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“Prima Comunione”, personale di Concetto Nanì a Palazzo Grimaldi
Creato il 06 maggio 2014 da Inpress"Prima Comunione" segna l'esordio pubblico di Concetto Nanì, artista modicano schivo e riservato, che ci propone circa quaranta opere realizzate con la tecnica della computer grafica che strizzano l'occhio alla comunicazione pubblicitaria e all'Arte concettuale.
Nanì seleziona, sperimenta, decontestualizza, rifunzionalizza, manipola e trasforma oggetti d'uso quotidiano, icone familiari nelle forme e nei colori, immagini comuni della cultura di massa, simboli della società dei consumi – come uova, cappelli, bottiglie, fette biscottate, provole, salami, arance, pennelli, frammenti anatomici, colombe, acquasantiere - in nuove forme espressive della realtà. Nelle sue opere gli oggetti sono liberati dal contesto, isolati su uno sfondo uniforme nero o bianco, per dare un più forte impatto visivo e comunicativo. Alle forme, alle linee, agli usi convenzionali e ai significati logorati e consunti dalla quotidianità, l'artista aggiunge un dettaglio, un piccolo particolare, una didascalia, una parola ad effetto. Apparentemente è un elemento trascurabile e insignificante nell'insieme della forma, ma in realtà riesce a innescare un corto circuito tra l'occhio e la mente, tra l'oggetto e il concetto, a infondere un'inedita emozione, un nuovo significato a forme a noi familiari. E il messaggio arriva immediato, ironico, inaspettato e irriverente. Come in "Comandamenti" dove si coglie l'ambiguità tra le tavole della legge e due fette di pane, uniche vere leggi che governano l'uomo. O, ancora, in "Dolore", dove vediamo una provola ma pensiamo a una lacrima, alla sagoma di una persona affranta con il capo reclinato, al triangolo di una sacra deposizione. Così una pala di fico d'India trasformata nella pianta di un piede fa sorridere ma fa pensare al doloroso cammino della vita. E mentre nell'omaggio a Duchamp prevale la rivisitazione ironica (dalla sua celebre "Fontana" sgorga la didascalia "aspetto ancora l'idraulico"), la forma allungata di una bottiglia di vetro scuro richiama la silhouette di una figura di Modigliani.
Giochi di forme, assimilazioni di linee, sostituzioni di oggetti che scardinano le prigioni dell'abitudine, aprono le celle della visione quotidiana convenzionale e invitano l'osservatore-spettatore a oltrepassare la pura registrazione retinica per pensare e riflettere sulla relazione tra l'immagine e la parola, per decifrare il senso dell'opera in un gioco interpretativo affascinante e intrigante.
Info e contatti
Fondazione Giovan Pietro Grimaldi
Corso Umberto I, 106 - Modica (RG)
tel. 0932.757459
[email protected] INpress
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