Ieri mattina sono stata all’incontro dal titolo “Prevenzione – la linea giusta da seguire”. Sono intervenuti il dott. Carlo Bramezza, direttore generale dell’Ulss 10, la dott.ssa Alessandra Favaretto, responsabile Educazione alla Saluta Ulss 10 e la dott.ssa Maura Chinellato, direttrice del Distretto sanitario n. 2 Portogruarese.
Poca gente. Ovvio, la gente si preoccupa della salute solo quando non ce l’ha. D’altronde, meglio non meravigliarsi della gente comune, se c’era chi, tra le personalità al tavolo, non disdegnava di dedicarsi al proprio cellulare invece di ascoltare i medici che parlavano…
Ma non è questo che mi ha colpito.
Non mi hanno colpito neanche le solite cause di malattia (fumo, obesità, alcool, alimentazione, mancanza di attività fisica…).
Mi ha colpito l’atteggiamento dei genitori nei confronti di ciò che mangiano i propri figli.
La dott.ssa Favaretto ha spiegato che i menu scolastici vengono stabilità da una sezione specifica dell’asl dopo degli incontri con la dirigente scolastica e i genitori. E, così ha spiegato la Favaretto, ogni volta ci sono delle difficoltà con i genitori che vorrebbero l’inserimento nei menu di patatine fritte e di pesce Findus… altrimenti i figli non mangiano.
Poi è intervenuto un dottore di base di una frazione e ha spiegato che l’anno scorso si erano iniziate le trattative per introdurre la frutta a ricreazione: tutto è abortito perché i genitori non erano d’accordo.
Ma come…?
E tutto quello che si scrive e si dice sulla prevenzione e sull’importanza della frutta e verdura nell’alimentazione infantile? Libri, trasmissioni, conferenze… tutto inutile?
Non dico diventare vegani, ma un considerevole aumento del consumo di vegetali, almeno!