Il declino del prezzo del petrolio si è fatto evidente in praticamente tutto il corso del 2014.Gran parte di questo trend è conseguenza del sostenuto aumento della produzione di petrolio registratasi in particolar modo negli USA, dove la produzione ha toccato i massimi registrati 45 anni fa (grazie anche alle nuove tecnologie e tecniche di esplorazione ed estrazione).
A fronte di una domanda globale che molto probabilmente non vedrà una crescita,in molti sono pronti a scommettere che il 2015 vedrà ulteriori ribassi del prezzo dell’oro nero.
Supponendo quindi che il petrolio continui ad attraversare una fase ribassista per il 2015, e considerando tra le altre cose che gli USA - grazie all’ aumento interno da record nella produzione - avranno con tutta probabilità ripercussioni economiche positive in termini geopolitici (data la maggiore indipendenza energetica),cosa ci si può aspettare dai mercati ?
Tra le tante ipotesi che si possono formulare, una si basa su un dato economico fondamentale: il basso prezzo della benzina
Un recente studio della U.S. Energy Information Administration ha stimato che circa il 4% delle entrate lorde, gli americani le spendono in benzina.
Questo, unito all’ aumento dell’occupazione registratosi post-crisi, è facile che si traduca in più consumi interni (gli americani hanno un lavoro e hanno più soldi in tasca - che non devono spendere in benzina).
Mentre non tutte le attività economiche beneficiano del calo del prezzo del petrolio, i cosiddetti consumi discrezionali potrebbero invece beneficiarne in misura considerevole.