispetto del caldo, dello sciopero e dell’argomento poco romano e molto milanese, la sala di Palazzo Incontro-Fandango di Via de’ Prefetti era gremita e calda.
 Ad accenderla la verve e la parlantina di una donna un pò del sud e un pò del nord: Antonella d’Agostino autrice del libro. Antonella attuale moglie di Vallanzasca, e grande amica di Turatello, che oggi chiama “fratello” come a voler sottolineare un legame che nemmeno dopo la morte si è spento, e già autrice di “Lettera a Renato” (Cosmopoli Edizioni, 2007), era insieme al figlio dell’ex boss, Eros Turatello, che a guardarlo e a sentirlo sembra uscito da un altro film: un uomo pacato e pieno di affetto per un padre che ha conosciuto poco e che per scelta lo ha voluto diverso da ciò che lui stesso rappresentava. 
Il taglio del libro è sicuramente quello personale come ha annunciato l’editore di Milieu Edizioni, un approccio memorialistico che mette insieme la vita “professionale” di Francis Turatello con quella familiare, la quale secondo quanto dichiarato da tutti i presenti (amici di famiglia, editore e sì anche l’attrice di fiction Benedetta Valanzano, che ha letto alcuni brani tratti dal libro) sembrerebbe sia stata appartata e avulsa da ogni effetto che il personaggio Turatello portava con sé in senso negativo. 
La donna dei due mondi, Antonella D’Agostino, quei mondi divisi tra gli eterni rivali Francesco e Renato, lo ha ribadito durante tutto l’arco della serata:« Francesco non deve essere un esempio, ma il fondo d’umanità che ci ha lasciato, la parte di vita che forse lui voleva realmente vivere rappresenta un insegnamento per noi». 
Le esclamazioni d’affetto miste anche al rispetto per il tipo di criminalità che esercitava Turatello secondo il punto di vista di una donna vissuta ai margini di quel mondo senza subirne gli effetti giudiziari (un esempio su tutti:« a quei tempi ce n’era per tutti ora, è il tempo dei politici e dei computer e di una criminalità più efferata, niente a che vedere con i concetti e l’ ”etica” di quella criminalità…») hanno anche dato input a un dibattito interessante fra chi in qualche modo condivideva quelle affermazioni e chi, indignato, esclamava «ma signora non si può parlare di etica della violenza e della morte!». E poi ovviamente il legame con Roma: anche di questo si è parlato. A Roma Francis incontrava la Banda della Magliana, e lasciava alla Milano da bere le sue bische clandestine. 
Nel libro, di cui leggerete prossimamente qui una recensione completa, questi misfatti si trovano tutti perché fanno il quadro completo di quel personaggio che è stato anche uomo. Non è facile prendere in contropiede Antonella D’Agostino: il piglio che la contraddistingue nel dire anche cose scomode, fuori dalle righe in cui chi le fa domande vorrebbe metterla, spedisce dritte risposte affilate che non attendono la fine del quesito. Sa già cosa vuole dire, in parte riprendendo ciò che ha scritto e anche qualcosa di più. 
 Eros Turatello, invece, ristabilisce l’equilibrio, riporta tutti, persino il moderatore Enrico Novi, a non parlare male di persone che non possono rispondere (riferendosi a Roberto Saviano che durante la presentazione è stato oggetto di critiche per il tipo di informazione fatta attraverso il libro “Gomorra”. Anche qui spettatori e giornalisti divisi: cosa che ha reso il dibattito ancora più caldo e interessante). 
 Eros Turatello è un padre di famiglia assennato, contro ogni violenza:« Il poco che ho vissuto con mio padre e l’affetto che mi ha trasmesso, insieme al rispetto per gli altri, invitandomi spesso a non seguire il suo esempio, non mi esime dal rifiutare ogni forma di violenza e anzi non nascondo il dolore che provo al pensiero che mio padre possa aver ucciso un uomo a prescindere dalla provenienza: delinquente o meno.» 
Non esiste certo un’etica della criminalità e i confini fra l’uomo padre e marito e il boss che è stato vengono fuori anche in questo libro scritto col cuore. Ma esiste sempre un’etica della riflessione che tutti i libri portano con sé, come quella scaturita venerdì sera.

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