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Previdenza complementare e fondi pensione, il funzionamento

Da Mrinvest

Previdenza complementare e fondi pensione, il funzionamentoAbbiamo detto che più di cinque milioni di italiani hanno già sottoscritto i fondi pensione. Ma per la maggior parte dei contribuenti questi prodotti rimangono oggetti misteriosi tutti da scoprire. Ripetiamo che i fondi pensione sono strumenti finanziari che hanno il compito di costruire una pensione complementare che integri quella pubblica, e che sono indispensabili soprattutto per i più giovani.

Il funzionamento dei fondi pensione è abbastanza semplice ed è simile a quello dei pac (piani di accumulo di capitale) sui fondi comuni di investimento. In pratica, il contribuente versa nei prodotti della previdenza complementare (in genere ogni mese) una parte del proprio reddito. I dipendenti possono destinare il proprio Tfr (Trattamento di fine rapporto), cioè la quota di stipendio accantonata ogni anno per la liquidazione. Gli autonomi possono invece scegliere liberamente i loro contributi.
I soldi accantonati vengono investiti sui mercati finanziari, da coloro che gestiscono i fondi, in azioni, obbligazioni, titoli di Stato, a seconda della linea di rischio scelta. Il capitale si rivaluta nel tempo secondo i

rendimenti ottenuti. Il capitale, più i rendimenti maturati, si accumulano negli anni fino a che il sottoscrittore del fondo non raggiunge l’età pensionabile.

Quando va in pensione, il lavoratore ha due possibilità: convertire il montante (capitale più interessi) in una pensione (ad integrazione di quella pubblica) oppure può riscattare non più del 50% del capitale maturato e convertire in rendita la restante metà. Per calcolare la pensione il montante viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione, che è un valore numerico espresso in percentuale. I coefficienti della previdenza complementare sono stabiliti dalle compagnie di assicurazione e dipendono, oltre che dall’età anche dal sesso del contribuente. In questo caso le donne, siccome vivono mediamente più degli uomini, sono penalizzate nel calcolo della pensione, perchè il suo ammontare dipende dalle aspettative di vita del contribuente. Ad esempio, a parità di capitale accumulato, una donna di 65 anni di età riceve una rendita inferiore di circa il 10-15% rispetto ad un uomo della stessa età.

Durante il periodo di contribuzione, il lavoratore ottiene un beneficio fiscale, in quanto i versamenti annui nei fondi pensione possono essere dedotti dal reddito imponibile (fino ad un massimo di 5.164,57 euro all’anno), assicurando così un risparmio sulle tasse da pagare.
Occorre ricordare, anche, una cosa molto importante. Il capitale accumulato non può essere riscattato prima della data del pensionamento, se non per motivi straordinari, come per esempio nel caso di perdita del posto di lavoro o per gravi motivi di salute che costringono il contribuente ad affrontare le spese mediche. I soldi rimangono quindi vincolati per molti anni, anche se restano sempre di proprietà di chi li ha versati. In caso di morte del sottoscrittore del fondo prima della data del pensionamento, il montante può essere ritirato in tempi brevi dagli eredi o da altri beneficiari designati.
Il sistema della previdenza complementare ha delle analogie con quello delle pensioni pubbliche calcolate con il metodo contributivo. In ambedue i casi vale il principio che chi più versa più ha maggiori possibilità di avere una pensione più alta.


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