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Preview NBA: Southeast Division 2015/16

Creato il 21 ottobre 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

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WESTERN CONFERENCE EASTERN CONFERENCE

Northwest Division Atlantic Division

Pacific Division Central Division

Southwest Division Southeast Division

La sfida in semifinale di Conference tra Hawks e Wizards, vinta da Atlanta in sei combattutissime sfide, ha mostrato il meglio della Southeast Division dell’anno passato. Il 4-0 patito nella finale dell’Est contro i Cavaliers ha confermato il dominio di LeBron James su questa metà dello Stato cestistico, ma non ha cancellato i miglioramenti esponenziali vissuti dagli Hawks, padroni della regular season, tanto quanto quelli dei Wizards, arresisi combattendo strenuamente, dopo il meraviglioso sweep messo a segno contro i Raptors.

Atlanta e Washington non sono cambiate così tanto in estate e potrebbero tranquillamente confermarsi, con al fianco (e, forse, anche davanti a loro) una Miami pronta a vivere una seconda giovinezza dopo la partenza del Prescelto, sperando che infortuni e malumori lascino la Florida, per far tornare gli Heat dove hanno possibilità e volontà di stare. Più dietro Hornets e Magic, ma con due sensazioni molto differenti. Charlotte sembra alla fine di un ciclo, incapace di trovare sé stessa tra le pieghe di tanti errori e tante sfortune, su tutte Lance Stephenson. Orlando, invece, porta a casa dal Draft l’ennesima giovane promessa, Mario Hezonja, pronta a diventare campione uscendo dalla crisalide. La Eastern Conference sembra potersi finalmente piano piano migliorare e la Southeast Division ne è la prova evidente.

Ranking della Southeast Division

Preview NBA: Southeast Division 2015/16

1 – ATLANTA HAWKS

L’esperienza e l’aver già assaporato il vertice non più tardi di un anno fa potrebbero fare la differenza in una Division tanto giovane. Non soltanto un quintetto di qualità assodata, con Jeff Teague leader ed architetto di uno dei migliori giochi di squadra visti l’anno scorso in NBA, Paul Millsap stella e faro in termini realizzativi e Al Horford grande capo sotto entrambi i canestri. Alle loro spalle si muovono, tra gli altri, un Dennis Schroder deciso a cavalcare le ottime prestazioni viste con la Germania ad EuroBasket ed un Walter Tavares in grande spolvero in pre-season, con medie da 8.2 punti, 4.4 rimbalzi e 1.4 stoppate in meno di 15 minuti di impiego. Se a ciò aggiungiamo uno dei migliori tiratori mai conosciuti nella Lega, Kyle Korver, sempre pronto ad infiammare ogni sfida da oltre l’arco, ed un difensore maiuscolo come Thabo Sefolosha, Atlanta sembra pronta a confermarsi. E Mike Budenholzer, Head Coach of the Year l’anno passato, è il timoniere più adatto a riportare la nave degli Hawks verso i migliori lidi disponibili.

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2 – MIAMI HEAT

Gli Heat hanno donato 20 milioni alla loro stella, Dwayne Wade, soltanto per concedersi le sue prestazioni per il prossimo anno. Sintomo che in Florida non hanno nessuna intenzione di darsi per vinti. Il rientro di Chris Bosh è manna dal cielo per una squadra che, l’anno passato, ha perso i playoff proprio quando quest’ultimo si è dovuto fare da parte per un problema al polmone. Il rinnovo a 90 milioni di dollari concesso ad un Goran Dragic visibilmente sottotono nei primi mesi a Miami è un monito di speranza per cercare di ottenere dallo sloveno le prestazioni che ne hanno fatto il Most Improved Player of the Year due anni fa. Chi ancora sembra poter avere tantissimo da dimostrare è Hassan Whiteside, spaventoso nel finale della scorsa regular season e atteso ad un ulteriore enorme salto di qualità. Gli arrivi di Amar’e Stoudamire e Gerald Green gettano qualità ed esperienza in una rotazione ed in uno spogliatoio l’anno passato troppo povero di ambizioni, mentre Justise Winslow vuole dimostrare che è stato un errore per tutti lasciarlo arrivare fino alla decima scelta. Ci sarà da divertirsi a Miami.

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3 – WASHINGTON WIZARDS

Ciò che ha dato Paul Pierce allo spogliatoio dei Wizards e alla squadra, soprattutto quando il pallone ha iniziato a pesare tonnellate ai playoff, difficilmente si ritroverà quest’anno. John Wall è una stella di prim’ordine nell’orizzonte NBA e potrebbe tranquillamente chiudere la regular season in alta doppia-doppia di media, Bradley Beal ha bisogno invece di invertire la rotta dopo una stagione che lo ha visto scivolare quando si apprestava alla vetta. Cresce Otto Porter, 13.8 punti di media e tanto buon ritmo mostrato in pre-season, dovrà forzatamente crescere qualche buon giocatore nel frontcourt alle spalle del duo composto da Nenè e Marcin Gortat, affidabile quanto incostante. Jared Dudley e Gary Neal sono due pedine utili per rimpolpare una panchina dalle poche certezze, ma il primo ancora non ha visto il parquet in queste settimane, nonostante sembri in grado di rientrare per l’esordio stagionale. Difficilmente i Wizards ripeteranno l’exploit dell’anno passato. John Wall permettendo, ovviamente.

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4 – CHARLOTTE HORNETS

Fallito miseramente il piano Stephenson, gli Hornets si ritrovano con in mano un pugno di dubbi ed incertezze. Al Jefferson è durato un anno su livelli stellari, ma il fisico ha smesso di sorreggerlo e nella scorsa regular season il crollo è stato evidente, mentre Kemba Walker, vero giovane prodigio in quel di Charlotte soffre problemi di leadership e non riesce ad esplodere come da lui ci si aspetterebbe. Nella pre-season da cinque vittorie senza sconfitte vissuta dagli Hornets, Jeremy Lin ha guidato la squadra con 14 punti di media, ma l’acquisto dell’estate per la franchigia della Carolina si chiama Nicolas Batum, in grado di portare con sé ogni sorta di miglioramento sui due lati del campo. Resta il grande dubbio che attanaglia Charlotte da anni, ovvero l’assenza di un giocatore in grado di segnare con continuità ed alzare le medie offensive imbarazzanti tenute, soprattutto l’anno passato, dal team guidato da Steve Clifford. Già soltanto il quintetto, comunque, non è di quelli da far impazzire un appassionato. Tempi duri per gli Hornets..

Preview NBA: Southeast Division 2015/16

5 – ORLANDO MAGIC

Ultimi, con riserva. Potenzialmente, sulla carta, tra qualche anno potrebbero essere in grado di dominare la Eastern Conference. Quello composto da Elfrid Payton, Victor Oladipo, Tobias Harris, Aaron Gordon e Nikola Vucevic, con Mario Hezonja da Barcellona con furore per delirare dalla panchina è un quintetto che, se cresce passo dopo passo, con la calma e la tranquillità che la giovane età di ognuno di loro consente, può diventare magico. Eppure non sembra ancora il momento giusto, i meccanismi devono essere rodati, le giovani menti devono progredire insieme un sistema di gioco che possa favorire ciascuno di loro senza mettere in ombra nessuno. Inoltre, il resto del roster non è all’altezza di alcun sogno di gloria. Diciamo ultimi con riserva perché ad Est ogni anno la pazzia, che spesso degenera in una giungla degli orrori, è di casa e capita spesso che le sorprese prendano vita. Più che altro ci si augura che questi Magic possano rivivere, prima o poi, i fasti di una squadra che soltanto 6 anni fa si giocava le Finals NBA.

 

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