Buonasera a tutti :) Spero che abbiate passato un felice weekend!
Qualche giorno fa, nella mia casella di posta, ho trovato un’email dall’ufficio stampa di Falco Editore in cui veniva presentato con un comunicato stampa il libro Fuori dalla nebbia, due vite all’ombra di Giovannino Guareschi – La vicenda del figlio segreto di Guareschi. Mi è subito sembrata una storia interessante e raccontata da un punto di vista importante, quello della moglie di Giuliano Montagna, figlio appunto di Giovannino Guareschi, creatore di Don Camillo e Peppone. Vi lascio le parole del comunicato stampa e poi la presentazione dei dati del libro.
Oltre a questo ho anche ricevuto una breve intervista ad una delle autrici. Per questo vorrei ringraziare la casa editrice che mi ha concesso di pubblicarla!
Fuori dalla nebbia è una «biografia dell’anima, le cui pagine si leggono tutte d’un fiato», come recita la prefazione di Elena Gerardi e Luciano Peirone.
Giancarla Minuti Guareschi, autrice del volume insieme a Concetta Cirigliano Perna, diventa il personaggio chiave – di una vita vera, realmente vissuta – che si frappone tra le esistenze di suo marito, Giuliano Montagna, e del padre di lui, Giovannino Guareschi, celebre creatore di Don Camillo e Peppone.
La vicenda si tramuta in travaglio interiore, tristezze celate nel cuore, tra un figlio, Giuliano, non legalmente riconosciuto dal padre, e la moglie devota, Giancarla, che annota nel libro della memoria fatti e sentimenti, dalla lontana Sidney, dove si sono trasferiti.
Lontano, oltre la nebbia, la figura di Guareschi, padre mancato, ma desideroso di regalare al figlio quell’affetto che non si può negare. Lontano dai riflettori, persi nella nebbia.
Il poeta Paolo Todaro l’ha definito «un romanzo dai destini incrociati, quasi alla Calvino». La scrittrice diventa protagonista di un’introspezione che la trascina fuori dal tempo, mentre il lettore, incantato dalle memorie e dalle evocazioni, si perde come rapito, pagina dopo pagina.
Titolo: Fuori dalla nebbia – Due vite all’ombra di Giovannino Guareschi
Autore: Giancarla Minuti Guareschi e Concetta Cirigliano Perna
Editore: Falco Editore
Data di pubblicazione: 29 Gennaio 2015
Formato: Cartaceo
Pagine: 192
Prezzo: € 12,75
Genere: Biografico
Trama: Un racconto di destini incrociati, quasi alla Calvino. Divisa in due parti, l’azione si muove fra la Bassa Padana, dove un personaggio famoso protegge la sua immagine e tre famiglie sono spaccate dall’assurdo tabù della legittimità di nascita, e l’Australia, dove Giancarla, una donna coraggiosa combatte per affermare basici diritti umani per sé stessa e il suo compagno.
L’intervista a Giancarla Minuti Guareschi
Da dove nasce l’esigenza di raccontare la sua vita e quella di Giuliano?
L’esigenza nasce dal bisogno che ho di verità. Sono state scritte molte cose da altri in altri tempi su queste vicende. Non potevo lasciare nascosti molti episodi ai quali ho partecipato in prima persona. Ho vissuto dalla prima infanzia la storia di Giuliano, ho lottato fino all’osso per poter far valere il suo diritto al riconoscimento della paternità di Guareschi. Ho sempre invece cercato di mettere un velo pietoso su mia madre, su mio padre e su tutte le menzogne e le ipocrisie che mio malgrado hanno permeato la mia vita. Ne sono uscita fuori, ho tracciato per me una strada diversa da quella che mi era stata preparata da una nascita indesiderata, almeno quanto quella di Giuliano, se non addirittura di più. A volte la realtà’ supera la fantasia. E’ il mio caso. Per Giuliano, il test del DNA ha chiuso il cerchio. Il mio rimaneva aperto. Scrivere della mia storia intrecciata a quella di Giuliano, ha prodotto un effetto catartico. Forse inconsciamente ho voluto mandare un messaggio di incoraggiamento: tutti possiamo liberarci di scheletri messi nei nostri armadi da altri. Il percorso può essere tortuoso, ma se davvero si persiste, si giunge al capolinea.
Questo libro parla di attese e lunghe distanze. Cos’è per lei l’attesa, e cos’è la distanza?
Tutta la mia vita è stata legata ad attese: l’attesa della zia Nadia una volta al mese, l’attesa di Giovannino Guareschi a casa dei miei nonni, dei miei incontri con lui a ogni mio rientro, del risultato del DNA di Giuliano, della giustizia. L’attesa più grande è stata l’essere creduta da chi ha sempre dubitato della paternità di Guareschi. Odio l’attesa, essendo una persona molto impaziente e quasi fulminea nelle mie decisioni, ma ho imparato a gestirla. E comunque per me l’attesa acuisce il desiderio di realizzare le mie aspettative. Anche le distanze hanno contraddistinto la mia vita. La distanza, oltre a quella fisica, è il percorso sofferto per raggiungere i miei traguardi.
In un capitolo del libro, lei parla di successi e sconfitte. Guardandosi indietro, di cosa è orgogliosa, e cosa non rifarebbe?
Sono orgogliosa di aver lottato per il riconoscimento del nome di mio marito, di aver perdonato suo padre e mia madre. Cosa non rifarei? Non rifarei quelle cose che, provocate dalla mia irruenza, sono poi risultate in errori che ho pagato. Non attenderei più troppi anni per ottenere giustizia: rifarei esattamente la stessa cosa, ma 50 anni prima, senza mantenere segreti logoranti.
Il momento più bello della sua vita?
Quando ho letto la sentenza del DNA. Tutti quei numeri che combaciavano perfettamente in una scaletta che riscattava una vita. Quella di Giuliano e un po’ anche la mia.