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Prima edizione del premio: le persone che ho incontrato

Da Elisabettaricco

PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO: LE PERSONE CHE HO INCONTRATOTante volte nella vita si incontrano persone speciali, che diventano facilitatori di momenti unici, enzimi di cambiamenti che segnano in positivo la nostra vita. Chiudete gli occhi e pensate per un attimo a tutte le persone che avete incontrato e che, in una qualche maniera, hanno lasciato in voi una traccia indelebile: un’ emozione positiva che abbia aperto la vostra vita a nuove possibilità, a nuovi percorsi.

Questa idea ha trovato forma una sera, durante uno dei tanti confronti che ho con la dottoressa Daniela De Vito (la persona più importante in assoluto che ho incontrato e che di certo mi ha cambiato la vita, mi ha regalato una splendida fanciulla e continua a rendere fantastica la mia esperienza di vita)… in un Premio che andrà a riconoscere ad alcune persone speciali che abbiamo incrociato nella nostra vita professionale e non, persone che con il proprio essere, con la propria emozione, hanno riempito il nostro cuore, con umiltà, sincerità, spontaneità, onestà… “indimenticabili”, ti rendi conto che fanno e faranno per sempre parte di te.

La prima edizione di questo Premio non poteva non riconoscere un uomo per noi unico e speciale, simbolo dell’Emilia e della terra che ci ha accolto appena laureati. Si parla di giovani, di quanto andrebbero valorizzati, di quanto possa essere speciale per il sistema dare al giovane fiducia nei propri mezzi. Se ne parla tanto ma nei fatti, spesso i giovani sono svalutati da modalità e  reti di potere, che ne soffocano spontaneità e giovinezza.

Sergio Righi, vincitore della Prima Edizione del Premio, nel 1997 ha creduto nel dott. Pasquale Tarantini,  a quei tempi psicologo clinico e neo psicoterapeuta affidandogli un importante progetto di marketing, con la  piena fiducia nei mezzi intellettuali e psicologici, lasciando spazio alla creatività, accogliendo nella propria azienda e  riconoscendo economicamente in maniera adeguata il lavoro. Un “angelo” in senso laico, un “padre”, in ottica psicodinamica, una persona speciale che tale resta e resterà per sempre, nonostante siano ormai anni che è termianto il progetto lavorativo, divenuta una esperienza importante sia da un punto di vista umano che professionale.

Avevo incontrato Sergio Righi alcuni giorni prima di pensare al Premio e credo che in maniera più o meno  inconscia il premio è nato da lui.

L’emozione alla consegna ha preso la sala, regalando al pubblico presente momenti di commozione ed empatia. Grazie ancora a SERGIO e ai presenti.


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