Preview NBA: Southeast Division 2014/15

Creato il 23 ottobre 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

WESTERN CONFERENCE EASTERN CONFERENCE

Northwest Division Atlantic Division

Pacific Division Central Division

Southwest Division Southeast Division

Gli spunti di interesse nella Southeast Division non mancheranno neanche questa stagione. L’assenza di LeBron James tornato a Cleveland potrebbe rendere meno appetibile questa division, costringendo gli addetti ai lavori a spostare gran parte dei riflettori in direzione dell’Ohio. Eppure la curiosità verso i “nuovi” Miami Heat post LBJ, la franchigia di Michael Jordan che riacquisisce il nome di Hornets dopo 11 anni disputati come Charlotte Bobcats, l’ascesa verso l’alto dei Wizards di Paul Pierce ed il ritorno a pieno ritmo di Al Horford negli Hawks rappresentano dei temi interessanti per creare interesse verso una division che sarà comunque molto competitiva, sin dalle prime battute.
Gli Heat si ripresentano ai nastri di partenza diversi ma non troppo e quindi rimangono probabilmente la squadra da battere nella Southeast, incalzati però dai giovani e rampanti Wizards che dopo le buone cose fatte vedere lo scorso anno dovranno confermarsi, cosa mai banale; Hornets e Hawks sono due incognite perché molto dipenderà da come il gruppo risponderà all’inserimento di Stephenson (Charlotte) e alle voci di cambio di proprietà (Atlanta). Infine ci sono i Magic, che non hanno velleità di classifica ma che visti in prospettiva, pur con qualche scelta di mercato discutibile, sono davvero interessanti.

Il ranking della Pacific Division


1 – MIAMI HEAT

E’ innegabile che la dipartita di King James abbia deluso e sconfortato franchigia e tifosi. Dal punto di vista tecnico i Miami Heat versione 2014/15 partono senza dubbio depotenziati, anche se la dirigenza non è certo rimasta a guardare e si è cercato, tramite diverse operazioni di mercato, di puntellare la squadra a disposizione di coach Spoelstra.
Le riconferme di Chris Bosh (max contract quinquennale da 115M$) e quelle di Dwyane Wade (biennale da oltre 30M$) rappresentano le solide fondamenta sulla quale provare a costruire una squadra con alte ambizioni. Pronti a sostituire al meglio James ci penseranno Luol Deng e Danny Granger che insieme all’ex Charlotte Josh McRoberts completano l’elenco delle operazioni in entrata.
In cabina di regia riconfermata la premiata ditta Mario ChalmersNorris Cole (ai quali bisognerà chiedere di più nella costruzione della manovra offensiva), mentre dal pino saranno disponibili i due rookies scelti all’ultimo draft Shabazz Napier e James Ennis.
Difficile oggi definire questi Heat una contender, ma un posto tra le prime quattro al termine della regular season non sembra così fantascientifico.


2 – WASHINGTON WIZARDS

I tempi delle risse negli spogliatoi e della disfunzionalità in campo è oramai finita e questi Wizards legittimamente iniziano a pensare in grande.
La passata stagione è stata più che positiva: 53% di vittorie stagionali durante la regular season, vittoria al primo turno contro i Chicago Bulls e sconfitta contro gli Indiana Pacers in 6 partite nella post season. Per assecondare le ambizioni di questi giovani Wizards, il centro polacco Marcin Gortat ha deciso di rinnovare la propria permanenza nella capitale siglando un quinquennale da oltre 60M$. Accanto a lui ci sarà il brasiliano Nenè  mentre dalla panchina potranno dare il proprio contributo DeJuan Blair e Kris Humphries (arrivati quest’estate). Completa la frontline l’arrivo di Paul Pierce reduce da due anni non molto brillanti a Brooklyn e pronto a smentire chi lo etichetta come bollito, oltre che a fare da chioccia al sophomore Otto Porter.
Nel backcourt si concentrano le speranze di tutta la piazza, riponendo nel talento cristallino di John Wall e di Bradley Beal le speranze di gloria: per il playmaker ex Kentucky la stagione passata la si può definire come “scintillante” dall’alto dei 19.3 punti, 8.8 assist e 4.3 rimbalzi di media a partita calati sul tavolo. Per il secondo occorrerà invece attendere un po’ considerano lo stop di 6-8 settimane che lo attende per guarire da una frattura al polso (non il primo infortunio per lui).
Considerando il periodo di vacche magre nella Eastern Conference è quindi possibile alzare ancora l’asticella e provare ad ergersi come una delle squadre dominanti della conference orientale.


3 – CHARLOTTE HORNETS

Il cambio del nome della franchigia è un ritorno alle origini nonché una ghiotta occasione per confermare quanto di buono prodotto la passata stagione. La franchigia della Carolina ha effettuato scelte mirate nel periodo di mercato, ed aver strappato la firma di “born ready” Lance Stephenson (3 anni di contratto per 27M$ complessivi) rappresenta senza dubbio un ottimo ingaggio per puntellare lo starting lineup disegnato da coach Clifford. Insieme all’ex Pacers vestirà la maglia Hornets anche Marvin Williams, ala piccola di talento molto ridimensionato dopo l’esperienza in maglia Jazz.
Le ambizioni di MJ e soci restano comunque ben poste nelle mani della premiata ditta Kemba WalkerAl Jefferson, coadiuvati dai giovani Michael Kidd-Gilchrist e Bismark Biyombo (da cui tutti si aspettano il definivo salto di qualità) e dalle shooting guard Gerald Henderson e Gary Neal pronti a portare punti in dote partendo dalla panchina. Occhi puntati anche sulle due scelte all’ultimo Draft P.J. Hairston e Noah Vonleh, con il secondo in lizza per strappare un posto da titolare nella lineup titolare.


4 – ATLANTA HAWKS

Dopo aver salutato tutti dopo 29 gare la passata stagione, e dopo aver giocato appena 114 partite su 246 (contando la sola regular season) negli ultimi 3 anni, la presenza stabile in quintetto di Al Horford è senza dubbio molto meglio dell’ingaggio di un top player per gli Atlanta Hawks. Nel piccolo mercato della Georgia i grandi nomi non arrivano, meglio quindi consolarsi con gli arrivi di Kent Bazermore (la passata stagione ai Lakers) e Thabo Sefolosha (ex Thunder) che aggiungeranno spessore alla difesa di coach Mike Budenholzer.
Riconferme importanti (nell’ottica dell’ecosistema Hawks) sono quelle di Shelvin Mack, Mike Scott ed Elton Brand mentre dalla lotteria del draft Atlanta ha pescato Adreian Payne (scelto al primo giro con la 15esima chiamata) che potrebbe anche essere pronto da subito per giocare qualche minuto dalla panchina.
In previsione della regular season 2014/15 Atlanta punterà ad un posto tra le prime otto, difficile invece prevedere il cammino ai playoffs di questi Hawks che pur essendo una valida squadra non rappresentano certo un’eccellenza nella Eastern Conference. E poi c’è sempre da tenere conto le voci di vendita della franchigia dopo il caso di razzismo che li ha investiti poco tempo fa.


5 – ORLANDO MAGIC

Per il giovane e dinamico roster di coach Jacque Vaughn il raggiungimento dei playoffs sembra ancora una missione impossibile. Il progetto è ancora orientato sullo sviluppo dei giovani e quindi grande fiducia riposta nella coppia Victor Oladipo e Nikola Vucevic, che ha appena prolungato il suo contratto.

News @NBA: 54 milioni di dollari in 4 anni è il rinnovo firmato da Nikola Vucevic con gli @OrlandoMagic.

— Basketcaffe.com (@Basketcaffe) 21 Ottobre 2014

mentre l’acquisizione via draft di e Payton Silva (via Hawks) potrebbero rendere decisamente interessante la lineup della squadra della Florida, almeno in prospettiva futura. Dal mercato estivo Orlando ha portato a casa Evan Fournier e tre elementi di esperienza come Channing Frye, Ben Gordon e Willie Green (che però difficilmente innalzeranno di molto il tasso tecnico della franchigia), a cui va sommato l’apporto importante che garantiranno Tobias Harris, Andrew Nicholson e Moe Harkless.
Occhio infine a Aaron Gordon e Elfrid Payton, scelti al Draft con la #4 e la #10, che da subito saranno chiamati a giocare tanti minuti e anche importanti: super atletico il primo, playmaker tuttofare e molto intrigante il secondo, potrebbero essere il futuro della franchigia.

 

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